La fine del servizio di maggior tutela per le forniture di elettricità e di gas è prossimo: il 1 gennaio 2024 è la data di ingresso nel mercato libero per quanto riguarda il combustibile fossile; mentre il 10 gennaio si terranno le gare per gli utenti elettrici, con un passaggio effettivo ad aprile. Come ha spiegato anche Startmag, la transizione dal mercato tutelato a quello libero sarà graduale perché i consumatori rimarranno comunque soggetti alle condizioni dell’Arera (l’autorità di regolazione che stabilisce i prezzi) per ancora qualche anno.
In breve, gli utenti del gas che non eserciteranno attivamente una scelta verranno inseriti in un regime Placet, a condizioni standard e “regolate”, con lo stesso fornitore. Per quanto riguarda l’energia elettrica, invece, i consumatori ancora in regime di maggior tutela passeranno a un nuovo fornitore sul mercato attraverso un sistema di aste: riassumendo, ad aggiudicarsi i lotti di utenti saranno le società che offriranno i prezzi di fornitura più bassi.
Per gli utenti in situazioni di vulnerabilità – ad esempio i percettori di bonus sociali, le persone con disabilità e gli anziani con più di 75 anni – è previsto invece il mantenimento del regime di tutela, con prezzi e contratti stabiliti dall’Arera.
CONVIENE IL MERCATO LIBERO?
Nella sua ultima memoria, l’Arera ha scritto che “la media delle offerte disponibili calcolata per il mercato libero elettrico nel semestre analizzato [gennaio-giugno 2023, ndr] si mantiene stabilmente al di sopra di quella del servizio di maggior tutela, pur con un percorso di riduzione nel corso del semestre e di riavvicinamento alla tutela”. “Anche per quanto riguarda il gas”, proseguiva l’autorità, “la situazione è analoga”.
Nel 2022, d’altra parte, gli utenti sul mercato libero hanno pagato mediamente un prezzo dell’elettricità più basso rispetto a quelli sul mercato tutelato. Nello stesso anno, il mercato libero ha permesso alle piccole e medie imprese di risparmiare circa 11 milioni di euro nelle spese per l’energia.
LA BORSA PREMIA A2A, ACEA, IREN, HERA…
Il passaggio al libero mercato è ritenuto conveniente anche per le aziende fornitrici di elettricità e gas, specialmente per quelle locali. Come ha notato MF-Milano Finanza, nei giorni successivi alla pubblicazione del cosiddetto Dl Energia – il decreto-legge che stabilisce la fine del mercato tutelato, senza proroghe – i titoli in borsa di società come A2A, Iren e Acea sono cresciute. Più nello specifico, tra martedì 28 e mercoledì 29 novembre A2A ed Hera hanno guadagnato ciascuna l’1,8 per cento; Acea l’1 per cento; Iren il 2,5 per cento ed Erg il 2,7 per cento.
Gli investitori sembrano ritenere che il passaggio al mercato libero avvantaggerà le utilities locali – A2A è concentrata principalmente in Lombardia, Hera in Emilia-Romagna, Acea nel Lazio, Iren nel centro-nord -, che potranno allargare la loro base utenti.
Gli analisti di Equita sostengono che “l’abolizione del mercato della maggior tutela è un elemento leggermente positivo per le utilties A2A, Iren, Hera, Acea”. Similmente, la banca Intermonte pensa che la liberalizzazione “dovrebbe rappresentare un’opportunità di accrescere la base clienti per local utilities come A2A, Hera e Iren”.
IL MERCATO LIBERO SFAVORISCE ENEL?
Equita ritiene che il mercato libero sia “leggermente negativo per Enel”, la società energetica che rappresenta il primo fornitore di energia elettrica e (sul mercato libero) gas in Italia. In virtù della sua posizione di incumbent, ossia di azienda ex-monopolista che continua ad avere una posizione dominante in un mercato liberalizzato, Enel dovrà adesso “rinunciare ad alcuni contratti”, scrive MF.
Stando ai dati Arera, nel 2022 Enel aveva una quota di mercato del 59,1 per cento nella fornitura elettrica agli utenti domestici, tra mercato libero (32,2 per cento) e tutelato (26,9 per cento). Nello stesso anno, la quota totale di A2A era del 3,6 per cento; quella di Hera del 3,3 per cento; quella di Acea del 3 per cento; quella di Iren del 2,9 per cento; quella di Eni (presente solo sul mercato libero) dell’8,4 per cento.
Sul mercato libero del gas, sempre secondo l’Arera, Enel era il primo operatore nel 2021, con una quota del 23,7 per cento. Seguivano Eni (15,8 per cento), Hera (10,2 per cento), A2A (4,6 per cento) e Iren (4 per cento).
CHI CI GUADAGNA
Il mercato tutelato dell’energia, semplificando, funziona così: c’è un soggetto che acquista energia sul mercato e la cede alla società fornitrice; la società fornitrice aggiunge un margine (stabilito dall’Arera) e rivende infine l’energia al cliente ultimo. Sul mercato libero, invece, la società fornitrice acquista direttamente l’energia sul mercato e la rivende a un prezzo che stabilisce in autonomia. Secondo MF, “si potrebbe applicare un principio per cui è sempre vero che con il mercato libero l‘utility margina di più, ma non è sempre vero che il cliente paghi meno l’energia del mercato tutelato”.
Su lavoce.info Gionata Picchio (vicedirettore di Staffetta Quotidiana) e Antonio Sileo (vicedirettore di Nuova Energia) hanno scritto che “la fine tutela ha un doppio obiettivo: non solo lasciare il mercato finale alle sole logiche competitive, ma anche riequilibrare una distorsione risalente al Dlgs Bersani del 1999 che, se nella produzione aveva fissato tetti antitrust, nella vendita aveva invece lasciato tutto il mercato residenziale a Enel (per un 80 per cento) e alle grandi municipalizzate”.
I due analisti fanno notare come i “vincenti” del mercato libero “dovrebbero essere i venditori elettricità non verticalmente integrati, che nella gara potranno aggiudicarsi cospicui pacchetti di clienti dagli esercenti della maggior tutela”. Mentre a rimetterci sarà Enel, l’incumbent, “che nel migliore dei casi nelle aste potrà riacquisire solo parte dei clienti persi, per via di un tetto previsto dal regolamento” (non più del 30 per cento del totale degli utenti all’asta).
Quanto ai consumatori, Picchio e Sileo scrivono che “non sembrano” essere loro “a uscire perdenti dalla scadenza del 2024. Nell’immediato, con le aste, potrebbero anche risparmiare” sulle bollette della luce.