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Ribera

Chi è e cosa pensa Teresa Ribera, la nuova commissaria al Green Deal e alla concorrenza

Von der Leyen ha scelto Teresa Ribera come vicepresidente della nuova Commissione e commissaria alla transizione verde e alla concorrenza. Ecco cosa possiamo aspettarci dalla ministra spagnola, radicale sul clima e contraria al nucleare.

Oggi Ursula von der Leyen ha presentato i membri della nuova Commissione europea, da lei presieduta e il cui mandato inizierà il prossimo dicembre. Tra i sei vicepresidenti esecutivi compare – oltre all’italiano Raffaele Fitto – la spagnola Teresa Ribera, con delega alla “Clean, Just and Competitive Transition”, ovvero alla transizione ecologica e alla concorrenza.

CHI È TERESA RIBERA

Ribera è vicepresidente del governo di Spagna e ministra della Transizione ecologica e della sfida demografica nell’esecutivo di Pedro Sanchez.

In passato (dal 2008 al 2011) è stata segretaria di stato per il cambiamento climatico nell’esecutivo retto da José Luis Rodriguez Zapatero e direttrice dell’Ufficio spagnolo sul cambiamento climatico (dal 2005 al 2008). Ha anche insegnato all’Università autonoma di Madrid, nel dipartimento di Diritto pubblico e filosofia del diritto.

Appartiene al PSOE, il Partito socialista operaio spagnolo (lo stesso di Sanchez), che al Parlamento europeo rientra nel gruppo dei Socialisti & Democratici.

IL RUOLO NELLA COMMISSIONE VON DER LEYEN II

Von der Leyen ha annunciato oggi che Teresa Ribera sarà “la prima vicepresidente esecutiva” della nuova Commissione e “responsabile per una transizione pulita, giusta e competitiva. Sarà anche responsabile della politica di concorrenza”. La spagnola, dunque – la cui nomina dovrà essere confermata dal Parlamento europeo -, si ritroverà a supervisionare un’agenda molto vasta.

La presidente della Commissione ha aggiunto che Ribera “guiderà il lavoro per garantire che l’Europa rimanga in linea con gli obiettivi fissati nel Green Deal”, ovvero l’insieme delle iniziative per la riduzione delle emissioni di gas serra e il raggiungimento della neutralità climatica al 2050. Nella carica ufficiale della commissaria, tuttavia, non si fa riferimento al Green Deal o al clima in modo esplicito, ma a una più generica clean transition.

COSA FARÀ RIBERA SULL’ENERGIA?

È ancora troppo presto per capire quale sarà l’approccio alla transizione energetica della seconda Commissione von der Leyen, ma è probabile che non si discosterà granché da quello dell’attuale.

Considerato il suo passato, Ribera si concentrerà sugli obiettivi di abbattimento delle emissioni e sull’implementazione di norme più ambiziose per la decarbonizzazione. La sua, però, è una figura controversa perché da ministra spagnola ha negoziato il phase-out delle centrali nucleari entro il 2035: quella atomica è una fonte di energia pulita, a zero emissioni, e dunque utile alla transizione ecologica.

Ad affiancare Ribera ci saranno due commissari: uno è Dan Jorgensen, danese e membro dei socialdemocratici, all’energia; l’altro è Wopke Hoekstra, olandese e cristiano-democratico, all’azione climatica e alla crescita pulita. Dei due, Hoekstra è quello che potrebbe bilanciare e moderare di più le posizioni di Ribera.

COSA FARÀ SULLA CONCORRENZA?

Relativamente alla politica di concorrenza, Ribera si allineerà probabilmente – scrive il Guardian – all’operato di Margrethe Vestager, che si è focalizzata sul contenimento del potere di mercato delle grandi compagnie tecnologiche statunitensi, come Apple.

QUANDO RIBERA CRITICAVA VON DER LEYEN…

Intervistata da Politico lo scorso maggio, Ribera ha criticato von der Leyen per aver collaborato con i gruppi di destra e aver moderato alcune politiche sulla transizione energetica: un comportamento che, a detta della spagnola, rivela nella presidente “un atteggiamento di rassegnazione che è enormemente pernicioso” ed “enormemente dannoso per gli interessi europei”.

“Dobbiamo ancora fare molto di più”, ha aggiunto, riferendosi alla riduzione delle emissioni.

– Leggi anche: Le rinnovabili sono la ragione del trionfo di Afd in Turingia e Sassonia?

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