“Senza una rete elettrica adatta allo scopo, non riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo REPowerEU di sostituire i combustibili fossili russi, né a raggiungere i nostri obiettivi di zero emissioni nette”. Sono parole di Kadri Simson, commissaria europea per l’Energia, pronunciate ieri durante il primo High-Level Electricity Grid Forum dell’ENTSO-E. L’ENTSO-E è la rete europea dei gestori di sistemi di trasmissione di energia elettrica: l’Italia è rappresentata da Terna.
L’IMPORTANZA DELLA RETE ELETTRICA PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA
Il forum, come ha scritto il giornale specializzato Smart Energy International, ha l’obiettivo di diffondere la consapevolezza sull’importanza della rete elettrica. La transizione energetica che l’Unione europea si sta impegnando a fare è un grande processo di “elettrificazione” dei consumi: significa che l’energia elettrica – ovviamente generata da fonti pulite – andrà a sostituire i combustibili fossili in molte applicazioni, sia domestiche che industriali che di trasporto; di conseguenza, l’infrastruttura elettrica dovrà diventare più grande e robusta per raggiungere tutti i nuovi impianti eolici e fotovoltaici e per garantire il bilanciamento costante di domanda e offerta (turbine e pannelli dipendono dalla presenza di vento e sole).
INVESTIMENTI PER 584 MILIARDI DI EURO
Per l’espansione e l’aggiornamento tecnologico delle reti servono grandi investimenti: Simson ha parlato di 584 miliardi di euro entro il 2030, e ha fatto riferimento a un finanziamento addizionale del 50 per cento al piano REPowerEU da parte della Banca europea per gli investimenti.
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La commissaria ha detto poi che c’è bisogno di velocizzare le procedure autorizzative per i progetti di modernizzazione delle reti e di puntare maggiormente sull’interconnessione tra le reti europee, in modo da aumentare la resilienza dei vari sistemi nazionali. Stando alle stime dell’ENTSO-E, gli investimenti europei nelle infrastrutture elettriche transfrontaliere dovrebbero procedere a un ritmo di 6 miliardi all’anno fino al 2040.
IL PROBLEMA INDUSTRIALE
In ultimo, Simson ha affrontato il problema dei colli di bottiglia industriali. “Tutti leggiamo le notizie di progetti rimandati o sospesi perché i tempi di attesa per i componenti vanno oltre il 2030, o a causa dell’aumento dei costi”. Le reti elettriche hanno bisogno di cavi in rame e di inverter di tipo grid-forming, più adatti di quelli attuali (detti grid-following) nella gestione delle fonti rinnovabili intermittenti.
“Non dimentichiamo”, ha aggiunto la commissaria, “che i tre maggiori produttori di cavi al mondo hanno sede qui in Europa. Se riuscissimo a potenziare la nostra capacità industriale, ad ampliare il bacino di manodopera qualificata, a migliorare la catena di approvvigionamento, tutto questo si trasformerebbe in posti di lavoro, crescita e opportunità”. Lo scorso marzo la Commissione europea ha presentato un piano industriale, il Net-Zero Industry Act, per stimolare la manifattura interna di “tecnologie pulite” e ridurre la dipendenza dall’estero (cioè dalla Cina, principalmente).
LA RIFORMA DEL MERCATO ELETTRICO
La trasformazione della rete elettrica europea si lega alla riforma del mercato elettrico dell’Unione europea. La Commissione ha presentato la sua proposta a marzo. Bruxelles vorrebbe stimolare l’installazione di capacità rinnovabile (che in teoria dovrebbe triplicare entro il 2030) e ridurre la volatilità dei prezzi, ma non intende modificare la regola del costo marginale: spiegato semplicemente, significa che i primi impianti a vendere l’elettricità sono quelli dal costo marginale più basso, cioè quelli che possono aumentare la produzione senza grosse spese (sole e vento sono gratis, a differenza del gas naturale). All’High-Level Electricity Grid Forum Simson ha dichiarato che la riforma cambierà “il meccanismo di remunerazione per i progetti sulle reti e accrescerà gli investimenti anticipatori”.
E IL PRICE CAP AL GAS?
La Commissione sta inoltre valutando il da farsi sul cosiddetto “Meccanismo di correzione del mercato”, ovvero il tetto al prezzo del gas naturale (price cap) istituito a dicembre 2022 con l’obiettivo di mitigare la crisi energetica. In un rapporto di marzo, l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia dell’Unione europea aveva scritto che il price cap non aveva avuto “impatti significativi” diretti e inequivocabili sui mercati energetici, né positivi né negativi.
Come riportato da Eunews, la direttrice generale della Direzione energia della Commissione, Ditte Juul Jorgensen, ha detto in audizione al Parlamento europeo che Bruxelles sta valutando se prorogare il price cap e le altre misure emergenziali introdotte durante la fase di crisi dei prezzi dell’energia.