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Libia, Isis e petrolio. Lo speciale di Start Magazine

E' arrivata la rivendicazione dell'Isis per l'attentato contro il ministero degli Esteri a Tripoli (Libia). Lo speciale di Start con un dossier sul petrolio

LO STATO ISLAMICO HA RIVENDICATO L’ATTENTATO A TRIPOLI

E’ arrivata la rivendicazione da parte dell’Isis per l’attentato di ieri contro la sede del ministero degli Esteri libico, a Tripoli, nel quale hanno perso la vita tre persone.

CHE COSA E’ SUCCESSO A TRIPOLI

Tre “soldati del califfato”, con giubbotti esplosivi e armi automatiche, hanno preso d’assalto la sede centrale del ministero del “governo apostata libico”, ha reso noto l’Isis sul web, rivendicando l’azione, come riportato da Site, centro statunitense di monitoraggio del radicalismo islamico.

IL BILANCIO DELL’ATTENTATO

Sono almeno 21 i feriti nell’attentato di ieri, secondo un ultimo bilancio. Tra le vittime, oltre ai tre attentatori, anche il diplomatico Ibrahim Al Shaebi, direttore del Dipartimento per la Cooperazione islamica, il portavoce delle Brigate rivoluzionarie di Tripoli, Abdulrahman Mazoughi, ed un civile che si trovava al ministero per sbrigare alcune pratiche burocratiche.

CHE COSA HANNO RIFERITO ALCUNI TESTIMONI

Alcuni testimoni hanno raccontato che l’esplosione è stata accompagnata da colpi d’arma da fuoco e hanno parlato di “vari uomini in azione”. Le immagini diffuse dai siti libici mostrano una densa colonna di fumo sprigionarsi dall’edificio del ministero. Gli aggressori hanno aperto il fuoco sull’edificio prima che due di loro riuscissero a entrare e saltare in aria.

LE AZIONI DELL’ISIS IN LIBIA

A settembre l’Isis – che per un certo periodo è riuscito a creare un quartier generale nella regione di Sirte – ha rivendicato la responsabilità di un attacco suicida nella Capitale contro sede della National Petroleum Company (NOC). Due persone sono morte. Alcuni mesi prima, all’inizio di maggio, due attentatori suicidi hanno ucciso 14 persone in un attacco alla sede della Commissione elettorale a Tripoli. La capitale libica è stata anche teatro di violenze tra gruppi armati rivali, dal 27 agosto al 4 settembre, che hanno causato la morte di oltre 60 persone.

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