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Sabotaggio Nord Stream

Tutte le ultime sgasate fra Usa e Ue sul Nord Stream 2

Che cosa succede fra Usa e Germania sul gasdotto Nord Stream 2.

 

Continuano le tensioni fra Stati Uniti e Germania. Oggetto del contendere? Il gasdotto Nord Stream 2. Ecco le ultime novità.

In un approfondimento uscito ieri, il New York Times ha svelato come lungo la costa baltica a cavallo di Germania e Danimarca giaccia inerte una nave chiamata Akademik Cherskiy. Il suo compito era partecipare al completamento del 6% restante della pipeline Nord Stream 2, pensata dalla Russia per raddoppiare il gas che dal paese arriva in terra tedesca.

LE SANZIONI MINACCIATE

Ma i lavori sono fermi da dicembre, da quando l’amministrazione Trump – nel chiaro intento di bloccarli – ha minacciato di elevare sanzioni contro l’azienda svizzero-tedesca, la Allseas, che vi era impegnata qualora non avesse ritirato tutte le imbarcazioni dediti alla posa delle sezioni della pipeline, lasciando di fatto l’opera incompiuta per 50 miglia delle suoi totali 760. La settimana scorsa inoltre, ricorda ancora il NYT, Washington ha rilanciato minacciando nuove sanzioni contro tutte le aziende che fornissero il proprio aiuto materiale o finanziario all’opera. Si tratta, ha spiegato il Segretario di Stato Mike Pompeo, “di un chiaro avvertimento alle aziende (che) aiutare o sostenere i progetti maligni d’influenza della Russia non sarà tollerato“.

LE AZIENDE NEL MIRINO DEGLI USA

Tra le aziende prese di mira ci sono veri e propri colossi come Shell, ma anche la utility tedesca Uniper, la compagnia energetica austriaca OMV, quella francese Enhie e un’azienda petrolifera di Berlino, la Wintershall Dea. Immediate e pesanti sono state le condanne dei leader europei per quelle che sono già state bollate come ingerenze inaccettabili nella politica energetica europea.

LE PROTESTE TEDESCHE

“L’amministrazione Usa”, è stato ad esempio lo sfogo del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, “non sta rispettando il diritto e la sovranità dell’Europa di decidere da sola dove e come prelevare l’energia”. E ha volute far sentire la sua voce anche il capo della politica estera dell’Unione, Josep Borrel, “profondamente preoccupato per il crescente uso delle sanzioni, o della minaccia di sanzioni, da parte degli Stati Uniti contro aziende europee e i loro interessi”.

GLI INCONTRI DI POMPEO

Ma se c’è una persona che non si è fatto impressionare dalle minacce degli americani, questo è il ministro degli Esteri danese Jeppe Kofod. Che questa settimana, proprio alla presenza di Mike Pompeo, gli ha fatto chiaramente capire che l’opera andrà avanti. “La pipeline”, ha spiegato Kofod a Pompeo, “corre lungo la zona economica danese, e qui si applicano le regole internazionali e noi ci atteniamo ad esse”.

I MOTIVI DELL’OSTILITA’ USA

D’altra parte, Kofod non sembra l’unico ad essersi mangiato la foglia. Sono molte infatti in Europa le persone convinte che dietro l’ostilità degli Usa al Nord Stream 2 ci siano considerazioni di ordine tutt’altro che geopolitico, ma il solo interesse degli Usa a inondare il continente con le sue abbondanti scorte di gas da scisto. Ecco perché Jane Rangel, analista di Energy Aspect, è convinta che la Russia e i suoi partner non cederanno di un millimetro sul Nord Stream 2 e, al limite, procederanno con delle lievi modifiche alla progettazione.

LO SCENARIO

“Siamo costretti”, ha spiegato un portavoce di Nord Stream 2, “a cercare nuove soluzioni per posare il 6 per cento rimanente della nostra pipeline”. “Stiamo cercando delle opzioni e vi informeremo a tempo debito dei nostri piani”. E non si aspetterà nemmeno molto, visto che lo scorso 6 luglio un’agenzia del governo danese ha autorizzato Gazprom a usare altre imbarcazioni per completare la posa dell’opera.

GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE:

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