Il titolo in borsa di Industrie De Nora, azienda di elettrochimica controllata dall’omonima famiglia, ha perso oltre il 9 per cento, toccando un minimo storico di circa 9 euro, a seguito della decisione della banca d’investimento Jefferies di abbassare il giudizio da buy a hold in previsione di rendimenti inferiori. Anche il target price è stato rivisto al ribasso, da 16 a 11 euro.
Jefferies ha tagliato recentemente anche il rating di Stellantis.
I RISULTATI DI DE NORA NEL PRIMO SEMESTRE 2024
Il 30 luglio De Nora ha comunicato i risultati del primo semestre del 2024 che, al di là di un miglioramento della posizione finanziaria netta, sono in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: i ricavi sono ammontati a 400 milioni di euro, contro i 420 milioni della prima metà del 2023; l’utile netto è stato di 40 milioni, rispetto a 46,7 milioni; l’Ebitda adjusted è stato di 75,3 milioni, contro gli 84,4 milioni di un anno prima.
IL PROBLEMA DELL’IDROGENO VERDE
Questi risultati – come spiegato dall’amministratore delegato Paolo Dellachà – sono legati principalmente ai “ritardi nell’identificazione e implementazione delle normative per il mercato dell’idrogeno verde, che sebbene stiano progredendo, non sono ancora sufficienti ad accelerare lo sviluppo dell’industria, continuando a causare rallentamenti nell’evoluzione dei progetti e delle relative decisioni finali di investimento da parte dei principali clienti”.
L’idrogeno verde è un combustibile che non rilascia gas serra quando viene bruciato (ad eccezione del vapore acqueo) e che viene ricavato utilizzando l’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili. Si pensa che l’idrogeno possa consentire la decarbonizzazione di quei settori industriali difficilmente elettrificabili, come la siderurgia, ma è molto costoso da produrre e per questo motivo un vero e proprio mercato ancora non esiste. La Commissione europea vuole che entro il 2030 l’Unione produca almeno 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde e ne importi altrettante.
De Nora è specializzata nella produzione degli elettrolizzatori, i macchinari che permettono di ottenere l’idrogeno verde dall’elettrolisi dell’acqua, e ne sta costruendo una fabbrica a Milano in collaborazione con Snam.
LA REVISIONE DELLA GUIDANCE
Nonostante la debolezza del mercato dell’idrogeno verde, la divisione Energy Transition di De Nora ha comunque visto crescere del 10,6 per cento su base annua i propri ricavi al 30 giugno 2024, per 52,3 milioni di euro. La società ha rivisto la guidance per questo segmento, dicendo di aspettarsi “uno sviluppo del fatturato in leggero aumento (low single digit)” per l’intero 2024.
LE VALUTAZIONI DI JEFFERIES E UBS
Gli analisti di Jefferies hanno fatto notare che “l’annuncio più recente di De Nora di una revisione al ribasso delle sue stime di crescita arriva solo quattro mesi dopo l’ultimo taglio” e che gli obiettivi di fatturato sono stati tagliati di oltre il 40 per cento dal momento della quotazione in borsa, sul segmento Euronext, nel giugno 2022.
Non solo quelli di Jefferies, peraltro, ma anche gli analisti di Ubs hanno abbassato il target price a 15,5 euro, anziché 20,5, confermando però il giudizio buy.
CHI SONO GLI AZIONISTI
L’azionista principale di De Nora è l’omonima famiglia, che possiede il 53,3 per cento del capitale. Più nello specifico, Federico De Nora – presidente del consiglio di amministrazione – possiede il 47,5 per cento della società, sia individualmente che attraverso la Federico De Nora SpA.
Il 21,5 per cento di De Nora è posseduto indirettamente da Snam attraverso la controllata (al 100 per cento) Asset Company 10.
Norfin, società di investimenti nei settori mobiliari ed immobiliari (inizialmente holding del gruppo De Nora), possiede il 5,7 per cento.