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Habeck

Tutti i maxi-accordi sull’idrogeno tra Germania e Norvegia

Germania e Norvegia hanno rafforzato la partnership sull'idrogeno: Berlino vuole utilizzarlo anche nelle centrali elettriche. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino.

È la Norvegia il nuovo Eldorado energetico della Germania. Un Eldorado costoso, molto più costoso rispetto all’emporio moscovita, ma almeno più sicuro e affidabile e di questi tempi non è poco. Si tratterà di rifare i conti e preventivare costi per l’energia molto più elevati che in passato, ma per un’economia bisognosa di certezze a medio e lungo termine come quella tedesca è uno scotto che si può pagare. Il legame con l’alleato scandinavo è cementato da valori comuni, culture simili e condivisioni strategiche, oltre che dall’appartenenza alla Nato. Altra lega rispetto alla scommessa geopolitica che sottintendeva il rapporto energetico con la Russia. E certezza e affidabilità, come sanno bene gli stessi tedeschi, si pagano.

Nella seconda metà della scorsa settimana, il ministro dell’Economia Robert Habeck ha speso tre giorni a Oslo, con un’agenda fitta di incontri e colloqui a livello politico e imprenditoriale. Unico tema sul tappeto, l’energia. Accordi, memorandum e progetti con l’occhio puntato sull’orizzonte dell’idrogeno, la nuova frontiera indicata dai Grünen che di fatto governano sotto Olaf Scholz la politica energetica della Germania dopo l’attacco russo all’Ucraina.

IL NUOVO COMMERCIO ENERGETICO TRA GERMANIA E NORVEGIA

Per inquadrare il nuovo asse Berlino-Oslo bisogna innanzitutto guardare i numeri del 2022, l’anno della svolta (imposta). Nei dodici mesi che hanno cambiato l’Europa, la Norvegia ha soppiantato la Russia come primo fornitore energetico della Germania, con il 33% del volume totale, mentre Mosca ha fornito il 22%. La Russia, che aveva contribuito al 52% delle importazioni di gas tedesche nel 2021, ha tagliato le forniture attraverso l’importante gasdotto Nord Stream 1 in successione del 60%, poi dell’80%, con flussi che sono scesi a zero all’inizio di settembre dopo il danneggiamento della linea.

I dati arrivano dal regolatore energetico tedesco e dicono anche che nel 2022 la Germania ha importato il 12,3% in meno di gas naturale rispetto all’anno precedente, pari a 1.449 terawattora (TWh), poiché il ritiro delle forniture russe di combustibili fossili ha innescato una crisi energetica.

I DUBBI SUI RIGASSIFICATORI

“Le mancate spedizioni di gas dalla Russia sono state in parte compensate da importazioni aggiuntive, tra le altre origini, attraverso i Paesi Bassi, il Belgio e la Norvegia”, si legge nel comunicato emesso dal regolatore. Nei prossimi anni, secondo le previsioni degli analisti, saranno gli Stati Uniti ad assumere la leadership nei rifornimenti di gas liquefatto alla Germania, mentre la strategia di diversificazione ingloba i contratti stipulati dalla seconda metà del decennio con il Qatar (alla faccia delle critiche pubbliche di facciata dei leader politici tedeschi sulla violazione dei diritti nell’emirato).

Uno dopo l’altro si aprono i terminal galleggianti progettati a tempi di record lungo le due coste marine tedesche, quella del Mare del Nord e la baltica, e già un quotidiano attento all’economia come l’Handelsblatt si chiede se la Germania non stia costruendo ora troppi terminal Gnl (ormai non si comprende più quanti ne siano davvero previsti, sette, otto, forse dieci), e se il paese non rischi una sovracapacità dei suoi nuovi impianti.

LA GERMANIA PUNTA SULL’IDROGENO

Ma è sull’idrogeno che il governo tedesco a trazione (energetica) verde punta per il futuro ed è su questo versante che la Norvegia continuerà ad occupare una posizione dominante. Berlino ripone grandi speranze nell’idrogeno come vettore energetico per la trasformazione dell’economia nel rispetto del clima.

