skip to Main Content

Cavi Medio Oriente

Five Eyes e i cavi sottomarini nel Medio Oriente

Il punto di Giuseppe Gagliano su Five Eyes e i cavi sottomarini nel Medio Oriente

 

L’espansione delle reti di cavi in fibra ottica in Medio Oriente ha fornito alle agenzie di intelligence occidentali un accesso senza precedenti al traffico di dati e comunicazioni della regione.

Non c’è dubbio che, in senso lato, la regione di Port Said sia una delle aree più importanti per il traffico delle telecomunicazioni e quindi per la sorveglianza.

Tutto ciò che accade in Medio Oriente passa attraverso questa regione, ad eccezione del collegamento che attraversa la Turchia.

The Five Eyes, l’alleanza fra le intelligence di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, ha spiato il Medio Oriente sin dalla formazione della rete, durante la seconda guerra mondiale.

Non dimentichiamoci infatti che il Medio Oriente è uno snodo strategico fondamentale per la sorveglianza per ovvie ragioni: la sua importanza strategica politico-economica, il conflitto arabo-israeliano e le divisioni politiche tra gli alleati dei Cinque Occhi e i loro avversari come Iran e Siria. Soprattutto non dimentichiamo che il conflitto economico e tecnologico tra gli Stati Uniti, la Cina e la Russia passa anche per i cavi sottomarini.

I suoi attori principali sono l’Nsa americana e il quartier generale delle comunicazioni del governo del Regno Unito (GCHQ), che utilizzano infrastrutture di sorveglianza noti ma anche segreti nella regione per raccogliere dati.

Pur rientrando in tutte le forme convenzionali di sorveglianza, dallo spazio aereo alle linee telefoniche, la regione rappresenta una risorsa strategica per la sorveglianza di massa grazie agli attuali percorsi dei cavi in fibra ottica.

Le agenzie di spionaggio hanno sfruttato i cavi ottici per intercettare vasti volumi di dati, che vanno da telefonate e contenuti e-mail, cronologie di navigazione web e metadati. Anche i dati finanziari, militari e governativi passano attraverso questi cavi.

Questi dati intercettati vengono vagliati dagli analisti, mentre specifici filtri estraggono materiale basato sui 40.000 termini di ricerca utilizzati da NSA e GCHQ e relativi a determinati soggetti, numeri di telefono e indirizzi e-mail per ulteriori controlli.

Tra il Mar Rosso e l’Iran, nessun cavo ottico terrestre attraversa la penisola arabica. Tutto il traffico Internet dall’Europa all’Asia passa attraverso il Caucaso e l’Iran, utilizzando l’Europe Persia Express Gateway (EPEG), oppure le infrastrutture molto più congestionate dell’Egitto e del Mar Rosso.

Ebbene proprio l’Egitto è un grosso collo di bottiglia: gestisce infatti il traffico dall’Europa al Medio Oriente, Asia e Africa e viceversa.

I quindici cavi che attraversano l’Egitto tra il Mediterraneo e il Mar Rosso gestiscono tra il 17% e il 30% del traffico Internet della popolazione mondiale, ovvero un volume di dati relativo a circa due miliardi di persone. La geografia e la politica hanno portato a questa particolare configurazione.

Non è possibile stabilire un collegamento attraverso la Siria o l’Iran a causa del conflitto e della situazione politica, e la guerra in Yemen.Di conseguenza i cavi prendono un’altra strada quali il Mar Rosso e Gibuti mentre i cavi che attraversano l’Egitto e attraversano il Canale di Suez pongono rischi logistici anche a causa delle acque poco profonde del Canale di Suez.

Ritornando all’Egitto i cavi che lo attraversano non danno però allo Stato egiziano la libertà di intercettare i dati per conto dei Cinque Occhi, nonostante l’importanza data dal presidente Abdel Fattah al-Sisi e dal figlio Mahmoud, vice capo della Direzione generale dell’intelligence alla sorveglianza di massa dei cittadini egiziani.

Anche se gli egiziani sono nella posizione migliore per ottenere l’accesso ai dati via cavo non sono visti come un partner affidabile o stabile.
Infatti nonostante la sua importanza strategica, l’Egitto non fa parte di alcuna rete di sorveglianza elettronica.

La Five Eyes Alliance ha in essere accordi di scambio di informazioni con alcuni paesi europei, con il Giappone e la Corea del Sud, ad esempio, per intercettare i dati provenienti da Russia e Cina. La Nsa ha anche una relazione con la Svezia, perché è uno snodo centrale per tutto il traffico via cavo della regione baltica della Russia. Nello specifico, gli Stati Uniti hanno relazioni di scambio di informazioni meno formali con un certo numero di paesi nella regione del Medio Oriente, tra cui appunto l’ Egitto, Israele, Giordania, Arabia Saudita, Turchia e Emirati Arabi Uniti.

Gli egiziani hanno infatti un accordo di condivisione dell’intelligence con gli Stati Uniti ma non sono particolarmente attivi sotto questo profilo. Infatti l’Nsa ha una base sotterranea in Medio Oriente soprannominata Dancing Oasis, nota anche come DGO.

I cavi che collegano l’Europa, l’Africa e l’Asia attraversano l’Egitto e quindi scendono il Mar Rosso fino allo Stretto di Bab el-Mandeb tra Yemen e Gibuti. I cavi diretti a est deviano in Oman. A ovest della capitale Muscat si trova un sito di monitoraggio della GCHQ a Seeb, nome in codice Circuit.Secondo le rivelazioni di Snowden, le intercettazioni subacquee vengono effettuate da un sottomarino convertito, l’USS Jimmy Carter.

Tutto ciò potrebbe cambiare se i piani di Google per il suo nuovo cavo “Blue Raman”, che va dall’Europa all’India, inclusi Israele, Giordania, Arabia Saudita e Oman, si realizzeranno.

L’Egitto è lo snodo dei cavi che collegano Est e Ovest. Ma l’instabilità politica del Paese guidato da Al Sisi sta alimentare la ricerca di strade alternative.

La prima parte del cavo, cioè Blue, dovrebbe essere realizzata da Sparkle, società di Telecom Italia e dovrebbe partire dal porto di Genova ed arrivare ad Israele, attraversando il Mar Mediterraneo.

La seconda parte, cioè Raman, dovrebbe essere gestito da Oman Telecommunications e partire dal porto di Mumbai, sotto l’Oceano Indiano per giungere ad Aqaba in Giordania. Proprio perché l’Egitto è storicamente un sistema politico instabile l’unica strada alternativa percorribile è proprio quella del Mar Rosso.

Naturalmente Google è pienamente consapevole del fatto che Israele ha un efficientissima intelligence elettronica e quindi è scontato che raccoglierà dati crittografandoli allo scopo di proteggerli e utilizzarli certamente a suo favore. Insomma questo cavo potrebbe rappresentare per Israele uno strumento per orientare in modo più mirato ed efficiente le scelte sia in campo economico che in campo militare.

Back To Top