Fa un ulteriore passo in avanti la direttiva sulle case green, la norma che vuole migliorare l’efficienza energetica degli edifici e render e il settore edilizio climaticamente neutro entro il 2050. La norma è stata approvata dal Parlamento europeo in via definitiva con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti. Il testo per diventare legge necessita del via libera del Consiglio, e quindi degli Stati membri, che potrebbe arrivare nel corso del prossimo Ecofin del 12 aprile.
TAGLIO DEL 22% DELLE EMISSIONI DEL SETTORE EDILIZIO ENTRO IL 2035
La direttiva sulle case green vuole ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio. Un obiettivo che impone un iter abbastanza serrato: entro il 2030 le emissioni dovranno scendere di almeno il 16% rispetto al 2020, ed entro il 2035 del 20-22%. I nuovi edifici privati, invece, dovranno essere a emissioni zero sin dal 2030 e quelli pubblici dal 2028. Inoltre, le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell’obiettivo e gli Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, per gli edifici agricoli, per scopi militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente. Il testo approvato dal Parlamento europeo è frutto di un lungo negoziato e di un compromesso che, rispetto alla prima proposta, permette agli Stati di godere di una certa flessibilità nel rispetto delle specificità del parco immobiliare di ciascun Paese. Saranno gli Stati membri, infatti, a comunicare alla Commissione come pensano di raggiungere gli obiettivi della direttiva.
DIRETTIVA CASE GREEN: MANCANO I FONDI AD HOC
Un aspetto che ha attirato l’attenzione dei commentatori riguarda la mancanza di fondi dedicati alla rivoluzione green degli edifici. La direttiva Epbd, infatti, non prevede però fondi ad hoc. “Una debolezza parecchio significativa, dal momento che la Commissione europea stima che la riqualificazione del parco immobiliare (sia residenziale che non residenziale) impegnerà qualcosa come 152 miliardi di investimenti extra ogni anno, in più rispetto a quanto già viene investito oggi – scrive il Sole 24 ore -. Saranno proprio i paesi membri ad essere responsabili di risorse, misure di supporto e altri strumenti necessari a sostenere i piani di rinnovamento. È soprattutto dei loro obblighi, infatti, che parla la Epbd: dovranno fare uso dei fondi nazionali e di quelli europei già esistenti, a partire dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal Fondo sociale per il clima, dai Fondi di coesione. Tutte queste linee di finanziamento dovranno essere distribuite in modo costante, così da raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. Non dovranno esserci picchi di investimenti, come è stato il superbonus in Italia.”
L’INCORAGGIAMENTO DI CIARAN CUFFE AL NOSTRO PAESE
L’età del patrimonio immobiliare del nostro paese ha fatto sollevare molti dubbi circa la difficoltà nell’applicazione della normativa. Un incoraggiamento arriva al nostro paese proprio da Ciaran Cuffe, eurodeputato irlandese del gruppo dei Verdi, relatore della norma. “La direttiva Epbd sarà una spinta per l’Italia perché attrarrà investimenti, non solo nel breve periodo ma per una generazione intera – ha detto l’eurodeputato -. In Italia avete avuto incentivi molto significativi per le ristrutturazioni, ma concentrati su un periodo di tempo breve”.
IL VOTO DEI PARTITI ITALIANI: LA MAGGIORANZA DI GOVERNO VOTA “NO”
Il voto dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo si è diviso. Hanno votato a favore popolari, liberali, socialisti, verdi e Sinistra, e una parte degli ex M5S non iscritti ad alcun gruppo. Contro, invece, i partiti di maggioranza FdI, Lega e Forza Italia con le sole eccezioni di Alessandra Mussolini (che ha fatto sapere di aver commesso un errore) e di Herbert Dorfmann della Svp. Più della metà dei parlamentari del Ppe ha votato in maniera favorevole alla normativa, seguendo le indicazioni giunte dalla commissione Industria del Parlamento europeo. Lo stesso discorso vale per Renew, che si è divisa in Aula, con una parte minoritaria schierata contro il testo.
Per il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, questa è “l’ennesima follia europea”. Isabella Tovaglieri (Lega), che ha votato contro la direttiva, ha sottolineato quanto sia grave l’assenza di fondi dedicati. “È un punto decisivo della direttiva – ha detto la parlamentare della Lega -, perché o l’Europa ci mette i soldi oppure, se i soldi devono essere investiti dai singoli Stati, saranno loro a stabilire le modalità di attuazione della direttiva”. Concorda con la collega anche Patrizia Toia (Pd), vicepresidente della commissione Industria del Parlamento, che, invece, ha votato a favore. “Premesso che le risorse già ci sono tra i fondi europei, avremmo voluto una voce di bilancio dedicata a questo tema, ma non è stato possibile istituirla – ha detto la parlamentare del PD -. C’è però un impegno ad affrontare il tema da parte della Commissione europea già nel 2025”.
LA POSIZIONE DI CONFEDILIZIA: “UN TESTO DAGLI OBIETTIVI DIFFICILMENTE REALIZZABILI”
Confedilizia, la Confederazione italiana proprietà edilizia, ha espresso una posizione particolarmente critica nei confronti della direttiva. “Confedilizia – si legge sull’account Twitter del Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa – si è battuta – con successo, alla fine – per eliminarne le parti più pericolose per il risparmio immobiliare degli italiani. Rimane un testo dagli obiettivi ben difficilmente realizzabili, che la nuova legislatura europea farebbe bene a ripensare”. Il testo, come detto, è stato approvato in forma di direttiva, ciò significa che l’Ue si è limitata a fissare gli obiettivi da raggiungere, ma per il come la palla passa ai singoli Stati membri. “Dopodiché, un ruolo fondamentale lo avranno i Governi, chiamati a recepire la direttiva nei vari Paesi – scrive ancora Giorgio Spaziani Testa -. E quello italiano dovrà fare i conti con una realtà ben diversa da quella della maggior parte dei Paesi Ue”.
La direttiva “case green” è stata approvata.
Per due anni la @Confedilizia_ si è battuta – con successo, alla fine – per eliminarne le parti più pericolose per il risparmio immobiliare degli italiani.
Rimane un testo dagli obiettivi ben difficilmente realizzabili, che la nuova… pic.twitter.com/KbiMTIc5lU— Giorgio Spaziani Testa (@gspazianitesta) March 12, 2024