Mentre il commercio petrolifero ha qualche difficoltà, l’Arabia Saudita e la Cina stringono grossi accordi sulle energie a basse emissioni.
Tutti i dettagli.
IL COMMERCIO DI PETROLIO TRA ARABIA SAUDITA E CINA
A giugno l’Arabia Saudita ha esportato in Cina solo 1,1 milioni di barili di petrolio al giorno, il minimo dal marzo del 2020, il mese in cui l’Organizzazione mondiale della sanità dichiarò la pandemia da COVID-19. A luglio i flussi di greggio saudita verso il paese sono ammontati a 36 milioni di barili, ma ad agosto pare che saliranno ad almeno 44 milioni grazie al taglio dei prezzi deciso dalla compagnia statale Saudi Aramco: si tratterà, nel caso, del primo aumento dell’export verso la Cina in quattro mesi, che aiuterà Riad a recuperare quote di mercato.
L’ACCORDO SULLE TECNOLOGIE PER IL FOTOVOLTAICO
Se la Cina, il maggiore paese importatore di greggio, rappresenta una meta importante per l’industria petrolifera saudita, l’Arabia Saudita è invece un’opportunità per il settore cinese delle energie rinnovabili: Pechino è infatti la prima produttrice al mondo di pressoché tutti i dispositivi necessari alla transizione ecologica (come pannelli solari, turbine eoliche e batterie, solo per limitarci ai prodotti finiti), mentre Riad sta realizzando un grande piano di trasformazione economica che include anche l’energia low-carbon, in modo da ridurre le emissioni e risparmiare petrolio (che oggi viene utilizzato anche per generare elettricità).
Questo piano, chiamato “Vision 2030”, ha in Neom, il progetto da 1500 miliardi di dollari per una città futuristica nel deserto, il suo simbolo; viste le grandi spese necessaria alla sua realizzazione, il governo saudita prevede di registrare un deficit di bilancio ogni anno fino al 2026.
All’interno di Vision 2030 è stato inquadrato – così si afferma nel comunicato – il recente accordo tra la holding saudita Algihaz e l’azienda cinese Sungrow Power Supply, specializzata nella produzione di inverter fotovoltaici, per tre progetti di stoccaggio energetico dalla capacità totale di 7,8 gigawattora. Gli inverter sono dei dispositivi elettronici necessari per convertire la corrente (da continua ad alternata) e a variare la frequenza dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici o di quella prelevata dalle batterie, in modo da poterla immettere nella rete. Il progetto dovrebbe venire ultimato quest’anno.
Un’altra azienda cinese di tecnologie fotovoltaiche, Jinko Solar, formerà una joint venture da 985 milioni di dollari con il Public Investment Fund e con Vision Industries per uno stabilimento di celle e moduli solari da 10 gigawatt di capacità. Il fondo sovrano e Vision Industries saranno partner anche di un progetto per una fabbrica di wafer da 2 miliardi di dollari con la società cinese TCL Zhonghuan.
L’ARABIA SAUDITA SCEGLIE LE TURBINE EOLICHE DI ENVISION
L’Arabia Saudita si affiderà a Envision – la seconda più grande azienda cinese che costruisce turbine eoliche, dopo Goldwind – per un lo sviluppo di uno stabilimento manifatturiero di aerogeneratori, stando alle anticipazioni di Bloomberg. Nel progetto, per parte saudita, sono coinvolti sempre Vision Industries e il Public Investment Fund, il fondo sovrano presieduto da Mohammed bin Salman che gestisce asset per circa 925 miliardi di dollari.
Envision ha già dei progetti attivi in Arabia Saudita: ad esempio, fornisce le turbine al mega-progetto Neom Green Hydrogen, dal valore di 9 miliardi di dollari, che utilizzerà l’elettricità proveniente da fonte eolica e solare per produrre idrogeno pulito.
L’ARABIA SAUDITA ENTRA NELLA JOINT VENTURE GEELY-RENAULT
L’Arabia Saudita, attraverso Saudi Aramco, acquisirà il 10 per cento della joint venture tra il gruppo automobilistico cinese Geely e la casa francese Renault, chiamata Horse Powertrain: è valutata intorno ai 7,5 miliardi di dollari ed è specializzata nei motori a combustione interna e gruppi propulsori ibridi. Geely e Renault avranno ciascuna una quota del 45 per cento.
Saudi Aramco ha optato per una quota più piccola di quella indicata inizialmente, del 20 per cento.
LA CINA VUOLE POTENZIARE LE RELAZIONI ECONOMICHE CON I SAUDITI
La settimana scorsa il ministro del Commercio cinese, Wang Hentao, si è riunito con il governatore del Public Investment Fund, Yasir al-Rumayyan, e ha fatto sapere che Pechino è pronta a intensificare la cooperazione con Riad sul commercio, gli investimenti, l’energia, le infrastrutture, lo sviluppo verde e l’economia digitale.