La visita di Habeck ha consolidato la partnership sull’idrogeno tra i due paesi. L’accordo, firmato dal ministro tedesco e dai suoi colleghi norvegesi dell’Energia e del Commercio, Terje Aasland e Jan Christian Vestre, prevede che entro il 2030 dovrà essere realizzata un’infrastruttura su larga scala per l’importazione di idrogeno in Germania. Un piano che sarà preceduto da studi sulla fattibilità di tali progetti, in particolare la costruzione di un grande oleodotto per l’idrogeno e il trasporto di anidride carbonica dannosa per il clima dalla Germania alla Norvegia.

CENTRALI ELETTRICHE A IDROGENO

La Norvegia utilizza già una tecnologia per immagazzinare la CO2 proveniente dall’industria sotto i fondali marini, hanno spiegato i due ministri norvegesi nel corso della conferenza stampa, e il governo tedesco è interessato alla possibilità di esportarla. Habeck, dal canto suo, è stato lapidario: “Vogliamo costruire centrali elettriche a gas che funzionino a idrogeno, e questo idrogeno può e deve essere fornito dalla Norvegia”.

L’intesa quadro di partnership è stata sostanziata da accordi fra le rispettive imprese di settore. Equinor e RWE hanno annunciato l’intenzione di sviluppare una catena di valore industriale per la produzione e l’utilizzo di idrogeno a basse emissioni di carbonio, consentendo alla Germania di ridurre la sua dipendenza dal carbone e quindi di ridurre le emissioni di CO2.

Le due società costruiranno nuove centrali elettriche in Germania che saranno inizialmente alimentate con gas naturale e successivamente con idrogeno prodotto in Norvegia a partire da gas naturale in impianti di produzione costruiti congiuntamente. Gli investimenti congiunti sono subordinati alla realizzazione di un gasdotto per l’idrogeno – attualmente in fase di studio da parte di Equinor, dell’operatore del sistema del gas norvegese Gassco e di altri partner – che dovrebbe collegare Norvegia e Germania.

Questo è quel che le due società hanno comunicato alla stampa senza per ora fornire dettagli sui loro impegni di investimento nell’ambito della partnership. RWE, il principale produttore di energia elettrica della Germania, ha dichiarato che la partnership riguarderà investimenti per diversi miliardi di euro: “Ma è troppo presto per entrare nei dettagli. Prima di tutto, è necessario costruire le infrastrutture e stabilire un quadro politico adeguato”.

L’ORDINE DA 30 MILIONI PER L’IDROGENO VERDE

Un secondo accordo è stato annunciato nel fine settimana. L’azienda energetica tedesca HH2E acquisterà 120 megawatt di capacità di produzione di idrogeno dalla norvegese Nel ASA, “a testimonianza degli sforzi compiuti per aumentare la capacità di produzione di energia rinnovabile in Germania, al fine di compensare le importazioni di combustibile russo e raggiungere gli obiettivi climatici”.

HH2E ha dichiarato che l’ordine di capacità, per un valore di oltre 30 milioni di euro, è il più grande finora effettuato in Germania per l’idrogeno verde. Le due parti dovrebbero firmare l’acquisto finale dell’ordine nei prossimi tre mesi, ha dichiarato HH2E, e il suo impianto di Lubmin, nel nord-est della Germania, inizierà a produrre idrogeno verde nella seconda metà del 2025.

“Uno dei prerequisiti per raggiungere le nostre ambizioni di crescita è la disponibilità di elettrolizzatori di alta qualità in Europa, come quelli che Nel fornirà”, ha dichiarato Alexander Voigt, cofondatore di HH2E. Nel, da parte sua, ha dichiarato che i due impianti da 60 megawatt potrebbero essere ampliati in modo significativo in fasi successive.

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