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Rigassificatore Germania

La Germania pagherà (molto) di più i rigassificatori per il Gnl

I terminali galleggianti per il Gnl costeranno alla Germania 6,5 miliardi di euro, più del doppio di quanto previsto. Tutti i dettagli.

Domenica il ministero dell’Economia della Germania, guidato da Robert Habeck, ha fatto sapere che la spesa per l’acquisto e la manutenzione dei terminali galleggianti per il gas liquefatto (GNL) sarà più alta di oltre il doppio rispetto al previsto.

A COSA SERVONO I TERMINALI

Come anche altri paesi dell’Unione europea, inclusa l’Italia, la Germania sta puntando molto sul GNL per ridurre la forte dipendenza energetica dalla Russia. I terminali di rigassificazione – quelli galleggianti in mare possono essere delle navi, note in gergo come FSRU – sono necessari all’importazione del combustibile liquefatto trasportato dalle metaniere, perché permettono di riportarlo allo stato gassoso e di immetterlo nella rete per il consumo.

Berlino vorrebbe azzerare gli acquisti di gas da Mosca, che nel 2021 ha rappresentato quasi un terzo delle sue importazioni, entro l’estate del 2024. Lo scorso maggio le autorità tedesche hanno dato il via a un rapido processo autorizzativo per le FSRU e per i terminali fissi a terra (onshore).

LA SPESA DELLA GERMANIA PER GLI IMPIANTI DI GNL

Nel bilancio tedesco per il 2022 la spesa per i terminali di rigassificazione era stata stimata in 2,94 miliardi di euro. Domenica, però, il ministero dell’Economia ha annunciato – ma il settimanale Der Spiegel l’aveva già anticipato – che il costo salirà di circa 3 miliardi di euro, per un totale di 6,56 miliardi.

COSA HA DETTO IL MINISTERO DELL’ECONOMIA

“Nel corso delle ampie consultazioni con le numerose parti coinvolte sono stati determinati costi ulteriori”, ha spiegato il ministero, parlando di costi operativi e della necessità di realizzare infrastrutture aggiuntive sulla terraferma. Ha aggiunto però che i terminali sono fondamentali per la Germania, l’economia più grande d’Europa, al fine della sostituzione delle forniture di gas russo, fattesi peraltro scarse dopo l’invasione dell’Ucraina.

La commissione parlamentare tedesca per il bilancio ha già approvato i miliardi aggiuntivi per i terminali.

– Leggi anche: Come e quanto il caro-energia peserà sul Pil della Germania

COMPLETATO IL PRIMO TERMINALE A WILHELMSHAVEN

Il 15 novembre la Germania ha ultimato la costruzione del suo primo terminale galleggiante per il GNL, situato nel porto di Wilhelmshaven, sul mare del Nord: la FSRU verrà gestita dalla società energetica tedesca Uniper. Il ministro Habeck ha dichiarato che il sito entrerà in funzione tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. La nave, la Hoegh Esperanza, si trova però ancora in un cantiere a Brest, in Francia: dovrebbe arrivare a Wilhelmshaven verso la metà di dicembre e iniziare a ricevere carichi di GNL da gennaio.

GLI ALTRI PROGETTI

All’incirca nello stesso periodo è previsto l’avvio delle attività in un secondo terminale galleggiante, destinato alla società elettrica RWE ma sempre sul mare del Nord: il luogo selezionato è il porto di Brunsbuettel. Gli altri progetti nelle città di Stade e di Lubmin dovrebbero essere pronti per la fine del 2023.

A Wilhelmshaven verrà posizionata, a partire dal quarto trimestre dell’anno prossimo, una seconda FSRU gestita da Excelerate Energy per conto di un consorzio composto da E.ON, Engie e Tree Energy Solutions. Verso la fine dell’anno, infine, Lubmin dovrebbe ricevere una nave rigassificatrice noleggiata e gestita da un soggetto privato.

Insieme, le sei FSRU dovrebbero coprire un terzo del fabbisogno annuale di gas tedesco, sulla base dei 90,5 miliardi di metri cubi consumati nel 2021.

GNL E IDROGENO

I lavori di espansione e adattamento del porto di Wilhelmshaven sono finalizzati non soltanto all’importazione del GNL ma anche, in un futuro prossimo, dell’idrogeno, un combustibile che non emette gas serra.

Ad agosto le società elettriche tedesche Uniper e E.ON hanno firmato dei memorandum per l’acquisto di 1 milione di tonnellate all’anno di ammoniaca verde (ossia prodotta da fonti rinnovabili) dall’azienda canadese EverWind. Le forniture partiranno nel 2025.

L’ammoniaca è composta da azoto e idrogeno e svolge la funzione di vettore per il trasporto dell’idrogeno: è più semplice da caricare sulle navi perché richiede temperature inferiori per venire liquefatta (-33,1 °C contro -253 °C).

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