skip to Main Content

Rheinmetall Leonardo

Che cosa cambierà per Leonardo con la vendita di Oto Melara

Leonardo: che cosa dicono gli analisti sulla vendita di Oto Melara, oggi business unit Sistemi di Difesa del gruppo capeggiato da Profumo. Fatti, numeri e scenari

 

Si fanno sempre più insistenti le voci (mai smentite finora) sulla cessione dll’ex Oto Melara da parte di Leonardo.

Quest’estate i rumors segnalavano Fincantieri come possibile acquirente. Tuttavia, di recente si parla di realtà industriali europee interessate alla business unit Sistemi Difesa del gruppo ex Finmeccanica.

“In testa alla lista dei potenziali acquirenti ci sarebbe Fincantieri. In questo caso la struttura produttiva resterebbe in Italia e in mani pubbliche” ha evidenziato ieri il Corriere. “Si tratterebbe di un’operazione con due società entrambe controllate dal Mef attraverso Cdp”, ha sottolineato una nota di Fiom-Cgil.

Ma per il Sole 24 Ore “Oto e Wass potrebbero però entrare in una partita più ampia, coinvolgendo anche gruppi europei, per un riassetto esteso all’elettronica della difesa”.

Secondo i sindacati cedere la divisione a soggetti europei significherebbe perdere “un settore altamente strategico, tra i principali fornitori delle forze armate italiane” che impiega tra diretti e indiretti 1500 lavoratori.

Da qui la mobilitazione organizzata da Fim, Fiom e Uilm per la giornata del 9 novembre con assemblee negli stabilimenti interessati di La Spezia, Brescia, Livorno e Pozzuoli.

Secondo un addetto ai lavori al corrente del dossier, “alla parte terrestre dell’ex Oto Melara era interessata Rheinmetall”.

Inoltre, “le voci parlano di un interessamento anche di Krauss-Maffei Wegmann (Kmw), tedesca come Rehinmetall, che potrebbe tradursi in una JV o un acquisto. Ma su questo non esiste nulla di formale né di formalizzato”, ha aggiunto nei giorni scorsi la fonte a Startmag.

“Akros non sarebbe sorpresa se fosse un player tedesco ad acquisirlo, una sorta di baratto tra Italia e Germania tra l’elettronica per la difesa, Hensoldt, e i sistemi di difesa” ha riportato ieri MF.

Tutti i dettagli sulla possibile cessione dell’ex Oto Melara.

COSA FA OTO MELARA

Oggi la ex Oto Melara conta poco più di mille addetti. Nel 1985 l’azienda spezzina è entrata a far parte di un consorzio paritetico con l’Iveco, formando l’attuale Cio Iveco-Oto Melara, capofila dell’industria negli armamenti terrestri.

L’unità è attiva nel campo della difesa e il suo prodotto di maggiore successo è il cannone navale da 76/62 mm venduto a 54 marine militari del mondo.

IL VALORE SECONDO BANCA AKROS

Come ricorda MF, Leonardo non riporta i dati economici di ogni singola unità. “Quelli più recenti che Banca Akros ha trovato indicano che Oto Melara ha registrato ricavi per 356 milioni di euro nel 2015 con un ebit di 38 milioni (margine ebit del 10,7%) e ricavi per 390 milioni di euro nel 2014 con un ebit di 46 milioni (margine ebit dell’11,8%)”.

Dunque, Bae Systems tratta a circa 1 volte le sue vendite 2021 e a circa 10 volte l’ebit. “Se assumiamo per Oto Melara ricavi pari a 400 milioni e un ebit di 44 milioni, la valutazione di questo asset cade nel range 400-440 milioni”, ha valutato Banca Akros. “Invece, i multipli di Rheinmetall, circa 0,7 volte l’ev/vendite e circa 7 volte l’ev/ebit, suggeriscono una valutazione dell’asset pari a 280-308 milioni”.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI SU OTO MELARA

“Riteniamo che il business stia andando bene poiché Oto Melara ha vinto importanti gare d’appalto per la fornitura di cannoni navali a molte marine, tra cui quella canadese e quella spagnola negli ultimi mesi” ha rimarcato Banca Akros.

Inoltre, “le prospettive stanno migliorando anche in India dopo che il paese ha rimosso Leonardo dalla lista nera un paio di giorni fa” rimarcano gli analisti. (Qui l’approfondimento di Startmag su come Draghi si è mosso in India per Leonardo).

