skip to Main Content

Habeck

Gnl, come e perché Germania e Francia sbraitano contro gli americani

Il ministro tedesco Habeck tira in ballo gli Stati Uniti per i prezzi astronomici del gas, come già fatto dal francese Le Maire. Ma l'Ue è preoccupata anche per i piani di Biden sulle auto elettriche. Tutti i dettagli.

Il ministro dell’Economia e del Clima della Germania, Robert Habeck, ha parlato di “prezzi lunari”, astronomici, del gas naturale provenienti da paesi alleati dell’Unione europea, come la Norvegia e gli Stati Uniti.

LA CRITICA DI HABECK AL GOVERNO USA

Habeck ha menzionato espressamente l’America – grande produttrice di idrocarburi dalla quale i paesi europei hanno iniziato ad acquistare molto gas liquefatto (GNL) per sostituire quello russo -, dicendo che la “solidarietà sarebbe utile anche per contenere i prezzi del gas”.

L’ATTACCO DI LE MAIRE

Qualche giorno prima anche il ministro dell’Economia e delle Finanze della Francia, Bruno Le Maire, aveva accusato il governo degli Stati Uniti di stare sfruttando a suo vantaggio la crisi europea dei prezzi del gas. “Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo GNL a un prezzo quattro volte superiore a quello a cui lo vende alle proprie aziende”, disse, proponendo una “relazione economica più bilanciata sulla questione energetica tra i nostri alleati americani e il continente”.

CHI VENDE E CHI FISSA I PREZZI

Non è però il governo americano a vendere il GNL all’Europa, o a qualunque altra regione o paese del mondo, bensì le aziende private, sulle quali la Casa Bianca non ha controllo. Il prezzo del gas, poi, viene determinato dal mercato in cui lo si vende, e i prezzi sul mercato europeo sono molto più alti di quelli sul mercato americano (comunque in crescita, peraltro): il governo degli Stati Uniti non ha nessun potere per modificarli.

settembre i prezzi del gas naturale sul mercato spot all’Henry Hub, ossia l’equivalente americano del TTF europeo, sono saliti a 7,88 dollari per milione di British termal unit (mmBtu), il valore più alto dal 2008. In Europa, nello stesso mese, i prezzi del gas erano su una media di 57,90 dollari per mmBtu.

Stando ai dati di Refinitiv, a settembre le aziende statunitensi di GNL hanno aumentato le esportazioni in Europa: si sono dirette nel Vecchio continente 4,3 milioni di tonnellate di combustibile liquefatto su un totale di 6,3. Di solito, le metaniere americane si dirigono in Asia per via dei prezzi generalmente più alti sul mercato locale.

L’IMPATTO DELLA LEGGE ANTI-INFLAZIONE

Oltre che per i prezzi del gas, in Europa ci sono malumori e preoccupazioni per l’Inflation Reduction Act, la legge statunitense – uno dei capisaldi della politica economica del presidente Joe Biden – che punta, tra le altre cose, a promuovere la manifattura nordamericana di veicoli elettrici.

La legge mette infatti a disposizione dei consumatori americani un credito d’imposta fino a 7500 dollari per l’acquisto di un’auto elettrica. A patto, però, che la vettura in questione soddisfi alcune condizioni: che i componenti della batteria siano stati prodotti o assemblati in Nordamerica (Stati Uniti, Canada, Messico); che i minerali utilizzati per produrre la batteria siano stati estratti, lavorati o riciclati negli Stati Uniti o nei paesi con i quali c’è un accordo di libero scambio (come Canada e Messico, ad esempio); che l’assemblaggio finale del veicolo sia avvenuto in Nordamerica.

Oltre a colpire la Cina – il paese che, ad oggi, domina la filiera delle batterie e dei relativi metalli critici -, l’Inflation Reduction Act potrebbe danneggiare l’Unione europea. La Commissione teme che la legge possa spingere le case automobilistiche europee a spostare la produzione negli Stati Uniti in modo da poter accedere ai bonus, riducendo di conseguenza la loro presenza industriale nel territorio dell’Unione.

Questo processo di trasferimento sembra essere già in atto. Volkswagen e Mercedes-Benz, per esempio, hanno annunciato piani per costruire o approvvigionarsi di componenti per le auto elettriche negli Stati Uniti o in Canada. Mentre Tesla potrebbe rinunciare ad aprire una gigafactory in Germania per concentrarsi sul Nordamerica.

Back To Top