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Carbone

Perché i prezzi alti del carbone tingeranno di verde l’acciaio

Secondo un rapporto di McKinsey, i prezzi alti del carbone coke potrebbero diventare la norma piuttosto che l’eccezione.

 

I cambiamenti nei mercati del carbone da coke a partire dall’aumenti dei prezzi, potrebbero portare a un aumento dei prezzi dell’acciaio ma non solo, e a un’accelerazione della transizione verde dell’industria siderurgica e a maggiori differenziali di prezzo per il minerale di ferro di basso grado. È quanto emerge dal report High coking coal prices provide glimpse into steelmaking’s future, a cura di McKinsey and Company, che analizza l’andamento dei prezzi del carbon coke e come questi potrebbero influenzare il futuro dell’industria siderurgica.

COME SONO ANDATE LE MATERIE PRIME NEL 2021

Il 2021, evidenzia l’analisi di McKinsey, “è stato un anno volatile nei mercati globali delle materie prime. La domanda di carbon coke, una materia prima essenziale per la produzione dell’acciaio, è stata estremamente robusta, poiché l’economia globale in generale si è ripresa dalla forte contrazione dovuta alla pandemia COVID-19, anche se i problemi della catena di approvvigionamento hanno limitato la disponibilità. I problemi di sicurezza e le inondazioni che hanno colpito le miniere nazionali in Cina, la chiusura dei confini tra Mongolia e Cina, così come gli scioperi negli Stati Uniti, hanno ridotto gli scambi. Inoltre, le tensioni diplomatiche in corso tra Cina e Australia hanno aggravato la situazione”.

L’AUMENTO DEI PREZZI DEL CARBONE COKE

Questa confluenza di eventi “ha creato tensione nel mercato” e “ha contribuito all’aumento dei prezzi del carbon coke”. Il prezzo dell’hard coking coal (HCC) ha continuato un rally iniziato nell’ottobre 2020, raggiungendo livelli record di 600 dollari per tonnellata metrica cost and freight (CFR) Cina “prima di scendere bruscamente a novembre e stabilizzarsi a prezzi di circa 400 dollari per tonnellata metrica CFR Cina. A ottobre, il carbon coke rappresentava oltre la metà del costo delle materie prime necessarie per produrre una tonnellata di acciaio in altoforno – un evento raro per gli standard storici”, sottolinea il report di McKinsey.

LE PREVISIONI SUL FUTURO

Dall’analisi emerge che i prezzi del carbon coke, come quelli di altre materie prime, “hanno sperimentato elevati aumenti in passato, dovuti a eventi climatici estremi come le inondazioni del Queensland nel 2010 e nel 2011 e il ciclone Debbie nel 2017. Tuttavia, dopo questi picchi, i prezzi sono tornati ai livelli precedenti nel giro di diversi mesi”. In futuro, eventi simili potrebbero di nuovo portare a picchi di prezzo, “ma c’è una tendenza di fondo a lungo termine che potrebbe far sì che i prezzi del carbon coke rimangano elevati. Gli investimenti nelle miniere di carbon coke e sono diminuiti e dovrebbero continuare a diminuire, date le preoccupazioni sulla sostenibilità – ha affermato l’analisi di McKinsey -. Se l’offerta di carbon coke diminuisce più velocemente della domanda, si potrebbero sviluppare carenze tali da indurre un rialzo dei prezzi”.

L’IMPATTO SULL’ACCIAIO (E NON SOLO)

Non solo. I prezzi elevati non influenzerebbero solo la produzione dell’acciaio, dato che il coke metallurgico è usato anche in altre industrie. “Gli effetti a catena si potrebbero verificare anche all’interno delle ferroleghe, della ghisa di nichel e delle fonderie, tra gli altri – ha sottolineato il report -. Un prezzo più alto del carbon coke probabilmente potrebbe influenzare la transizione dell’industria siderurgica verso metodi di produzione più ecologici. Accelererebbe anche la transizione verde nella produzione dell’acciaio perché le tecnologie verdi emergenti diventerebbero più competitive rispetto ai metodi di produzione consolidati (per esempio, in Europa si stima che questo accada tra il 2030 e il 2040)”.

In aggiunta, l’aumento dei prezzi del coke “potrebbe influenzare anche il prezzo basato sul valore del minerale ferroso. I prezzi per le diverse qualità di prodotti del minerale di ferro dipendono dal loro contenuto di ferro e dalla loro composizione chimica (principalmente fosforo, allumina e silice) e fisica (grumi o fini o pellet). I minerali di ferro di qualità inferiore richiedono più energia per essere convertiti, portando a una maggiore quantità di coke nell’altoforno – si legge nell’analisi -. I prezzi più alti del carbon coke aumentano la spesa sostenuta dalle acciaierie, portando a maggiori penalizzazioni di prezzo per i minerali di ferro di bassa qualità. Questo potrebbe influenzare la dinamica complessiva dei prezzi del minerale di ferro in due modi diversi, a seconda del livello della domanda totale”.

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DELLA SIDERURGIA

“Il recente aumento dei prezzi del carbone da coke è stato causato da una serie di eventi unici. Tuttavia, questo non significa che non fornisca utili intuizioni sui trend delle industrie dell’acciaio e del minerale di ferro del futuro. Il persistere di prezzi elevati del carbone da coke accelererebbe la transizione dell’industria siderurgica verso alternative più verdi, alterando anche radicalmente le dinamiche dei prezzi del minerale di ferro – ha concluso McKinsey -. Le aziende coinvolte in questi mercati dovrebbero pianificare uno scenario possibile in cui i prezzi elevati del carbone da coke potrebbero diventare la norma piuttosto che l’eccezione”.

(Articolo pubblicato originariamente su Energia Oltre)

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