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Litio

Tutte le mosse di Indonesia e Zimbabwe per limitare l’export di metalli

L'Indonesia ha imposto un divieto all'esportazione di bauxite, un minerale fondamentale per la produzione dell'alluminio. Lo Zimbabwe ha fatto lo stesso ma con il litio per le batterie. Ecco cosa vogliono ottenere i due grandi fornitori di materie prime.

 

Mercoledì il presidente indonesiano Joko Widodo ha annunciato un divieto all’esportazione di bauxite, un minerale necessario alla produzione di alluminio di cui l’Indonesia è il quinto maggiore fornitore al mondo.

Il ban entrerà in vigore il prossimo giugno.

L’OBIETTIVO DELL’INDONESIA

Il governo indonesiano, ha spiegato Widodo, “è continuamente impegnato a costruire sovranità nel nostro settore delle risorse naturali e ad aggiungere valore ai [prodotti] nazionali, al fine di aprire il maggior numero possibile di posti di lavoro, aumentare le [entrate] in valuta estera e creare una crescita economica uniforme”.

L’obiettivo di Giacarta è mantenere la bauxite in patria, in modo da stimolare la crescita dell’industria nazionale di raffinazione della materia prima. A questo proposito, il ministro degli Affari economici Airlangga Hartarto ha detto che il minerale grezzo indonesiano viene esportato in Cina e in Australia, da cui poi l’Indonesia acquista prodotti lavorati.

NUOVE FABBRICHE DI ALLUMINA

Ci sono al momento quattro raffinerie in Indonesia che utilizzano la bauxite come materia prima per la produzione di allumina, un prodotto intermedio nel processo di ottenimento dell’alluminio: la loro capacità produttiva combinata ammonta a 4,3 milioni di tonnellate.

Hatarto ha detto che sono stati avviati i preparativi per costruire altri stabilimenti, che permetteranno di più che raddoppiare la capacità attuale.

AUMENTO DEL VALORE DELLE ESPORTAZIONI

Secondo il presidente Widodo, il divieto alle esportazioni permetterà di far crescere il valore dell’export indonesiano di bauxite dagli attuali 21 trilioni di rupie (circa 1,3 miliardi di dollari) ad almeno 62 trilioni.

Stando ai dati dello U.S. Geological Survey, un’agenzia del governo statunitense, nel 2020 l’Indonesia è stata la quinta maggiore produttrice al mondo di bauxite, di cui possiede le seste riserve più grandi del pianeta.

IL PRECEDENTE DEL 2014-2017

Non è la prima volta, ricorda il Nikkei Asia, che l’Indonesia blocca le esportazioni di bauxite. Aveva già imposto restrizioni nel 2014 – “causando un calo significativo delle spedizioni”, scrive il quotidiano -, allentandole solo nel 2017.

IL DANNO PER LA CINA

Il ban di Giacarta alla bauxite danneggerà soprattutto la Cina, che nel 2014 (l’anno del primo divieto) ne era la nettamente la maggiore acquirente: il 99 per cento dei carichi del metallo indonesiano finivano proprio in Cina. Da allora Pechino ha ridotto la quota di dipendenza, ma nonostante la diversificazione continua comunque ad acquistare dall’Indonesia grosse quantità del minerale: nel 2021 quasi un quinto delle importazioni cinesi di materie grezze legate all’alluminio provenivano da questo paese.

La Cina è nettamente la maggiore produttrice di alluminio al mondo.

L’IMPATTO SUI PREZZI DELL’ALLUMINIO

L’annuncio del governo indonesiano ha avuto un impatto limitato sui prezzi dell’alluminio: i contratti a tre mesi sulla London Metal Exchange, la più importante borsa di scambio di futures sui metalli, sono cresciuti dello 0,6 per cento a 2386,50 dollari a tonnellata.

NON SOLO BAUXITE: I BAN DELL’INDONESIA AL NICHEL

Nel 2014, e per tre anni, l’Indonesia ha vietato anche le esportazioni di nichel, un metallo – ne è la maggiore produttrice al mondo – utilizzato per le batterie delle auto elettriche e per l’acciaio inossidabile.

– Leggi anche: L’Indonesia vuole creare un cartello dei produttori di nichel

Il ban ha avuto l’effetto di stimolare gli investimenti cinesi nell’industria indonesiana di lavorazione del metallo, rendendo il paese un grande produttore di acciaio inossidabile.

Giacarta aveva imposto un altro divieto all’esportazione di nichel, entrato in vigore nel gennaio 2020, che è stato però contestato dall’Unione europea davanti all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Bruxelles lo riteneva dannoso per l’industria siderurgica comunitaria, e alla fine l’istituzione stabilì che le restrizioni indonesiane non erano giustificate.

Jokowi ha detto che l’Indonesia ricorrerà in appello contro la sentenza dell’OMC. E che il blocco al nichel ha avuto successo nell’incrementare il valore delle relative esportazioni indonesiane, passato da 1,1 miliardi di dollari nel 2014 a 20,9 miliardi nel 2021.

Quest’anno, inoltre, Giacarta ha emesso dei ban temporanei all’esportazione di altre due materie prime di largo consumo, il carbone e l’olio di palma, creando perturbazioni in entrambi i mercati.

LA MOSSA DELLO ZIMBABWE

Il 20 dicembre il ministro delle Miniere dello Zimbabwe, nell’Africa meridionale, ha annunciato un divieto di esportazione di litio grezzo, un metallo utilizzato per le batterie dei veicoli elettrici.

Le esportazioni di minerali valgono circa il 60 per cento delle entrate zimbabwesi legate alle esportazioni; il settore minerario, invece, contribuisce al prodotto interno lordo per il 16 per cento.

Come nel caso di Giacarta, anche Harare punta a sfruttare le materie prime di cui dispone per stimolare la crescita, sul territorio nazionale, di una filiera industriale completa, che non si limiti cioè all’estrazione del litio ma comprenda anche la sua raffinazione e la produzione di batterie, le due attività a maggior valore aggiunto.

“Se continuiamo a esportare litio grezzo non andremo da nessuna parte”, ha dichiarato il viceministro delle Miniere Polite Kambamura. “L’abbiamo fatto [le restrizioni alle esportazioni di litio, ndr] in buona fede, per il bene dell’industria”.

Lo Zimbabwe possiede i depositi di litio più grandi di tutta l’Africa. La miniera di Bikita, la più importante del paese, contiene riserve per 10,8 milioni di tonnellate.

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