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Qwant

Cina blocca Google. E Qwant ne approfitta

La Cina ha bloccato Google e tutti i siti della Great Firewall. E il francese Qwant ha deciso di prendersi la sua prima importante vittoria fuori dal Vecchio Continente   Pechino ha bloccato Google, Gmail, Facebook e ogni sito estero che rientra nel cosiddetto ‘Great Firewall’, ovvero il muro di sorveglianza che blocca dati potenzialmente sfavorevoli…

La Cina ha bloccato Google e tutti i siti della Great Firewall. E il francese Qwant ha deciso di prendersi la sua prima importante vittoria fuori dal Vecchio Continente

 

Pechino ha bloccato Google, Gmail, Facebook e ogni sito estero che rientra nel cosiddetto ‘Great Firewall’, ovvero il muro di sorveglianza che blocca dati potenzialmente sfavorevoli in entrata in Cina. Secondo quanto raccontato dal Financial Times, infatti, 5 grandi multinazionali hanno trovato grandi difficoltà nell’accedere all’Internet globale dai loro uffici cinesi. Fino ad ora, infatti, le multinazionali straniere hanno utilizzano delle reti speciali, ovvero i Vpn, per aggirare la censura cinese e ricevere Internet da tutto il mondo.

Cina blocca Google

Una nuova stretta di Pechino, però, cambia le carte in tavola. Aggirare le regole non è più così semplice e dunque accedere a tutti i siti diventa cosa praticamente impossibile. La soluzione sarebbe utilizzare Vpn approvati dallo Stato, ma sono molto costosi, hanno dei canoni (anche decine di migliaia di dollari al mese) e comunque sarebbero sempre soggetti alla censura di Pechino.

“L’intenzione della Cina è controllare interamente il flusso di informazioni, costringendo la gente a usare solo Vpn approvati dal governo e rendendo difficile, se non impossibile, l’utilizzo di strumenti alternativi”, ha spiegato al Financial Times Lester Ross, partner dello studio legale WilmerHale a Pechino.

Qwant alla riscossa

QwantQuella che però rappresenta una sconfitta per Google, è anche una grande opportunità per Qwant, il portale di ricerca francese che promette il rispetto della privacy degli utenti. In pratica, i 22 milioni di persone che in Cina non avranno più accesso a Google, potranno invece usare Qwant, che ha già ricevuto l’ok da Pechino.

Qwant è nato in Francia nel 2013, per mano di Eric Léandri, Jean-Manuel Rozan, Alberto Chalon e dalla società Pertimm. È il primo motore di ricerca europeo che dispone della propria tecnologia di indicizzazione permette di trovare tutte le informazioni che si cercano sul web con la massima neutralità: non discrimina alcuni siti e non cambia l’ordine dei risultati in base agli interessi. Per garantire la neutralità, Qwnat si basa su un’architettura tecnica a sé stante, verificata dall’Autorità francese di controllo della protezione dei dati personali (Cnil).

Negli ultimi 12 mesi è cresciuto tanto, raddoppiando il numero delle visite in un anno. Nel 2016 ha trovato le soluzioni di oltre 2,6 miliardi di richieste. Nel 2017 ha fatto anche il suio debutto in Italia.

Qwant tispetta la privacy

Una delle caratteristiche di Qwant è che il sito rinuncia a tracciare i dati degli utenti: non installa cookie nel browser dell’utente, non mantiene la cronologia delle ricerche, né prova a scoprire informazioni personali su chi utilizza il browser. Dunque, il motore di ricerca ha scelto di rispettare in toto la privacy dell’utente: è su questo aspetto che si gioca la partita con Google.

Ad onor del vero, dobbiamo dire che Qwant non l’unico motore di ricerca che non traccia l’utente: ci sono anche Duck Duck go, Startpage e Ixquick.

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