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Bollette di luce e gas, cosa cambierà con la fine del mercato tutelato

Tra dicembre e gennaio il mercato tutelato di luce e gas verrà sostituito dal mercato libero: ecco cosa cambierà per le bollette e chi sarà esentato dal passaggio.

 

Il 31 dicembre 2023 e il 10 gennaio 2024 sono le due date di fine del cosiddetto “mercato tutelato” per le forniture domestiche di di gas naturale e di energia elettrica. Il mercato tutelato, in breve, è quello nel quale i prezzi delle forniture energetiche e i contratti vengono stabiliti dall’autorità competente, ovvero l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).

Al posto del mercato tutelato, anche per le utenze domestiche – per le aziende, infatti, il passaggio alle nuove condizioni c’è già stato lo scorso aprile – ci sarà il mercato libero. In questo caso, i prezzi e le condizioni delle forniture di gas e luce verranno decisi in autonomia dalle società energetiche, ma l’Arera manterrà il suo ruolo di indicatore delle tendenze di mercato (i prezzi dell’energia, come di pressoché ogni bene e servizio, sono influenzati dalle dinamiche di domanda e offerta).

NESSUNA PROROGA DEL MERCATO TUTELATO

Nel decreto-legge approvato lunedì dal Consiglio dei ministri – anche noto come Dl Energia, perché contiene diverse misure di sostegno alle imprese energivore e di facilitazione degli investimenti in impianti rinnovabili, tra le altre cose – non compare alcuna proroga alla fine del mercato tutelato per il gas e l’elettricità: il passaggio dunque avverrà, come previsto, a dicembre e a gennaio.

LE PAROLE DI PICHETTO

“Sul mercato tutelato non ho mai pensato a proroghe”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto: “il 10 gennaio ci sono le gare”.

Le gare servono a garantire che non si ripresenti sul mercato libero dell’elettricità la stessa concentrazione del mercato tutelato, dove un singolo operatore detiene una quota del 60 per cento del mercato. Attraverso le aste, dunque – spiegava Il Foglio in un articolo dell’esperto di energia Carlo Stagnaro-, si procederà a trasferire gruppi di consumatori all’operatore che li servirà al prezzo più basso; nessun operatore potrà aggiudicarsi più del 30 per cento dei clienti.

LA TUTELA DELLA VULNERABILITÀ

Il ministro Pichetto ha detto anche che il governo farà “delle valutazioni rispetto ai vulnerabili, pensando per loro a una metodologia diversa. Con Arera stiamo definendo le modalità di attuazione”.

Si stima che gli utenti italiani nel mercato tutelato dell’energia siano circa un terzo del totale. Per i cittadini in situazioni di vulnerabilità – per esempio quelli che si trovano in condizioni economiche difficili, che hanno disabilità o che hanno più di 75 anni – è previsto un regime speciale, chiamato “servizio di tutela della vulnerabilità”, dove i prezzi e i contratti sono stabiliti dall’Arera.

Tutti gli altri avranno la possibilità di mantenere l’attuale operatore o di passare a un fornitore che ritengono più conveniente.

COSA SUCCEDE CON LA FINE DEL MERCATO TUTELATO

Per il mercato dell’energia elettrica, gli utenti del mercato tutelato che invece non sceglieranno un operatore sul mercato libero verranno inseriti – automaticamente e per tre anni – nel “servizio a tutele graduali”, dove le tariffe verranno fissate dall’Arera sulla base del PUN, il prezzo unico nazionale dell’elettricità. Il PUN potrebbe non essere più conveniente del prezzo dell’energia offerto sul mercato libero, dove c’è concorrenza tra le aziende per attirare quanti più utenti possibile (la tutela della concorrenza è garantita dall’Agcm, l’autorità antitrust che punisce gli abusi).

Similmente, color che non sceglieranno un contratto sul mercato libero per il gas saranno fatti confluire per un anno nel regime “Placet Del. 100”: anche in questo caso, le condizioni contrattuali saranno praticamente uguali a quelle del mercato tutelato sotto ARERA.

IL MERCATO LIBERO CONVIENE?

Intervenuto recentemente all’evento “Il futuro dell’energia”, organizzato da Pulsee Luce e Gas, l’economista Carlo Stagnaro – è direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, di orientamento liberista – ha spiegato che “fare il salto verso il mercato libero conviene” perché mette i consumatori “in condizione di scegliere l’offerta migliore”.

Come riportato dall’agenzia di stampa Energia Oltre, Stagnaro ha ricordato che “mediamente una famiglia italiana spende per l’energia elettrica il 2% di tutte le spese annuali. Perché pensiamo che i consumatori non siano consapevoli quando devono scegliere l’operatore dell’energia elettrica? La maggior tutela è un’opportunità in più, non un ostacolo o un problema”.

IL CASO DELLE PMI E DELLE MICROIMPRESE

Sul Foglio, Stagnaro ha scritto che, grazie al mercato libero dell’energia, nel 2022 le piccole e medie imprese “hanno risparmiato circa 11 milioni di euro. Se la maggior tutela per le microimprese fosse cessata contestualmente alle pmi, anziché un anno dopo, queste ultime avrebbero risparmiato più di 60 milioni di euro”.

In un intervento su Public Policy, Stagnaro ha aggiunto che “l’argomento secondo cui vi sarebbero rischi di incrementi ingiustificati dei prezzi” con il mercato libero “è inconsistente. Infatti, il meccanismo per l’individuazione dei nuovi fornitori si basa su procedure concorsuali pensate proprio per minimizzare i costi a carico della collettività. Ne è conferma l’esito delle aste già svolte in relazione alle piccole imprese nel 2021 e alle microimprese nel 2022: come confermano i relativi rapporti Arera, esse hanno determinato un risparmio per i consumatori coinvolti”.

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