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La Repubblica di Molinari fa la voce del padrone sul nucleare di Newcleo?

Repubblica in un approfondimento sull'energia nucleare loda Newcleo, una startup di reattori modulari sostenuta da Exor di Elkann che controlla anche il gruppo Gedi, editore del quotidiano diretto da Molinari. Tutto bene?

 

Lunedì scorso l’inserto settimanale Affari&Finanza di Repubblica ha pubblicato un approfondimento sull’energia nucleare e sul suo contributo alla transizione ecologica. Si tratta infatti di una fonte a zero emissioni come l’eolico e il solare, ma a differenza di queste ultime non dipende dal meteo ed è dunque in grado di produrre energia in maniera continuativa e prevedibile. La fissione nucleare, ossia la reazione utilizzata nei reattori – un procedimento alternativo, la fusione, è teoricamente migliore ma lontano dall’affermazione commerciale -, rilascia però degli scarti radioattivi di varia intensità che hanno spesso alimentato lo scetticismo e l’ostilità delle opinioni pubbliche alle centrali.

I PICCOLI REATTORI MODULARI

L’articolo di Repubblica ricostruisce questo contesto, riporta alcune stime sull’andamento degli investimenti sul nucleare e passa poi a descrivere una nuova tecnologia che dovrebbe favorire la diffusione dell’energia atomica nel mondo grazie soprattutto ai minori costi (in teoria), alla facilità di installazione e alle promesse di maggiore sicurezza: i piccoli reattori modulari. Si tratta, in sostanza, di “mini centrali”, dalle dimensioni ridotte rispetto agli impianti convenzionali, dalla minore potenza – non superano i 300 megawattora di capacità, di solito – e dal design modulare che ne permette la produzione in serie nelle fabbriche e ne semplifica l’assemblaggio.

– Leggi anche: Ecco le mini centrali nucleari che Ansaldo ed Edison sono pronte a costruire in Italia

Fino a qui, a parte qualche piccola imprecisione – viene menzionata una società statunitense, TAE Technologies, che non si occupa però di reattori modulari bensì di fusione nucleare, ma dalla lettura non è chiaro -, tutto bene. Nella seconda parte dell’articolo, però, il focus si sposta dal generale al particolare e il testo si concentra parecchio su un’azienda specifica con toni forse troppo celebrativi e inadatti al racconto giornalistico.

REPUBBLICA LODA NEWCLEO DEL “PADRONE” EXOR?

L’azienda in questione è newcleo, una startup italo-britannica di tecnologie nucleari che realizza piccoli reattori modulari. Repubblica la definisce “il principe di questa rincorsa” al nuovo nucleare. Uno degli investitori di riferimento di newcleo è Exor, la holding guidata da John Elkann e proprietaria di Stellantis, di CNH Industrial, della Juventus e anche del gruppo editoriale Gedi, che pubblica Repubblica.

Questo rapporto, tuttavia, non viene esplicitato ai lettori dell’articolo, mentre di solito nei pezzi dello stesso quotidiano – diretto da Maurizio Molinari – che parlano di Stellantis, ad esempio, i legami sono indicati chiaramente.

COSA FA NEWCLEO

Newcleo è una startup fondata nel 2021 dal fisico nucleare Stefano Buono, già fondatore di Advanced Accelerator Applications (acquisita da Novartis per quasi 4 miliardi di dollari), che ricopre la carica di amministratore delegato. Il direttore scientifico è Luciano Cinotti, ingegnere nucleare con trent’anni di esperienza in Ansaldo Energia. La direttrice operativa è Elisabeth Rizzotti, fisica di formazione che ha lavorato nel campo della consulenza finanziaria per Accenture e UBI Banca.

A maggio l’azienda ha annunciato un piano di investimenti da 3 miliardi di euro al 2030 per lo sviluppo di un piccolo reattore modulare al piombo in Francia. Due mesi prima aveva firmato un accordo di collaborazione sulle tecnologie nucleari con Enel, che sarà il primo investitore nel progetto francese.

DOVE VA L’ENERGIA NUCLEARE

Nel 2021, si legge nel World Nuclear Industry Status Report, la quota mondiale di energia elettrica generata da fonte nucleare è scesa sotto il 10 per cento, il minimo in circa quarant’anni.

Ma nello scenario elaborato dall’Agenzia internazionale dell’energia per l’azzeramento netto (net zero) delle emissioni al 2050, per quella data si assisterà al raddoppio della capacità nucleare globale, all’interno di un mix energetico dominato però dalle rinnovabili.

L’organizzazione sostiene che, per raggiungere questo risultato, il costo dei progetti nucleari nelle economie avanzate dovrà ridursi del 40 per cento e gli investimenti dovranno triplicare entro il 2030.

Nonostante la crescita, tuttavia, nei sistemi energetici globali la parte del leone andrà alle rinnovabili (al solare, in particolare), mentre la fetta del nucleare nel 2050 sarà dell’8 per cento.

Nell’Electricity Market Report 2023, l’Agenzia internazionale dell’energia scrive che:

La crisi energetica ha rinnovato l’interesse per il ruolo del nucleare nel contribuire alla sicurezza energetica e nel ridurre l’intensità di CO2 della produzione elettrica. In Europa e negli Stati Uniti si è riacceso il dibattito sul ruolo futuro del nucleare nel mix energetico. Allo stesso tempo, in altre parti del mondo si sta già assistendo a un’accelerazione della diffusione delle centrali nucleari. Di conseguenza, la produzione globale di energia nucleare è destinata a crescere in media di quasi il 4% nel periodo 2023-2025, un tasso di crescita significativamente più elevato rispetto al 2% del periodo 2015-2019.

“Ciò significa”, spiega l’organizzazione, “che in ogni anno fino al 2025, saranno prodotti dal nucleare circa 100 TWh di elettricità aggiuntiva, l’equivalente di circa un ottavo dell’attuale produzione di energia nucleare degli Stati Uniti”.

L’Agenzia aggiunge che “più della metà della crescita della produzione nucleare globale al 2025 proviene da soli quattro paesi: Cina, India, Giappone e Corea. Tra questi, mentre la Cina è in testa in termini di crescita assoluta dal 2022 al 2025 (+58 TWh), l’India è destinata ad avere la crescita percentuale più alta (+81%), seguita dal Giappone”, il cui territorio è poco adatto – per via della mancanza di terreni liberi e della profondità dei fondali marini – all’installazione di parchi eolici e fotovoltaici.

“Al di fuori dell’Asia”, invece, “la flotta nucleare francese fornisce più di un terzo della crescita assoluta della generazione nucleare globale al 2025, grazie alla sua graduale ripresa“.

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