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Enel

Ecco i nuovi piani di Enel in Sicilia e in Argentina

In Italia il governo supporterà Enel nella trasformazione della fabbrica di Catania. In Argentina, invece, la società di Cattaneo punta sul liberista Milei e mette in discussione l'uscita dal paese. Tutti i dettagli.

Enel ha grandi piani per l’Italia, e nuovi piani – così sembrerebbe – per l’Argentina. In entrambi i casi la mano dello stato avrà un ruolo importante, anche se di tipo opposto.

IN ITALIA, ENEL RICEVERÀ 90 MILIONI PER LA FABBRICA DI CATANIA

In Italia, infatti, il governo di Giorgia Meloni ha promesso un investimento di 90 milioni di euro nella fabbrica di pannelli solari di 3Sun a Catania. I soldi pubblici, provenienti dal PNRR, serviranno a sostenere l’espansione della struttura in modo che possa raggiungere una capacità produttiva di 3 gigawatt entro la fine dell’anno, rispetto ai circa 200 megawatt attuali; secondo le previsioni, verranno creati settecento nuovi posti di lavoro diretti più un migliaio di posti indiretti.

Il sito di Catania ha l’ambizione di diventare il più grande polo produttivo europeo di pannelli solari, capace di reggere la concorrenza con i dispositivi realizzati in Asia (in Cina, principalmente) grazie alla superiorità tecnologica.

– Leggi anche: Cosa farà l’Ue per salvare i produttori di pannelli solari dalla Cina?

Al di là del contributo governativo, a gennaio Enel si è assicurata un finanziamento di 560 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti e da un gruppo di banche italiane guidato da UniCredit. Ulteriori risorse dovrebbero poi arrivare dall’Innovation Fund, il fondo dell’Unione europea a sostegno delle cosiddette “tecnologie pulite” per la transizione ecologica.

Secondo fonti di Reuters, pare che Enel stia negoziando la vendita di una quota fino al 50 per cento della fabbrica siciliana.

IN ARGENTINA, ENEL SCOMMETTE SU MILEI

In Argentina, invece, sembrerebbe che Enel voglia scommettere sulla deregolamentazione promessa dal nuovo presidente Javier Milei: la strategia 2023-2025 prevedeva l’uscita dal paese, ma Bloomberg ha scritto che la società sta ripensando i suoi piani per approfittare di un contesto che dovrebbe farsi più favorevole alle imprese.

L’agenzia specifica che, sebbene Enel non abbia ancora preso una decisione, probabilmente opterà per mantenere la sua azienda di distribuzione dell’elettricità, Edesur, dopo che Milei ha promesso di liberalizzare il mercato energetico. Sarebbe una grossa inversione di rotta, considerato che solo di recente Enel ha ceduto le due centrali termoelettriche Dock Sud e Costanera: questa mossa rientrava in un piano più generale – dal valore di 21 miliardi di euro – per la dismissione di alcuni asset e l’uscita da diversi paesi, tra cui il Perù e, appunto, l’Argentina.

Stando a Bloomberg, Enel ha deciso di rimettere in discussione i suoi piani per l’Argentina dopo l’incontro, a gennaio, tra l’amministratore delegato Flavio Cattaneo e Javier Milei. I quotidiani argentini come La Nación avevano infatti sottolineato la soddisfazione e l’ottimismo di Cattaneo per l’approccio economico del nuovo presidente. Già a novembre il direttore finanziario Stefano De Angelis aveva detto, riferendosi ai piani di Enel per l’Argentina, di voler vedere cosa avrebbe fatto Milei. D’altra parte, nella strategia 2024-2026 Cattaneo ha promesso grande attenzione alla disciplina finanziaria e una maggiore focalizzazione degli investimenti in Italia e negli altri paesi core (l’Argentina non vi rientra).

Domenica 11 febbraio, peraltro, Milei arriverà a Roma, per riunirsi con Giorgia Meloni.

Secondo Bloomberg, se Milei eliminerà i sussidi alle bollette, che hanno mantenuto i prezzi dell’energia forzatamente bassi a danno delle aziende rivenditrici, gli asset di Enel in Argentina dovrebbero acquisire molto più valore.

Il nuovo corso promesso dal presidente liberista – opposto a quello fortemente protezionistico del predecessore Alberto Fernández, ma di incerta realizzazione per via della composizione parlamentare – non è stato lodato solo da Cattaneo ma anche da un altro dirigente italiano: Paolo Rocca, amministratore delegato del gruppo ingegneristico-impiantistico Techint, e naturalizzato argentino.

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