skip to Main Content

CUBBIT Cyber Cloud

Cloud Pa, chi strattona Sogei?

Che cosa si dice sul Polo strategico nazionale (Psn) per il Cloud della Pubblica amministrazione e sul ruolo di Sogei. L'articolo di Gianluca Zappa

 

Si scaldano i motori per la realizzazione del Polo strategico nazionale (Psn) per il Cloud della Pubblica amministrazione.

“Entro gennaio 2022 prevediamo di pubblicare il bando di gara per l’assegnazione del Piano strategico nazionale”, ha annunciato il ministro per l’Innovazione Tecnologica, Vittorio Colao, durante un’audizione alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva relativa alla digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati fiscali il 24 novembre.

In verità a maggio Stefano Firpo, capo gabinetto del Ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, disse che il Polo strategico nazionale, ovvero il centro che avrà a disposizione un certo numero di data center nazionali su cui convogliare tutte le infrastrutture che oggi gestiscono i servizi strategici delle Pa, potrebbe essere lanciato “già a fine giugno”.

Ora le cordate in lizza per il cloud della Pa sono tre: quella di Cdp, Leonardo, Sogei e Tim, quella di Almaviva e Aruba e l’ultima di Fastweb ed Engineering.

Adesso spetta al governo decidere l’offerta sulla cui base attivare una gara. Dopodiché l’infrastruttura sarà gestita da un operatore economico selezionato attraverso l’avvio di un partenariato pubblico-privato.

“Per ora con un emendamento parlamentare dai connotati molto tecnici, una parte della maggioranza sembra richiedere regole di ingaggio più chiare”, ha scritto la scorsa settimana il Sole 24 Ore.

“Due identici emendamenti presentati alla Camera al decreto sull’attuazione del Pnrr da Capitanio (Lega) e Di Maio e Del Barba (Italia viva) toccano il tema della presenza di Sogei, società in house del ministero dell’Economia, nella cordata che vede anche Tim, Cdp e Leonardo in campo”, ha aggiunto il quotidiano confindustriale.

All’Articolo 7 del Decreto legge 6 novembre 2021, n. 152, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr, intitolato “Disposizioni per la realizzazione del Polo strategico nazionale” si legge infatti che “Sogei S.p.A. viene, inoltre, autorizzata a erogare servizi cloud a favore delle amministrazioni per le quali opera sulla base di affidamenti in house e dell’ACN (Agenzia per la cybersicurezza nazionale), nonché delle altre amministrazioni centrali che già fruiscono di detti servizi (comma 5).”

Con gli emendamenti, Marco Di Maio, Del Barba e Capitanio chiedono però la soppressione della norma.

Il loro obiettivo – secondo la ricostruzione di Start – sarebbe tornare alla vecchia formulazione del Decreto semplificazioni 2020, che prevedeva che i dati critici delle PA centrali potessero migrare, alternativamente, verso l’infrastruttura Psn di nuova creazione oppure verso l’infrastruttura già sviluppata da Sogei (oltre che verso il cloud pubblico certificato).

Quella formulazione porterebbe infatti ad un doppio ruolo di Sogei – controllata al 100% dal ministero dell’Economia – nel Psn (da un lato partner della nuova infrastruttura Psn con Tim e Leonardo, dall’altro fornitore dell’infrastruttura alternativa).
Così facendo, la normativa che risulterebbe dall’approvazione dell’emendamento presterebbe il fianco a ricorsi da parte delle altre due cordate contro la decisione del Governo di assegnare la gara Psn, in quanto potrebbero contestare che la cordata Tim-Sogei-Leonardo ha un vantaggio competitivo in sede di gara derivante dal fatto che Sogei, soggetto pubblico, è già “accreditata” come fornitore cloud per le Pa centrali tramite l’infrastruttura propria.
“Nelle interlocuzioni con il governo, alcuni operatori hanno avanzato la tesi che sia più opportuno andare a una gara “a doppio oggetto”, considerando cioè solo gli aspetti tecnici ed economici, indipendentemente dalla compagine che la presenta: alla cordata più idonea si affiancherebbe Sogei solo in un secondo momento. Valutazioni che al momento non avrebbero ancora trovato l’ok dell’esecutivo”, ha aggiunto il Sole 24 Ore.
Difficile passi l’emendamento, secondo alcuni addetti ai lavoro. Ma la vicenda mostra – nota un osservatore – come si stia preparando di fatto la guerra di ricorsi.
Nel frattempo Cdp stava già facendo i colloqui per l’ad della nuova società ma ha dovuto fermare tutto, anche per lo stallo nella governance di Tim dopo il siluramento di Luigi Gubitosi.
Back To Top