Apple ha deciso di applicare degli sconti fino a 500 yuan (68,5 dollari) sugli iPhone venduti in Cina con l’obiettivo di guadagnare quote di mercato nel paese rispetto ai produttori locali di smartphone, come Vivo, Huawei e Xiaomi.
Lo sconto di 500 yuan riguarda i modelli più avanzati e costosi della società californiana, ossia l’iPhone 16 Pro e l’iPhone 16 Pro Max, che hanno un prezzo di listino rispettivamente di 7999 e 9999 yuan. Gli iPhone 16 e 16 Plus verranno invece scontati di 400 yuan. La promozione durerà dal 4 al 7 gennaio.
APPLE RIMONTA IN CLASSIFICA
Quello cinese è il più grande mercato al mondo per gli smartphone e Apple possiede una quota del 15,6 per cento, stando ai dati relativi al terzo trimestre del 2024. L’azienda statunitense è seconda nella classifica dei venditori: una rimonta notevole rispetto al secondo trimestre dell’anno scorso, quando si era posizionata solo al sesto posto.
LA SFIDA CON HUAWEI
La sfida è soprattutto con Huawei, che prima di venire colpita dalle sanzioni americane era la più grande produttrice di smartphone al mondo; per effetto delle restrizioni politico-commerciali di Washington, però, il suo market share globale è passato dal 18 per cento nel 2020 al 2 per cento nel 2022.
Per accrescere la sua competitività rispetto ai prodotti di Apple, Huawei ha abbassato i prezzi dei propri dispositivi di fascia alta fino al 20 per cento e sta puntando sull’innovazione: lo scorso settembre, a poca distanza dal lancio dei nuovi modelli di iPhone, ha annunciato il primo smartphone a tripla piega (tri-fold) al mondo, il Mate Xt.
COME VANNO I PRODUTTORI CINESI DI SMARTPHONE
Negli ultimi quattro trimestri Huawei ha registrato una crescita a doppia cifra, ma anche gli altri produttori cinesi di smartphone – cioè Vivo, Oppo, Honor e Xiaomi – stanno andando bene: nel secondo trimestre del 2024 tutte queste aziende hanno visto aumentare complessivamente le loro vendite in Cina dell’8,9 per cento su base annua.
I PROBLEMI DI FONDO DI APPLE IN CINA
Nonostante la ripresa nel terzo trimestre del 2024, Apple deve comunque fare i conti con alcune questioni di fondo che potrebbero portare a nuovi cali delle sue vendite in Cina.
Per esempio, gli iPhone hanno perso quel fattore di status symbol tra i cinesi per via della loro maggiore diffusione: un tempo erano piuttosto rari, un oggetto di culto e di lusso senza reali competitor, mentre oggi la concorrenza è aumentata e ha raggiunto livelli di qualità tutto sommato paragonabili.
Inoltre – o forse innanzitutto -, i consumi dei cinesi si sono ridotti e le difficoltà economiche disincentivano l’acquisto di prodotti costosi come quelli di Apple.
LA PREPARAZIONE AI DAZI DI TRUMP
Per Apple la Cina non rappresenta però solo un vasto mercato, ma anche un’importantissima base produttiva. Tuttavia, per mitigare i rischi associati alle tensioni politiche con gli Stati Uniti – il prossimo presidente, Donald Trump, ha promesso di imporre dazi del 60 per cento sulle importazioni cinesi -, la società sta puntando molto sull’espansione della sua filiera manifatturiera in India, dove può beneficiare non solo dei sussidi offerti dal governo ma anche di una forza lavoro qualificata e dai costi non elevati.
Tre dei fornitori principali di Apple – ossia le taiwanesi Foxconn e Pegatron e l’indiana Tata – hanno degli stabilimenti dedicati all’assemblaggio degli iPhone nell’India meridionale.
Al momento Apple possiede una quota inferiore al 7 per cento nel mercato indiano degli smartphone, che è dominato dai marchi cinesi Xiaomi, Oppo e Vivo, più economici.