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Eni Egitto

Eni, Fincantieri e Leonardo, come sprizzano le sinergie tra Egitto e Italia

Il punto di Giuseppe Gagliano

 

Mentre la politica internazionale dell’Italia si allontana progressivamente dal Mediterraneo cedendo il passo altra tre potenze come la Turchia, la compagnia petrolifera Eni il 1 luglio ha reso noto di avere individuato un nuovo giacimento di gas insieme e grazie alla collaborazione delle multinazionali petrolifere Bp e Total a Bashrush.

Al di là delle caratteristiche squisitamente tecniche di questa scoperta non c’è dubbio che la sinergia economica tra l’Italia e l’Egitto attraverso l’Eni si rafforza ulteriormente. A tale proposito, l’Egitto — è bene sottolinearlo — è certamente il maggiore produttore di petrolio africano non appartenente all’Opec.

Dal punto di vista geopolitico quali lezioni possiamo trarre da questa nuova scoperta?

In primo luogo la competizione nello scenario internazionale per l’approvvigionamento delle risorse energetiche continua a svolgere un ruolo rilevante nelle scelte di politica estera ed economica di tutti i principali paesi (europei e non).

In secondo luogo, nonostante gli scenari apocalittici di numerosi fondamentalisti dell’ecologia (come Latouche e Shiva per esempio) le risorse energetiche fondamentali per il mantenimento e la crescita delle società industriali rimangono ancora quelle tradizionali e cioè quelle legate al gas, al carbone e al petrolio, fonti energetiche attualmente insostituibili.

In terzo luogo l’Africa – come l’Asia – si sta muovendo con sempre maggiore velocità per superare il gap con l’Occidente: non vanno cioè nella direzione della decrescita ma della crescita capitalistica.

In quarto luogo la collaborazione tra Italia e Egitto sia nel settore petrolifero che nel settore degli armamenti (commesse Fincantieri e Leonardo) va nella direzione di un consolidamento, che non può né deve essere messo in discussione da altre vicende.

Infine, nonostante la mancanza di una chiara politica internazionale da parte dell’Italia di cui abbiamo discusso più volte su queste pagine, la compagnia energetica italiana procede in una direzione lineare e coerente indipendentemente dai passi falsi e dalle incompetenze dimostrate dal nostro Paese sotto il profilo della politica internazionale.

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