Intervenuto al dibattito parlamentare sulla legge di bilancio, lunedì, il ministro delle Finanze della Francia Bruno Le Maire ha detto che l’Europa non deve finire sotto il “dominio” degli Stati Uniti, dai quali sta acquistando molto gas naturale liquefatto (GNL) per compensare il distacco dalle forniture russe.
“Non dobbiamo permettere”, ha detto Le Maire, “che il conflitto in Ucraina si traduca in un dominio economico americano e in un indebolimento dell’Europa”.
L’ACCUSA AL GOVERNO DEGLI STATI UNITI
Il ministro francese ha poi accusato il governo degli Stati Uniti di stare sfruttando a suo vantaggio la crisi europea dei prezzi del gas, aggravata però dall’invasione dell’Ucraina e dalle pesanti limitazioni ai flussi provenienti dalla Russia.
“Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo GNL a un prezzo quattro volte superiore a quello a cui lo vende alle proprie aziende”. Le Maire ha proposto allora una “relazione economica più bilanciata sulla questione energetica tra i nostri alleati americani e il continente”.
COSA SBAGLIA LE MAIRE
Quando parla di “partner americano”, Le Maire si riferisce al governo degli Stati Uniti. Ma non è il governo americano a vendere il GNL all’Europa, o a qualunque altra regione o paese del mondo, bensì le aziende private. Allo stesso modo, non è il governo americano a vendere il combustibile alle società domestiche di distribuzione del gas e dell’elettricità ma – ancora – le aziende produttrici e private.
CHI DETERMINA IL PREZZO DEL GAS
Il prezzo del gas, inoltre, viene determinato dal mercato in cui lo si vende, e i prezzi sul mercato europeo sono molto più alti di quelli sul mercato americano: il governo degli Stati Uniti non ha nessun potere per modificarli.
A settembre i prezzi del gas naturale sul mercato spot (il mercato giornaliero e all’ingrosso) all’Henry Hub (l’equivalente americano del TTF europeo) sono saliti a 7,88 dollari per milione di British termal unit (mmBtu), il valore più alto dal 2008. In Europa, nello stesso mese, i prezzi del gas erano su una media di 57,90 dollari per mmBtu.
– Leggi anche: Come si muovono prezzi e progetti sul gas negli Stati Uniti
CHI SONO GLI ESPORTATORI AMERICANI DI GNL
Le principali aziende americane che esportano GNL sono Cheniere Energy, Venture Global LNG, Tellurian, Sempra, Freeport LNG e Dominion Energy. Non tutte sono quotate.
I maggiori azionisti di Cheniere Energy sono i fondi Vanguard Group (8,3%) e BlackRock (6,8%), l’imprenditore Carl Icahn (6,3%) e Blackstone (4,6%).
Tra gli azionisti di Tellurian figurano la società di servizi finanziari State Street Corporation (6,5%), il fondo BlackRock (5,9%), Vanguard Group (5%) e la compagnia petrolifera francese TotalEnergies.
BlackRock (9,2%), Vanguard Group (8,5%) e State Street (5,5%) sono azionisti di Sempra. E possiedono quote anche di Dominion Energy: rispettivamente del 6,8, dell’8,6 e del 5,2 per cento.
La società energetica giapponese JERA, l’azienda che acquista più GNL al mondo, ha una quota del 25,7 per cento di Freeport LNG.
COME VANNO I FLUSSI DI GNL AMERICANO
Stando ai dati di Refinitiv, a settembre le aziende statunitensi di GNL hanno aumentato le esportazioni in Europa: si sono dirette nel Vecchio continente 4,3 milioni di tonnellate di combustibile liquefatto su un totale di 6,3. Di solito, le metaniere cariche di GNL americano si dirigono in Asia, per via dei prezzi generalmente più alti sul mercato locale.
La notizia dell’aumento delle esportazioni a settembre ha sorpreso gli analisti, considerato che da giugno un importante terminale di Freeport LNG in Texas – per il quale passa circa un quinto delle spedizioni americane di GNL – è fuori uso per un incendio, e non dovrebbe riaprire prima di novembre.