Snam, la società energetica che gestisce la rete italiana dei gasdotti, si è aggiudicata una nave rigassificatrice da Golar LNG, azienda bermudiana di infrastrutture per il gas liquefatto. La nave è nota in gergo tecnico come “unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione” o FSRU, secondo la sigla inglese: si tratta di un impianto che permette di riportare allo stato gassoso il gas naturale reso liquido (si parla appunto di gas naturale liquefatto, o GNL) prima di venire caricato sulle metaniere e trasportato; la rigassificazione è necessaria all’immissione del gas nella rete e al suo utilizzo per il riscaldamento o per l’elettricità.
IL CONTESTO, IN BREVE
L’Unione europea vuole aumentare le importazioni di GNL per ridurre la dipendenza dai flussi via condotte provenienti dalla Russia, sua principale fornitrice di idrocarburi. L’Italia, di conseguenza, sta lavorando per potenziare la propria capacità di rigassificazione: il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto che il paese potrebbe dotarsi di una capacità aggiuntiva di 24 miliardi di metri cubi nei prossimi dodici-diciotto mesi. Il governo ha chiesto così a Snam di acquisire delle FSRU. Non sarà facile, come spiegavano su Startmag, perché c’è una competizione internazionale per l’accaparramento di queste navi, la cui disponibilità è peraltro limitata.
SNAM E LA SARDEGNA
La nave di Golar LNG acquistata da Snam a un prezzo di 269 milioni di euro, la Golar Arctic, è una metaniera che verrà convertita in rigassificatrice: la consegna non avverrà prima di due anni. L’unità avrà una capacità massima di stoccaggio di 140mila metri cubi e sarà installata a Portovesme, nel comune di Portoscuso, nella Sardegna sud-orientale. La località è vicina alla centrale termoelettrica di Enel a Portoscuso, alimentabile via gas.
La Sardegna non è ancora “metanizzata”, cioè dotata di una rete interna di condotte per il metano e collegata al resto d’Italia. Il progetto di Snam – attivo dal 2024 – prevede un sistema di trasporto di gas liquefatto dall’isola ai rigassificatori di La Spezia e Livorno, e viceversa; in aggiunta alla nave rigassificatrice di Portovesme, inoltre, l’isola ne installerà una seconda a Porto Torres, nel nord.
TUTTO SU GOLAR LNG
Golar LNG Limited è una società di infrastrutture per il gas liquefatto focalizzata in particolare sulle unità di liquefazione, trasporto, stoccaggio e rigassificazione. Ha sede nelle Bermuda, territorio d’oltremare britannico geograficamente più vicino agli Stati Uniti che al Regno Unito. Possiede e affitta FSRU e metaniere, occupandosi anche dello sviluppo di progetti gas-to-power (per la produzione di energia elettrica dal gas naturale) e di operazioni di distribuzione su piccola scala. Attraverso la sua sussidiaria Golar Management, controllata interamente, fornisce servizi commerciali e di assistenza tecnica.
Il presidente di Golar LNG è Tor Olav Trøim, norvegese, con un passato in società energetiche e di trasporto marittimo. L’amministratore delegato, anche lui norvegese, è Karl Fredrik Staubo: ha ricoperto ruoli da dirigente nella banca d’investimento Clarksons Platou Securities.
Golar LNG è quotata al Nasdaq, il mercato borsistico elettronico statunitense. I suoi azionisti principali al 31 gennaio scorso sono Orbis Investment Management e Cobas Asset Management, due società di gestione degli investimenti – la prima ha sede in Bermuda, la seconda in Spagna – con quote rispettivamente del 10,8 e del 10,2 per cento. Segue, con il 6,4 per cento, Rubric Asset Management, società di gestione degli investimenti britannica. Il presidente Trøim ha una quota del 4,9 per cento.
IL RUOLO DI BLACKROCK (ANCORA)
Tra gli azionisti di Golar LNG è presente anche il fondo BlackRock, che ne possiede il 4,1 per cento delle azioni. BlackRock figura come maggiore azionista di molte delle principali aziende statunitensi che esportano gas liquefatto, come Cheniere Energy, Tellurian e Sempra.