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Bilancio

Chi boccia e perché la tassonomia Ue su gas e nucleare

Due commissioni del Parlamento europeo bocciano la tassonomia della Commissione von der Leyen: sono contrarie all'inclusione di gas e nucleare tra le fonti "sostenibili". Tutti i dettagli.

 

Con 76 voti a favore, 62 contrari e 4 astensioni, le commissioni Affari economici e Ambiente del Parlamento europeo hanno bocciato la proposta di “tassonomia” della Commissione, che include il gas naturale e il nucleare tra le fonti energetiche considerate “sostenibili” (vale a dire coerenti con il percorso di transizione ecologica, e dunque meritevoli di attirare i cosiddetti investimenti “verdi” ). La tassonomia è un elenco di regole che ha lo scopo di indirizzare i flussi degli investimenti finanziari verso destinazioni dall’impatto ambientale positivo, in modo da accelerare l’implementazione del Green Deal.

Il voto della plenaria del Parlamento europeo – scrive David Carretta, corrispondente dalle istituzioni europee per Radio Radicale – è previsto per luglio.

IL PROBLEMA DI GAS E NUCLEARE

La proposta di tassonomia della Commissione europea classifica come “sostenibili” alcuni progetti di gas naturale e di nucleare. Si tratta di fonti energetiche in grado di assistere le rinnovabili intermittenti (l’eolico e il solare) in caso di mancanza di vento e di sole, e dunque capaci di garantire stabilità alla rete elettrica. Ma sono giudicate controverse per via del loro impatto ambientale: il gas è un combustibile fossile, e dunque rilascia gas serra, anche se meno del carbone e del petrolio; il nucleare è a zero emissioni ma produce scorie radioattive da gestire.

LA COALIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

Euractiv scrive che diversi deputati al Parlamento europeo hanno formato una coalizione inter-partitica proprio con l’obiettivo di respingere la tassonomia della Commissione perché contrari all’inclusione di gas e nucleare, di cui rifiutano la definizione di fonti “transitorie”, cioè di accompagnamento verso un sistema energetico completamente alimentato a rinnovabili. Il nucleare però, come ricordato, non genera emissioni.

Christophe Hansen, deputato lussemburghese del Partito popolare europeo, di centro-destra, ha appunto definito “inaccettabile qualificare il gas e il nucleare come sostenibili”. Le sue posizioni sono condivise – oltre che da altri esponenti del PPE – da elementi dei Verdi, del gruppo centrista-liberale Renew Europe, dei socialdemocratici dell’S&D e della Sinistra.

Alla plenaria di luglio sarà necessaria una maggioranza semplice, almeno 353 deputati, per respingere definitivamente la tassonomia della Commissione.

L’IMPATTO DELLA GUERRA IN UCRAINA

Euractiv spiega che l’invasione russa dell’Ucraina ha spinto molti deputati europei su posizioni contrarie all’utilizzo del gas e del nucleare: ad oggi proprio la Russia è la maggiore fornitrice di gas dell’Unione, con una quota del 40 per cento circa a livello comunitario; il continente – in particolare la parte orientale, ex-sovietica – è anche dipendente dall’uranio russo per l’alimentazione dei reattori nucleari. Secondo diversi eurodeputati sentiti dal giornale, classificare queste due fonti come sostenibili significherebbe sostenere Mosca, la cui economia dipende dalle esportazioni energetiche.

L’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia, inoltre, era stata criticata perché giudicata favorevole alla Francia e alla Germania: la prima possiede un’importante industria nucleare (oltre cinquanta reattori, benché molti siano datati), mentre la seconda consuma parecchio gas; sono le due nazioni più influenti nell’Unione europea, al punto che si parla di “motore franco-tedesco”.

Un paio d’anni fa la società elettrica francese EDF parlò della necessità di un investimento da 49,4 miliardi di euro per la manutenzione dei reattori con oltre quarant’anni di servizio. Se il nucleare dovesse venire escluso dalla tassonomia, EDF potrebbe avere difficoltà a raccogliere la somma necessaria e la sicurezza energetica francese potrebbe essere messa a rischio.

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