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Gas Russo Via Mare

La Polonia gaserà Cechia e Slovacchia con il Gnl?

La Polonia, da anni determinata a troncare i rapporti energetici con la Russia, ha detto che potrebbe dotarsi di una seconda nave rigassificatrice per soddisfare la domanda di Repubblica ceca e Slovacchia. Tutti i dettagli.

La ministra del Clima della Polonia, Anna Moskwa, ha detto che il suo paese potrebbe dotarsi di una seconda unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione (FSRU, in gergo tecnico) per soddisfare la richiesta di maggiori forniture di gas liquefatto da parte della Repubblica ceca e della Slovacchia.

LE MOSSE DELLA SLOVACCHIA

Così come il resto dell’Unione europea, anche la Repubblica ceca e la Slovacchia sono in cerca di alternative al gas naturale russo. La SPP, la società statale del gas slovacca, ha stipulato degli accordi con la Norvegia per importare volumi di gas naturale via condotte e di gas liquefatto sufficienti a soddisfare il 65 per cento della sua domanda fino all’anno prossimo.

I PIANI DELLA POLONIA SUL GNL

La Polonia già possiede un terminale per l’importazione di gas liquefatto a Świnoujście, sul mar Baltico, dalla capacità di 6,2 miliardi di metri cubi. Negli anni scorsi la metà circa del fabbisogno di gas del paese veniva soddisfatto dalla società gasifera statale russa Gazprom attraverso un contratto da 10,2 miliardi di metri cubi, non rinnovato.

Varsavia conta di posizionare una FSRU (ovvero una nave rigassificatrice, che permette cioè di riportare allo stato gassoso il gas liquefatto) sul mar Baltico, vicino Danzica, nel 2026: avrà una capacità di rigassificazione di 6 miliardi di metri cubi all’anno.

UN’ALTRA NAVE RIGASSIFICATRICE

La ministra del Clima ha detto al giornale online BiznesAlert che il paese potrebbe “aprire un’altra FSRU e […] un’altra nave, ma questo sarebbe una responsabilità dei nostri partner”. La seconda – eventuale – unità potrebbe avere una capacità di 6 o 12 miliardi di metri cubi, a seconda della domanda dei paesi vicini.

Il governo polacco vuole che i rigassificatori vengano inclusi in RePower EU, il piano energetico della Commissione europea per accelerare il distacco dagli idrocarburi provenienti dalla Russia.

CHIUSI I RAPPORTI CON GAZPROM

La settimana scorsa la Polonia ha annunciato di aver rescisso l’accordo con la Russia per la fornitura di gas attraverso la condotta Yamal. Ad aprile Varsavia si era rifiutata di pagare il combustibile in rubli, come preteso dalla Russia nonostante i contratti siano generalmente basati sull’euro o sul dollaro; Mosca rispose annunciando l’interruzione dei flussi.

Il contratto con Gazprom era in scadenza nel 2022, e le autorità polacche avevano già detto anni fa di non avere intenzione di rinnovarlo. A questo proposito, la ministra Moskwa ha dichiarato che “l’aggressione della Russia all’Ucraina ha confermato l’accuratezza della determinazione del governo polacco a diventare completamente indipendente dal gas russo. Abbiamo sempre saputo che Gazprom non era un partner affidabile”.

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