“Oto Melara dovrebbe aggiudicarsi un importante ordine per la fornitura di 13 sistemi di cannoni navali per la marina”, hanno sottolineato gli analisti.

UN BARATTO TRA ITALIA E GERMANIA?

“La cessione di Oto Melara rappresenterebbe un’ulteriore opzione per Leonardo. Non è chiaro chi potrebbe essere il potenziale acquirente europeo, ma non saremmo sorpresi se fosse un player tedesco in una sorta di baratto tra Italia e Germania tra l’elettronica per la difesa, Hensoldt, e i sistemi di difesa”, ha ipotizzato Banca Akros.

L’OPERAZIONE HENSOLDT

Lo scorso 24 aprile Leonardo ha stipulato un accordo con Square Lux Holding II S.à r.l., società controllata da Kkr, per l’acquisizione di una quota del 25,1% di Hensoldt AG.

Come ricorda una nota del gruppo “la società è leader in Germania nel campo dei sensori per applicazioni in ambito difesa e sicurezza, come confermato dai recenti importanti contratti acquisiti (e.g. EFA, Pegasus), ed aveva già un consolidato rapporto di collaborazione con Leonardo in importanti programmi quali Efa, Male, Iff. La finalizzazione dell’operazione, soggetta alle consuete approvazioni da parte delle autorità competenti è prevista nell’ultimo trimestre del 2021.

L’operazione comporterà un esborso pari a circa 606 milioni di euro per il gruppo di Piazza Monte Grappa.

Tuttavia, secondo il Sole 24 ore “il perfezionamento dell’acquisto del 25,1% della tedesca Hensoldt potrebbe slittare al 2022. Il gruppo sta valutando altre opzioni strategiche”.

NOTIZIA POSITIVA PER IL GRUPPO CAPEGGIATO DA ALESSANDRO PROFUMO

Pertanto, alla luce di ciò, per Banca Akros la notizia della cessione dell’ex Oto Melara è potenzialmente positiva per Leonardo.

“Oto Melara farebbe emergere valore, con Leonardo che scambia a circa 4,6 volte il suo ebit 2021, migliorerebbe il focus del gruppo: più elettronica, meno piattaforme e rimuoverebbe il punto interrogativo su come finanzierà l’acquisizione di Hensoldt”, ha concluso la banca d’affari che sul titolo Leonardo, mantiene un rating buy e un target price a 9,25 euro.

IL PARERE DI FIM CISL

Infine, meno positivi degli analisti restano i sindacati.

“La posizione formale di Leonardo rappresentata nel corso degli incontri sindacali avvenuti nello scorso mese di luglio, si è limitata a ribadire che non era presente sul tavolo nessuna proposta formale da parte di Fincantieri” sottolineano Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl e Fabio Bernardini, responsabile Fim Cisl Aerospazio Difesa e Sicurezza.

“La Divisione Sdi arriva da una fase di importante crescita, supportata da consistenti azioni di investimento nel miglioramento dei prodotti, da una miglior qualificazione sui mercati e dalla valorizzazione del parco clienti esistente con effetti estremamente positivi sia del fatturato sia degli ordini che hanno guadagnato il miliardo di euro”.

La Fim Cisl “è pronta, assieme alle altre organizzazioni sindacali e preventivamente a qualsiasi scelta, a confrontarsi con il Governo, i Ministeri interessati e Leonardo, per la difesa dell’occupazione e lo sviluppo tecnologico. Rifiutando sin da ora qualsiasi soluzione preconfezionata che non dia risposte alle nostre lezioni e non tenga conto di quanto sosteniamo”.

E LA POSIZIONE DI FIOM-CGIL

“Nelle ultime settimane sempre più insistentemente parrebbe vi siano interessamenti concreti e in fase avanzata di offerte d’acquisto da parte di soggetti industriali esteri, senza che né il Governo e né Leonardo chiariscano i perimetri dell’operazione e le ricadute industriali e occupazionali per il nostro Paese” dichiarano in una nota congiunta generale Francesca Re David, segretaria Fiom-Cgil e Claudio Gonzato, coordinatore nazionale Gruppo Leonardo per la Fiom-Cgil.

Back To Top