Oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tenuto un discorso alla seduta plenaria del Parlamento europeo nel quale ha presentato le sue priorità politiche per il suo secondo mandato di cinque anni, fino al 2029: è stata infatti rieletta con il voto favorevole di 401 eurodeputati (ne bastavano 360).
GLI OBIETTIVI DELLA SECONDA COMMISSIONE VON DER LEYEN
Nelle Linee guida politiche per la prossima Commissione europea, 2024-2029 Ursula von der Leyen ha parlato della necessità di un’Unione europea “più veloce e più semplice, più focalizzata e più unita, che sostenga maggiormente le persone e le imprese”. Ha poi elencato alcune delle misure approvate negli ultimi cinque anni, come il Green Deal, il fondo NextGenerationEU e il Patto sulla migrazione e l’asilo, dicendo di voler “mantenere la rotta su tutti i nostri obiettivi, compresi quelli stabiliti nel Green Deal europeo”.
Il patto, però – che si prefigge di raggiungere la neutralità climatica a livello comunitario entro il 2050 -, è stato accusato di scarsa concretezza. Nei giorni scorsi, ad esempio, la Corte dei conti europea ha accusato la Commissione di non aver elaborato delle “analisi solide” prima di fissare gli obiettivi al 2030 sull’idrogeno verde, che sarebbero troppo ambiziosi e dunque difficilmente realizzabili.
Secondo von der Leyen, la nuova Commissione – guidata sempre da lei – dovrà concentrarsi “sull’attuazione di quanto concordato, lavorando a stretto contatto con tutte le parti interessate e focalizzandoci sulle nostre grandi sfide”.
L’ENERGIA E IL CLIMA
Quanto alla transizione energetica, von der Leyen ha ribadito gli obiettivi sul taglio delle emissioni al 2030 (-55 per cento rispetto ai livelli del 1990) e al 2040 (-90 per cento); ha detto poi che entro i primi cento giorni del suo secondo mandato verrà presentato un nuovo “Clean Industrial Deal”, cioè un piano per sostenere le aziende nel processo di decarbonizzazione (la presidente parla anche di un “Industrial Decarbonisation Accelerator Act”), preservandone la competitività e i livelli occupazionali, e per investire nelle “tecnologie pulite e strategiche”. “Il futuro dell’industria tecnologica pulita e all’avanguardia deve essere made in Europe“, ha dichiarato von der Leyen, richiamando una sua vecchia promessa.
“Il mondo è in corsa per stabilire chi sarà il primo a raggiungere la neutralità climatica e il primo a sviluppare le tecnologie che daranno forma all’economia globale per i decenni a venire”, ha dichiarato la presidente. L’Europa non può permettersi di rimanere indietro e di perdere il suo vantaggio competitivo in questa corsa”. L’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, cioè la legge di stimolo alla produzione nazionale di tecnologie pulite, è legge già dall’agosto 2022.
UN FONDO EUROPEO PER LA COMPETITIVITÀ
Nel suo discorso, von der Leyen ha promesso un nuovo Fondo europeo per la competitività, che servirà a investire nelle “tecnologie strategiche” – intelligenza artificiale, spazio, biotecnologie, clean tech -, le quali dovranno venire sviluppate e prodotte in territorio europeo. Il fondo andrà anche a supportare i cosiddetti IPCEI, o Importanti progetti di comune interesse europeo.
Le risorse del Fondo per la competitività proverranno dal bilancio europeo.
L’UNIONE EUROPEA DELLA DIFESA
Von der Leyen ha affermato che il suo secondo mandato sarà dedicato alla costruzione di “una vera Unione europea della difesa”, migliorando il coordinamento tra gli stati membri (che comunque, specifica, manterranno il controllo sulle loro truppe) e potenziando la base industriale. Verrà anche nominato un commissario alla Difesa.
Von der Leyen ha parlato della necessità rafforzare la collaborazione con la NATO e di aumentare la spesa nella difesa, rendendola anche più efficiente: a questo scopo verrà istituito un Fondo europeo per la difesa, dedicato agli investimenti nelle capacità terrestri, marittime, aeree, cibernetiche e spaziali (early warning), e verrà creato un mercato unico per i prodotti e i servizi della difesa.
UN COMMISSARIO PER IL MEDITERRANEO
Von der Leyen ha esposto la necessità di implementare il Patto sulla migrazione e l’asilo, di elaborare una strategia in merito e di adottare un nuovo approccio – più semplice e veloce – ai rimpatri. Ha anche fatto sapere che nominerà un commissario per il Mediterraneo, che si dedicherà allo sviluppo di partnership sull’energia, la sicurezza, le migrazioni e la stabilità economica con i paesi della regione. La presidente ha garantito che l’Unione europea svolgerà un ruolo più attivo in Medioriente.
UNA NUOVA POLITICA ESTERA ECONOMICA
“Nel mondo di oggi geopolitica e geoeconomia vanno di pari passo. La politica estera ed economica dell’Europa deve fare altrettanto”. Secondo von der Leyen, l’Unione europea ha dunque bisogno di una “nuova politica estera economica” adatta al contesto internazionale, capace sia di preservare la storica apertura economica europea con le necessità di sicurezza: propone quindi un’Unione più assertiva nella protezione delle proprie tecnologie sensibili, maggiormente disposta a utilizzare i propri strumenti di difesa economica e dotata di un approccio più critico nei confronti dei concorrenti strategici e dei rivali sistemici (è così che Bruxelles definisce la Cina, ad esempio).
La presidente ha promesso la definizione di standard sulla sicurezza delle filiere, incluse quelle delle materie prime, con i membri del G7 e con gli altri paesi partner.
L’Indo-Pacifico, si legge nel documento contenente le linee guida, “è diventato una regione decisiva per il futuro del mondo”. Di conseguenza, l’Unione deve approfondire i rapporti con l’India (verrà proposta una nuova agenda strategica bilaterale) e con le nazioni del Sud-est asiatico. E dovrà anche lavorare con il Giappone, la Corea del sud, l’Australia e la Nuova Zelanda nel contrasto delle minacce cibernetiche e spaziali, nell’approvvigionamento dei minerali critici e nella deterrenza nei confronti della Cina su Taiwan e non solo.