Ieri l’Ufficio del golden power, cioè la struttura che si occupa della gestione delle attività propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali da parte del governo, ha convocato i vertici della compagnia cementiera taiwanese Tcc per acquisire informazioni ulteriori sull’offerta di acquisto totalitaria di Nhoa, società italiana di sistemi per lo stoccaggio energetico e per la mobilità elettrica.
CHE SUCCEDE TRA TCC E NHOA, IN BREVE
Tcc Group Holdings (Tcc) già possiede l’88,8 per cento di Nhoa; adesso vuole prendersi anche la parte rimanente e procedere al delisting dell’azienda dalla borsa di Parigi, dove è quotata. Tcc è entrata nell’azionariato di Nhoa nel 2021 – al tempo l’azienda faceva parte del gruppo francese Engie -, portando rapidamente la propria quota dal 60,4 all’88,8 per cento. Il caso venne esaminato attraverso il golden power e autorizzato con un decreto, contenente però alcune prescrizioni, come l’obbligo di notifica in caso di “modifiche della governance”.
Come ha spiegato Startmag già il 1 giugno, c’è il timore che l’Opa e le modifiche alla governance di Nhoa possano riorientarne la strategia in un senso più “asiatico”, anche considerati i legami molto forti di Tcc con la Cina, dove si concentrano le sue attività. Il 30 maggio scorso il consiglio di amministrazione di Nhoa ha deciso di rinnovare il mandato dell’amministratore delegato, Carlalberto Guglielminotti (nella foto), per un anno solo anziché per tre, com’è la norma. Inoltre – come ha scritto oggi La Stampa – sono stati inseriti dei dirigenti asiatici in tutti i consigli di amministrazione. Guglielminotti non risulta più essere presidente né di Nhoa Corporate (la capogruppo) né di Atlante (la controllata specializzata nelle infrastrutture di ricarica rapida per veicoli elettrici): al suo posto ci sono Chang An Ping e Cheng Yao Hui.
Nhoa si occupa di tecnologie critiche per la transizione energetica e opera su infrastrutture sensibili, come dimostrano i recenti bandi per l’installazione di sistemi di ricarica nelle autostrade e nell’aeroporto di Torino.
LA MODIFICA DELLA GOVERNANCE E IL GOLDEN POWER
Come ha spiegato a Startmag l’avvocato Luca Picotti, “quando nel 2021 Tcc ha rilevato Nhoa, nelle condizioni è stato imposto di notificare ai sensi del golden power ogni modifica della governance. Questo significa aggiungere obblighi di notifica rispetto a quelli previsti dalla legge”.
Tcc, proseguiva l’esperto, “ritiene di avere correttamente notificato l’Opa mentre si è limitata ad una mera comunicazione per il rinnovo del consiglio di amministrazione, in quanto – dal suo punto di vista – non vi sono stati cambi rilevanti. Per la norma forse sarebbe corretto, ma lo è rispetto al Dpcm del 2021? C’è da dubitarne, se il Dpcm viene preso alla lettera, ossia con ogni modifica della governance da notificare”.
TUTTE LE VERSIONI DI TCC
Tcc ha dichiarato all’agenzia di stampa Energia Oltre che la governance di Nhoa “non è stata stravolta” e che “tutte le nomine degli ultimi anni sono state tempestivamente comunicate” al ministero dell’Ambiente, quello di competenza. L’Opa – ha proseguito la compagnia – rientra in una strategia volta alla prosecuzione degli investimenti in Italia, “dopo aver portato a termine un aumento di capitale di 91 milioni di euro e di 250 milioni di euro rispettivamente nel 2022 e 2023”.
Tcc ha detto anche di aver sempre rispettato la normativa italiana sul golden power e le prescrizioni stabilite nel 2021; “inoltre, nel febbraio e nel giugno 2024, la società ha inviato ulteriori aggiornamenti volontari e da ultimo, dieci giorni fa, ha presentato una notifica prudenziale relativa all’imminente Opa in Francia, in spirito di massima trasparenza e collaborazione con le istituzioni italiane”.
Relativamente al rinnovo di Guglielminotti per un anno solo, il presidente di Tcc, Chang An Ping, ha dichiarato che “è normale, molti manager di società che non vanno bene sono messi sotto pressione”: l’amministratore delegato avrebbe dunque “un anno di tempo per migliorare le performance del gruppo”.
Eppure ad aprile Guglielminotti aveva dichiarato che “dopo un 2023 con oltre 270 milioni di euro di ricavi e gli obiettivi di Ebitda raggiunti, il primo trimestre 2024 inizia con una crescita a doppia cifra in tutte le business unit e ricavi a livello di gruppo in aumento del 57%, superando i 58 milioni di euro”. Ciononostante, Tcc ha fatto sapere che “senza ulteriore sostegno finanziario, Nhoa non sopravviverà”: “diversi direttori indipendenti hanno chiesto quali siano le performance dopo che abbiamo fatto l’iniezione di altri 250 milioni di euro in Nhoa e la risposta sfortunatamente non è stata favorevole”, ha aggiunto Chang An Ping.
Quanto ai legami con la Cina, Tcc – che il Nikkei Asia definisce “la regina della Cina meridionale” – fa sapere di non ricevere investimenti dalla Cina continentale e che tra i suoi 550.000 azionisti l’83 per cento sono enti istituzionali e investitori individuali di Taiwan; il restante 17 per cento sono investitori stranieri, ma nessuno di questi proviene dalla Cina continentale.
IL COMMENTO DI LETTERA43
Nell’articolo oggi, La Stampa sottolinea come i dirigenti di Tcc, “seguendo una procedura inusuale”, abbiano invitato alla riunione presso l’Ufficio golden power anche Guglielminotti, nonostante Nhoa non sia stata chiamata in causa in quanto partecipata della compagnia taiwanese.
Lettera43, giornale fondato da Paolo Madron, ha commentato così la notizia degli approfondimenti sull’Opa per Nhoa:
Resta ora da vedere chi avrà la meglio. Il ceo Guglielminotti che ambisce a comandare da solo lasciando i suoi azionisti alla finestra o i taiwanesi che lo hanno sin qui supportato?
A riprova delle tensioni fra il capo azienda e gli azionisti di Tcc.