skip to Main Content

Google Android

Non solo Google Search. DuckDuckGo, Info.com e Qwant arrivano su Android

Niente più monopolio di Google Search: dal 1° marzo gli utenti Android potranno scegliere il motore di ricerca predefinito da quattro opzioni. Ma le regole continua a dettarle Big G e alcuni concorrenti sbuffano anche dopo l'intervento Ue

Google si prepara a condividere il trono di motore sui dispositivi Android, dopo la tirata d’orecchie dell’Antitrust Ue dell’anno scorso (una multa da 5 miliardi di dollari) per abuso di posizione dominante. Dal 1° marzo ai cittadini dell’Ue che configurano dispositivi Android verrà data la scelta tra quattro motori di ricerca da utilizzare come predefiniti, incluso Google.

I tre motori di ricerca concorrenti sono stati selezionati in seguito a un’asta indetta dal colosso di Mountain View. I motori di ricerca info.com e DuckDuckGo hanno vinto uno slot in tutti e 31 i Paesi in palio. Ecco i dettagli.

LA MULTA UE A GOOGLE PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

Nel luglio 2018 la Commissione europea ha multato Google 5 miliardi di dollari per violazioni della concorrenza. Per l’Antitrust Ue, Google ha utilizzato Android come strumento per consolidare la posizione dominante del proprio motore di ricerca. Pertanto, oltre la multa salata, ha imposto alla società guidata da Sundar Pichai di porre rimedio all’infrazione, lasciandolo allo stesso tempo a Big G il compito di escogitare la soluzione.

L’ASTA A PAGAMENTO INDETTA DA BIG G

Il colosso di Mountain View ha indetto quindi un’asta a pagamento. I motori di ricerca che soddisfano i criteri di Big G hanno comunicato il prezzo che sono disposti a pagare ogni volta che un utente li seleziona dalla schermata di scelta in un determinato Paese.

In un post sul blog, Google ha definito l’asta “un metodo equo e oggettivo”. Questo processo di asta a pagamento si ripeterà ogni quattro mesi.

L’offerta è stata impostata per ciascun Paese e i tre migliori offerenti per ciascuno mercato verranno visualizzati durante l’installazione su telefoni Android in quel paese.

LA SCELTA IN MANO AGLI UTENTI

In realtà l’opzione per scegliere i provider di ricerca predefiniti è sempre stata disponibile sui dispositivi Android, ma gli utenti dovevano modificare le impostazioni una volta completa l’installazione. Dal 1° marzo ogni utente che configurerà uno smartphone Android nell’Ue visualizzerà una schermata in cui gli si chiederà di scegliere un motore di ricerca da un elenco di quattro che include sempre il motore di ricerca di Google.

DUCKDUCKGO E INFO.COM COMPARIRANNO IN TUTTI I MERCATI

A metà gennaio Google ha annunciato la lista dei vincitori: DuckDuckGo e Info.com appariranno sulla pagina di configurazione in tutti i 31 mercati.

DuckDuckGo è un motore di ricerca nato 10 anni fa incentrato sulla privacy: ha lanciato infatti una navigazione privata crittografata che blocca i tracker e non raccoglie le informazioni personali degli utenti. Di fronte al dominio della raccolta dati di Facebook e Google, DuckDuckGo sta vedendo un picco di ricerca anonima e si sta espandendo oltre la casella di ricerca.

Nel 2017, il motore di ricerca ha registrato quasi 6 miliardi di ricerche private, con un aumento del 50% rispetto al 2016.

Info.com, o InfoSpace, è una società di ricerca online fondata nel 1996 a Seattle e sostenuta dal co-fondatore di Microsoft Paul Allen.

BING, IL GRANDE PERDENTE

In alcuni mercati compariranno anche motori di ricerca come Seznam, della Repubblica ceca, la russa Yandex e la francese Qwant. Da questa prima gara il grande perdente sembra essere il motore di ricerca di Microsoft, Bing, che apparirà come opzione nella schermata soltanto nel Regno Unito.

ECOSIA, IL MOTORE ECOLOGICO CHE HA DISERTATO L’ASTA

Tra i critici del sistema dell’asta imposto da Google c’è anche il motore di ricerca europeo Ecosia: famoso per investire l’80 per cento dei suoi profitti nella piantumazione di alberi.

“Riteniamo che questa asta sia in contrasto con lo spirito della sentenza della Commissione europea del luglio 2018”, ha dichiarato il ceo di Ecosia che ha disertato l’asta. “Gli utenti di Internet meritano una libera scelta circa quale motore di ricerca utilizzare e la risposta di Google con questa asta è un affronto al nostro diritto a una rete libera e aperta”.

LA CRITICA DEL VINCITORE DUCKDUCKGO

Nonostante abbia partecipato all’asta – e vinto uno slot universale – anche DuckDuckGo ha criticato apertamente l’approccio pay-to-play dell’asta.

“Riteniamo che un menu delle preferenze di ricerca sia un modo eccellente per aumentare significativamente la scelta dei consumatori se progettato correttamente”, ha affermato un portavoce in una nota. “Tuttavia, crediamo ancora che un’asta pay-to-play con solo 4 slot non sia corretta perché significa che i consumatori non avranno tutte le scelte che meritano e Google trarrà profitto a spese della concorrenza.”

IN ITALIA LA QUARTA SCELTA È QWANT, IL MOTORE DI RICERCA FRANCESE

Nel nostro paese, il quarto motore tra cui scegliere sarà Qwant. Il motore di ricerca pro-privacy francese verrà mostrato come opzione agli utenti Android in otto mercati europei.

Fondato nel 2013, Qwant è un motore di ricerca crittografato franco-tedesco che funziona allo stesso modo di Google ma non salva registri e pone una forte enfasi sulla privacy degli utenti. Quest’anno il governo di Parigi intende rimpiazzare Big G come motore di ricerca predefinito degli uffici governativi rimpiazzandolo proprio con Qwant, in nome di una maggiore tutela della privacy dei dati.

Anche Qwant ha criticato il modello di asta imposto da Google. Un portavoce della società ha dichiarato: “Qwant ha ripetutamente chiesto a tutti i concorrenti di avere accesso al mercato della telefonia mobile in modo aperto, con le stesse possibilità per tutti di essere scelti dagli utenti come motore di ricerca predefinito. Non crediamo che sia giusto da parte di Google richiedere ai motori di ricerca concorrenti di pagare loro la possibilità di essere offerti in alternativa a Google, quando è stato scoperto che Google abusa della sua posizione dominante attraverso il suo sistema mobile Android. Tuttavia, data l’importanza del mercato mobile per qualsiasi ambizioso motore di ricerca, abbiamo dovuto partecipare a questo primo processo di offerta”.

Back To Top