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Tutti i piani dell’Arabia Saudita sugli e-fuel

La compagna petrolifera saudita Saudi Aramco scommette sugli e-fuel: i carburanti sintetici prodotti dall'elettricità e dalla CO2 potranno affiancare le batterie elettriche nella decarbonizzazione della mobilità. Ma i costi di produzione sono elevati, e i volumi ancora molto bassi.

La compagnia petrolifera statale dell’Arabia Saudita, Saudi Aramco, sta scommettendo contro l’elettrificazione della mobilità e aumentando gli investimenti negli e-fuel: anche noti come elettrocombustibili, sono dei carburanti sintetici “neutri” dal punto di vista delle emissioni e in grado di circolare nei tradizionali motori a combustione interna.

L’ELETTRIFICAZIONE “NON HA SENSO”, SECONDO SAUDI ARAMCO

A detta di Ahmad al-Khowaiter, vicepresidente esecutivo della divisione Technology & Innovation di Saudi Aramco, la corsa all’elettrificazione dei trasporti su strada “non ha senso” da un punto di vista climatico se l’elettricità utilizzata per alimentare i veicoli viene prodotta dai combustibili fossili. La Cina, ad esempio, è il più vasto mercato al mondo per le automobili elettriche, ma una grossa parte della generazione elettrica nazionale dipende dal carbone, il combustibile fossile più emissivo.

Secondo al-Khowaiter l’elettrificazione della mobilità “ha il suo posto nel mercato, ma ci sarà sempre bisogno di altre soluzioni come i motori a combustione interna”. Saudi Aramco è la più grande compagnia petrolifera al mondo e ha sede in uno stato la cui economia si regge innanzitutto sulla vendita di petrolio.

SAUDI ARAMCO VUOLE TENERE IN VITA IL MOTORE A SCOPPIO

Saudi Aramco possiede una quota del 10 per cento di Horse Powertrain, una joint venture con i gruppi automobilistici Geely (cinese) e Renault (francese) dedicata alla fabbricazione di motori a combustione interna. Collabora, inoltre, con la casa cinese Byd (che si contende con Tesla la leadership globale nelle vendite di veicoli a batteria) sulle tecnologie per le vetture ibride. La compagnia petrolifera saudita, in sostanza, ha interesse ad allungare il periodo d’utilizzo dei motori a combustione interna e, di conseguenza, dei carburanti a base di idrocarburi.

COSA SONO GLI E-FUEL

Gli e-fuel sono coerenti, in teoria, con il processo di transizione energetica e possono affiancare le tecnologie elettriche. Sono prodotti dalla combinazione di anidride carbonica, elettricità (meglio se da fonti pulite) e acqua; pur rilasciando CO2 quando vengono bruciati, sono considerati carbon neutral perché la CO2 che emettono equivale a quella che è stata “catturata” in origine (dall’atmosfera, oppure da impianti industriali) per produrli.

L’INTERESSE DI STELLANTIS

Nonostante l’interesse mostrato da alcune case automobilistiche – come Stellantis, Toyota e soprattutto Porsche -, ad oggi non esiste una produzione di e-fuel su vasta scala e a prezzi competitivi per il mercato di massa: si stima che abbiano un costo di 14 dollari al gallone, ovvero quattro volte tanto il prezzo della benzina negli Stati Uniti.

Stellantis, comunque, ha fatto sapere che i suoi motori prodotti prima del 2023 funzionano correttamente con gli e-fuel, e che tutti i modelli successivi sono progettati per l’immissione di carburanti alternativi. La società ritiene che gli e-fuel potrebbero essere “un’alternativa competitiva ai carburanti fossili, contribuendo a decarbonizzare il parco auto esistente, a condizione che le condizioni finanziarie e normative siano favorevoli”.

I PROGETTI DI SAUDI ARAMCO SUGLI E-FUEL

Saudi Aramco ha due progetti sugli e-fuel in fase di costruzione, che dovrebbero essere pronti nel 2027: uno si trova in Spagna ed è dedicato alla produzione di e-cherosene per il trasporto aereo; l’altro, invece, è in Arabia Saudita e produrrà e-benzina (e-gasoline). Il primo impianto avrà una capacità di cinquanta barili al giorno, mentre il secondo di trentacinque: molto meno della capacità di raffinazione della compagnia, che supera i quattro milioni di barili al giorno.

Nonostante i volumi ridotti e i costi di produzione elevati, Saudi Aramco ritiene comunque che gli e-fuel avranno mercato e riusciranno ad affiancare le tecnologie elettriche, già affermate. “Il vantaggio di questi carburanti”, ha detto al-Khowaiter, “è che possono avere un impatto sul 90 per cento del parco auto esistente”, permettendo cioè di ridurre le emissioni delle automobili con motore a combustione interna già in circolazione nelle strade.

Dietro pressione della Germania, la Commissione europea ha previsto una deroga per gli e-fuel dal divieto di immatricolazione di automobili con motore endotermico dal 2035.

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