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Paure e delusioni della Germania sull’energia

Il Canada delude Scholz, che sperava di farne un fornitore privilegiato di Gnl per la Germania. Il paese ha un inverno "molto critico" davanti a sé, dice il ministro dell'Economia, e riattiva le centrali a carbone. Tutti i dettagli

Martedì il Canada e la Germania hanno annunciato un'”alleanza sull’idrogeno” per la creazione di una filiera transatlantica e per il coordinamento delle rispettive politiche di attrazione degli investimenti.

Ma il cancelliere Olaf Scholz, arrivato nel paese tre giorni prima, si aspettava qualcosa di diverso: che il Canada, cioè, decidesse entusiasticamente di assumere il ruolo di “partner di riferimento” di una Germania che ha urgente bisogno di gas perché non può più fare affidamento sulla Russia. Ottawa non solo possiede la materia energetica ricercata da Berlino, ma offre anche – diversamente da Mosca – le garanzie di affidabilità di un paese alleato e democratico.

LO SCETTICISMO DEL CANADA SUL GNL ALL’EUROPA

Il viaggio di Scholz, accompagnato da una delegazione di industriali tedeschi, sarebbe dunque dovuto servire a stringere accordi per l’esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) canadese verso la Germania. Il primo ministro Justin Trudeau non ha scartato del tutto la possibilità, ma si è mostrato scettico.

Il Canada è il quinto maggiore produttore di gas al mondo, non possiede terminali per l’export di GNL ma ne ha pianificati due per la costa occidentale, quella che affaccia sull’oceano Pacifico. Perché il combustibile possa raggiungere l’Europa, però, dovrebbe costruire degli impianti sulla costa atlantica e collegarli ai luoghi di produzione – sono a ovest, nell’Alberta – attraverso un nuovo gasdotto.

Trudeau ha sottolineato le difficoltà economiche di un progetto simile, che potrebbe rivelarsi sconveniente perché andrebbe a soddisfare una necessità solo di medio termine. Se la Germania e l’Unione europea dicono infatti di volersi distaccare in fretta dai combustibili fossili, il governo e le aziende canadesi potrebbero non riuscire a rientrare degli investimenti fatti per costruire le infrastrutture per il GNL. E dovranno peraltro riconvertirle dopo solo una manciata di anni, spendendo altri soldi, altrimenti si trasformerebbero in stranded assets.

Trudeau ha fatto sapere che le aziende canadesi stanno valutando “se ha senso esportare il GNL e se c’è un business case per esportare direttamente il GNL in Europa”. Ha comunque assicurato che il Canada farà la sua parte per aumentare l’offerta di gas naturale sul mercato: entro fine anno dovrebbe accrescere la sua capacità di esportazione di 100.000 barili di petrolio equivalenti.

GLI ACCORDI SULL’IDROGENO

Esiste un impianto di Repsol nella provincia del Nuovo Brunswick che potrebbe diventare un terminale di GNL sull’Atlantico. Ma per il Canada orientale è più conveniente – dice il governo – puntare direttamente sull’idrogeno, un combustibile maggiormente coerente con il processo di transizione energetica.

Le società elettriche tedesche Uniper e E.ON hanno firmato dei memorandum per l’acquisto di 1 milione di tonnellate all’anno di ammoniaca verde (cioè prodotta da fonti rinnovabili) dalla canadese EverWind. Le forniture partiranno nel 2025. L’ammoniaca è composta da azoto e idrogeno e svolge la funzione di vettore per il trasporto dell’idrogeno: è più semplice da caricare sulle navi perché richiede temperature inferiori per venire liquefatta (-33,1 °C contro -253 °C).

“UN INVERNO MOLTO CRITICO” PER LA GERMANIA

Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha dichiarato nei giorni scorsi che la Germania ha buone possibilità di superare l’inverno – la stagione più critica sotto il profilo energetico per via della domanda per il riscaldamento – senza dover ricorrere a misure critiche. Ciononostante, ha aggiunto, “abbiamo comunque un inverno molto critico davanti a noi. Dobbiamo aspettarci che Putin riduca ulteriormente il gas”.

Di recente Gazprom, la società gasifera controllata dal governo russo, ha annunciato una nuova sospensione dei flussi passanti per il Nord Stream 1, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, parlando di (nuovi) lavori di manutenzione. Secondo gli analisti esiste tuttavia la possibilità che Mosca voglia ostacolare i piani europei per il riempimento degli stoccaggi di gas in vista dell’inverno, con l’obiettivo di aumentare la pressione politica nei confronti dell’Unione e ottenere la rimozione o l’allentamento delle sanzioni.

LA SITUAZIONE ENERGETICA IN GERMANIA

Nel caso in cui la Russia dovesse azzerare le forniture di gas all’Europa, spiega l’ISPI, “le riserve a disposizione della Germania basterebbero per meno di tre mesi”.

Per  proteggere le società elettriche dal rincaro dei prezzi e garantire la stabilità del mercato gasifero nazionale, Berlino ha dovuto istituire un’imposta sul gas a consumatori e imprese di 2,419 centesimi di euro per kilowattora.

Uniper ha comunicato che, per garantire il soddisfacimento della domanda energetica alla luce del calo dei flussi russi, dal 29 agosto al 30 aprile 2023 produrrà elettricità dalla centrale a carbone di Heyden 4. Nel dicembre 2020 Uniper aveva annunciato la fine delle attività commerciali dell’impianto.

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