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Azerbaigian

Energia, cosa comprerà l’Italia dall’Azerbaigian

Draghi ha discusso con il presidente dell'Azerbaigian del "rafforzamento della cooperazione bilaterale" sull'energia, vista la necessità di un distacco dalla Russia. L'Azerbaigian è già il primo fornitore di petrolio all'Italia, e può diventare più rilevante per gli acquisti di gas grazie al Tap. Tutti i numeri

Stamattina il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Hanno discusso, oltre che della situazione in Ucraina, anche del “rafforzamento della cooperazione bilaterale, in particolare nel settore energetico”.

LE PAROLE DI DRAGHI

L’Azerbaigian è già un importante partner italiano sull’energia. Al punto che Draghi, nel suo recente intervento alla Camera sulla guerra tra Russia e Ucraina, aveva menzionato proprio l’Azerbaigian nella lista dei fornitori privilegiati per sostituire le forniture di gas russo.

LA DIPENDENZA DA MOSCA SUL GAS

Attualmente l’Italia è molto dipendente dal gas russo, che vale oltre il 40 per cento del totale importato. Il secondo fornitore è l’Algeria, con il 23 per cento circa (dati 2020). Tale condizione di dipendenza da Mosca rende il nostro paese vulnerabile a un’interruzione dei flussi di combustibile, che il Cremlino potrebbe ordinare in risposta alle dure sanzioni imposte dall’Europa, gli Stati Uniti e gli alleati.

L’Italia potrà, nell’immediato, sopravvivere senza il gas russo, ma una sua completa sostituzione nel medio termine si rivelerebbe estremamente difficile.

LE RASSICURAZIONI DI CINGOLANI E DI MAIO

Dal governo sono comunque giunte rassicurazioni. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha fatto sapere che si sta “lavorando […] per eliminare l’eventuale ricatto dal gas russo”. Al TG1 il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che “per metà anno, circa la metà del gas importato dalla Russia sarà sostituita da altre fonti”.

La settimana scorsa Di Maio è andato in visita in Algeria per ottenere forniture aggiuntive di gas naturale, che arriva in Italia attraverso la condotta TransMed. Algeri potrà sì svolgere un ruolo energetico di maggiore peso per Roma, ma in prospettiva ci sono due problemi: uno è l’instabilità politica interna, che potrebbe paralizzare le forniture (come già succede in Libia, peraltro); l’altro è la crescente domanda nazionale di gas, che ne riduce le quantità destinabili all’esportazione.

IL GAS DALL’AZERBAIGIAN NEL 2021

Il contributo dell’Azerbaigian alle importazioni italiane di gas è ancora limitato: l’infrastruttura di riferimento (il gasdotto Trans-Adriatico, o TAP) è di fatto entrata in funzione a fine 2020. Il portale QualEnergia scrive che l’anno scorso l’Italia ha acquistato 7,2 miliardi di metri cubi di combustibile azero, quasi il 10 per cento del totale importato. Il consumo nazionale di gas è stato di 76,1 miliardi di metri cubi.

IL FUTURO DEL TAP

La capacità del TAP è di 10 miliardi di metri cubi all’anno, eventualmente espandibile fino a 20 miliardi.

Allo stato attuale, dunque, il TAP può garantire all’Italia 8 miliardi di metri cubi di gas, perché la condotta rifornisce anche la Bulgaria e la Grecia per piccole quantità: 1 miliardo di metri cubi a testa. Il gasdotto parte dalla Grecia, attraversa l’Albania e sfocia in Puglia; si allaccia alla rete che mette in comunicazione il giacimento azero Shah Deniz con la Turchia.

IL PETROLIO DELL’AZERBAIGIAN

L’Azerbaigian è già un importante fornitore di petrolio per l’Italia. Il più importante, visto che nel 2021 (dati unem) è valso il 22,3 per cento del totale delle importazioni. La quota della Russia è del 10 per cento.

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