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Qatar

Non solo Saipem: ecco i piani del Qatar con il gas liquefatto

Il Qatar vuole diventare una superpotenza del Gnl: annuncia piani per l'espansione della capacità e firma grandi accordi di fornitura a lungo termine (anche con l'Italia). E Saipem si aggiudica una commessa da 4 miliardi. Tutti i dettagli.

Il Qatar sta puntando moltissimo sul gas naturale per garantirsi ricchezza economica e influenza internazionale, scommettendo sul fatto che il meno emissivo dei combustibili fossili svolgerà un ruolo fondamentale e di lungo periodo nella transizione energetica: il gas, infatti, è utile sia per la sostituzione del carbone, sia per il sostegno agli impianti eolici e fotovoltaici quando il meteo è avverso.

Nei mesi scorsi il paese ha presentato un piano per aumentare di un ulteriore 13 per cento la sua capacità produttiva di gas liquefatto, o Gnl, portando l’output dagli attuali 77 milioni di tonnellate all’anno a 142 milioni di tonnellate entro il 2030. La stragrande maggioranza di questo volume verrà esportato, facendo forse del Qatar una sorta di “Arabia Saudita del gas” capace di sfruttare la propria dominanza sul mercato – oggi la concorrenza, tuttavia, non manca affatto – per danneggiare le nazioni rivali e per portare avanti un’agenda politica: già svolge un ruolo cruciale come mediatore tra Israele e Hamas.

LA COMPETIZIONE CON GLI STATI UNITI

Oggi i maggiori esportatori di Gnl al mondo sono gli Stati Uniti. Tuttavia, la decisione del presidente Joe Biden di sospendere i nuovi permessi di export per valutarne l’impatto sul clima e sull’economia – una decisione che è stata interpretata come un tentativo di accaparrarsi i voti dei giovani e degli ambientalisti alle elezioni di novembre – potrebbe indebolire la posizione americana e favorire invece il Qatar, che infatti ha cercato subito di approfittarne annunciando un’espansione della capacità di esportazione.

Il ministro qatariota dell’Energia, Saad Al-Kaabi, ha spiegato che l’unica cosa che frenerà la crescita della capacità di liquefazione e vendita del Gnl sarà il calo della domanda. Non è semplice, però, prevedere come sarà il mercato energetico tra venti o trent’anni, o più.

QUANTO INCASSERÀ IL QATAR GRAZIE AL GNL

Tutti gli idrocarburi, incluso quindi il gas liquefatto, valevano all’incirca il 44 per cento del prodotto interno lordo del Qatar nel 2022. Secondo i calcoli di Bloomberg, basati su un prezzo di vendita del gas contrattualizzato di 80 dollari al barile, la nuova capacità di offerta porterà entrate aggiuntive per 31 miliardi.

Anche l’Italia, tramite Eni, ha firmato un nuovo e grande contratto di fornitura di Gnl con la compagnia statale QatarEnergy: 1,5 miliardi di metri cubi all’anno, a partire dal 2026, per ventisette anni. I volumi concordati arriveranno dal progetto North Field East, al largo della costa nord-est del paese, al quale peraltro Eni partecipa assieme alla francese Total e alla britannica Shell.

IL CONTRATTO DA 4 MILIARDI CON SAIPEM

Saipem, la società di infrastrutture energetiche controllata da Eni e Cassa depositi e prestiti, ha annunciato ieri di essersi aggiudicata un contratto da 4 miliardi di dollari con QatarEnergy per la fabbricazione e l’installazione di piattaforme, condotte sottomarine e cavi in fibra ottica per il progetto North Field.

La regione mediorientale e il comparto offshore (in mare) rientrano tra le priorità del piano di sviluppo elaborato dalla dirigenza di Alessandro Puliti dopo l’allarme sugli utili del 2022. A questo proposito, il 3 settembre Saipem ha detto di aver ottenuto due contratti offshore in Arabia Saudita dal valore complessivo di 1 miliardo di dollari per la fornitura di strutture nei campi di idrocarburi Marjan, Zuluf e Safaniyah.

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