skip to Main Content

Scenari Energetici Petrolio

Petrolio, cosa succederà con i primi vaccini. Report Cer

Numeri, confronti, tendenze e scenari sul petrolio nell'aggiornamento del Cer a cura dell'analista Demostenes Floros

 

L’avvio dei primi vaccini e l’auspicio di un rapido superamento della pandemia, sta contribuendo a sostenere i prezzi del petrolio. Sostenuti anche da una riduzione delle scorte statunitensi e dall’accordo raggiunto da Opec plus. La domanda mondiale risulta, tuttavia, in calo: solo la Cina registrerà una crescita annuale della domanda di petrolio. È quanto emerge dall’analisi effettuata dal Cer, Centro Europa Ricerche, a cura dell’analista Demostenes Floros.

I PREZZI DEL BARILE

“A novembre, i prezzi del barile sono significativamente aumentati nell’auspicio che i vaccini per il Covid-19 sviluppati negli Stati Uniti, Russia, Europa e Cina siano effettivamente efficaci così da sostenere, seppur indirettamente, la domanda globale di petrolio – sottolinea il report Cer -. Nello specifico, la qualità Brent North Sea ha aperto gli scambi a 37,78 $/b e li ha chiusi a 46,84 $/b, mentre il West Texas Intermediate ha iniziato le transazioni a 36,60 $/b per poi terminare a 45,20 $/b”.

L’ACCORDO OPEC PLUS

A ciò si aggiunge quanto deciso tra fine novembre e i primi di dicembre dai membri di Opec Plus: “Dopo aver ridotto la produzione di 9.700.000 b/g a partire dal 1 maggio 2020, allentando i tagli a 7.700.000 b/g dal 1 agosto, il 3 dicembre, l’OPEC plus ha infine deciso di aumentare l’output di 500.000 b/g a gennaio 2021, invece di incrementarlo di 1.900.000 b/g (…). Ciò significa che i tagli scenderanno a 7.200.000 b/g invece che a 5.800.000 b/g. Trascorso gennaio, i ministri dell’OPEC plus terranno una riunione al mese onde determinare la produzione futura di petrolio, la quale potrebbe diminuire, ma anche aumentare”.

Inoltre, i produttori che avevano precedentemente sfondato le rispettive quote estrattive “e che frattanto non hanno adempiuto a controbilanciare tali surplus con ulteriori riduzioni dell’output, lo dovranno fare fino a marzo 2021, anche usufruendo della loro quota di estrazione aggiuntiva”.

IN CALO LE SCORTE USA

“Secondo la U.S. Energy Information Administration, le scorte di greggio negli Stati Uniti sono leggermente diminuite da 492.427.000 barili il 23 ottobre a 488.042.000 barili il 27 novembre, rimanendo il 7% al di sopra della media degli ultimi cinque anni, in un periodo dell’anno solitamente caratterizzato da una domanda che tende ad essere più debole – evidenzia il report Cer -. Nel breve periodo, la recrudescenza dei casi di coronavirus nel paese non si esclude possa determinare un ulteriore indebolimento della domanda di petrolio, con conseguente aumento delle scorte. Tuttavia, l’eccesso di offerta di greggio statunitense si è notevolmente ridotto da giugno-luglio in poi”.

MERCATO SEMBRA MUOVERE VERSO UN DEFICIT DELL’OFFERTA

“Nel medio periodo, il calo delle scorte petrolifere globali proseguirà grazie al nuovo accordo, anche se l’ammontare totale di quest’ultime rimarrà comunque al di sopra della media degli ultimi 5 anni. L’impressione quindi è che il mercato stia lentamente muovendo verso un deficit dell’offerta, condizione fondamentale per escludere future tendenze ribassiste analoghe a quelle verificatesi la scorsa primavera”, ammette Flores nel report.

CATTIVE NOTIZIE NON SPARIRANNO VELOCEMENTE CON I VACCINI

Senza dubbio, ammette tuttavia il report Cer “le cattive notizie che circondano, sia la domanda di petrolio, a partire dalle nuove misure restrittive, sia l’offerta, non scompariranno così velocemente, nonostante i vaccini. ‘I principali paesi del continente europeo sono in lockdown. Ciò avrà sicuramente un effetto negativo’, ha dichiarato Sadamori alla Reuters il 9 novembre. ‘Certamente, ci aspettiamo che questa volta l’impatto sia inferiore rispetto al precedente’”.

CRESCITA DOMANDA PETROLIFERA SOLO PER LA CINA

“Solo la Cina registrerà una crescita annuale della domanda di petrolio. Secondo OilX, le importazioni cinesi di greggio, le quali sono in realtà calate del 4,88% a ottobre su settembre per complessivi 10.960.000 b/g, sono comunque superiori del 3,47% (+367.000 b/g) rispetto a settembre 2019”.

APERTURA RUBINETTI PETROLIO NON PIACE AI PRODUTTORI USA

“In conclusione, da un punto di vista politico, l’accordo dell’OPEC plus ricalca la volontà russa di riaprire, seppur per gradi, i rubinetti dell’oro nero. Una cattiva notizia soprattutto, per i produttori Nord-Americani”, ha concluso il report.

Back To Top