FiberCop, la nuova società di Tim per la fibra, muove i primi passi, in attesa di una decisione di Open Fiber sulla rete unica.
Ecco le ultime novità tra fatti, numeri e qualche polemica.
L’AVVIO DELL’OPERATIVITA’
Il 13 novembre si è riunito, sotto la presidenza di Massimo Sarmi (già ai vertici di Poste e Tim), il consiglio di amministrazione di FiberCop, posseduta da Tim (58%), Kkr Infrastructure (37,5) e Fastweb (4,5%). Il consiglio ha deliberato sull’assolvimento degli adempimenti societari finalizzati all’avvio dell’operatività della società, previsto per il primo trimestre 2021.
COSA FARA’ FIBERCOP
FiberCop offrirà servizi d’accesso passivi della rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato. L’obiettivo è quello di portare completare i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerare l’adozione dei servizi Ultrabroadband (UBB).
FiberCop intende, “con senso di responsabilità e di urgenza alla luce del momento contingente”, accelerare il “processo di digitalizzazione in Italia”, spiega l’azienda in una nota.
IL LOGO: UN RICHIAMO ALL’ITALIA
E proprio in nome del ruolo che FiberCop di prefigge di svolgere al servizio del Paese, nel logo societario si ricordano i colori della bandiera italiana.
IN ATTESA DI OPEN FIBER
Tim e governo puntano a una una società unitaria per la Rete unica, AccessCo, in cui far confluire anche gli asset di Open Fiber.
“Telecom Italia è pronta a partire con la Rete Unica, non appena lo decideranno gli azionisti di Open Fiber” ha detto in occasione della presentazione della trimestrale Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Telecom Italia.
IL VIA LIBERA DEL GOVERNO
Si muove anche l’esecutivo. Il governo ieri ha dato il via libera con prescrizioni all’ingresso del fondo americano Kkr in FiberCop al fianco di Tim e Fastweb, come previsto dalle regole sul golden power. In particolare si chiede ai soci di impegnarsi con “correttezza e buona fede” a far sì che il cda e l’assemblea dei soci FiberCop approvino l’adesione a progetti di interesse pubblico nel settore delle Tlc e “in particolare un’eventuale fusione della società con altri operatori del settore, nell’ipotesi che detti progetti non alterino o migliorino la creazione di valore del progetto originario”.
L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE DI CONFINDUSTRIA
Si chiede, in sostanza, la disponibilità ad aderire a progetti di interesse pubblico, quale «un’eventuale fusione della società con altri operatori del settore». “Il partner finanziario, il fondo di private equity Usa Kkr, non dovrebbe avere nulla da obiettare sulla rete unica, visto che he avrebbe solo da guadagnare”, ha scritto oggi il Sole 24 Ore.
IL COMMENTO DI FORMICHE DI PAOLO MESSA
Chi invece vede un’impostazione anti americana nella mossa della presidenza del Consiglio è la “macchina editoriale più apprezzata da Washington” (come Dagospia ha definito tempo fa la rivista Formiche di Paolo Messa, già consigliere d’amministrazione della Rai e ora top manager di Leonardo).
“Le prescrizioni sono blande ma il messaggio politico piace a Pechino e fa irritare Washington DC”, ha commentato la rivista di Messa: “Di certo la terza via imboccata dal governo per non dispiacere a nessuno non piacerà a chi, negli Stati Uniti, già nutre qualche dubbio sulla possibilità di fare affari con Roma. L’intervento su Kkr, fondo di investimento che ha la reputazione e la forza di un attore sistemico negli Stati Uniti, rischia di abbassare di una tacca il rating italiano nell’attrazione di capitali americani. Ancora una volta”.
ACCESSCO: TUTTO PRONTO?
Ma a che punto è la rete unica?. Il 31 agosto i consigli d’amministrazione di Tim e Cdp (che detiene il 50% di Open Fiber, l’altro 50% è di Enel) hanno approvato un memorandum of understanding per la creazione di AccessCo, la società per la rete unica nazionale, in cui confluirà la società FiberCop.
Definiti anche i dettagli dell’azionariato: Telecom “deterrà almeno il 50,1% di AccessCo e attraverso un meccanismo di governance condivisa con Cdp Equity sarà garantita l’indipendenza e la terzietà della società. Sono previsti meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo”, aveva fatto sapere Tim in un comunicato.
LE STILETTATE FRA GUBITOSI (TIM) E STARACE (ENEL)
Ma serve il via libera di Enel. Lo stallo emerge anche da questa risposta del numero uno di Enel, Francesco Starace, alla stilettata giorni fa di Gubitosi:
Ma quando e cotto uno stracotto?
— Francesco Starace (@starax) November 13, 2020
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