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Case ultra green volute dall’Ue? In Italia non s’ha da fare. Parola del ministro Fratin

La direttiva sulle Case green in Italia non è applicabile. A dirlo è sul ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto Fratin in audizione in commissione Ambiente della Camera. Fatti e approfondimenti

 

L’obiettivo europeo di rendere gli edifici esistenti a emissioni zero entro il 2050 in Italia non è realizzabile. A dirlo è stato oggi ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, nel corso dell’audizione sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia presso la commissione Ambiente della Camera.

GLI OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA EUROPEA SULLE CASE GREEN

Il ministro ha discusso degli obiettivi, previsti nella direttiva sulle “case green” (direttiva EPBD) approvata lo scorso 14 marzo dal Parlamento europeo. La direttiva prevede che entro il 2030 gli edifici esistenti raggiungano la classe energetica E, mentre entro il 2033 la classe D e fissa al 2028 l’obbligo di realizzare edifici nuovi a zero emissioni. La direttiva vuole ridurre l’impatto ambientale degli edifici a scopo abitativo. Questi ultimi sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, ciò significa che ridurre il loro impatto è un passaggio imprescindibile per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. La direttiva rientra nel “Fit for 55”, il pacchetto europeo di riforme che punta a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica al 2050.

CASE GREEN: IL MINISTRO FRATIN CHIEDE CHE SIANO RISPETTATE LE PECULIARITÀ ITALIANE

“Nell’ambito dei triloghi come Italia stiamo rimarcando la peculiarità del contesto italiano – ha spiegato il ministro -. Noi abbiamo un patrimonio particolare con 31 milioni di fabbricati, di cui 21 milioni oltre la classe D. Si tratta di un patrimonio diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane”. Le parole del ministro Pichetto Fratin sono lo specchio della richiesta di gradualità arrivata da parte del governo Meloni. “La realtà italiana – aveva detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel corso della trasmissione di Rai Radio1 Radio Anch’io – ha una caratteristica che la differenzia rispetto a tutta Europa dove non c’è la microproprietà italiana e il risparmio delle famiglie sull’immobile”.

IL 75% DEL PARCO IMMOBILIARE ITALIANO È ENERGIVORO

L’Italia ha un patrimonio residenziale di proprietà molto frazionata e frammentata. Il nostro, secondo le parole della presidente di Ance, Federica Brancacci, è il “patrimonio più vetusto d’Europa con un grande peso dei centri storici”, per questo “gli obiettivi della direttiva creano problemi”.  Secondo il monitoraggio Enea-CTI sugli attestati di efficienza energetica (APE) degli edifici a uso abitativo italiani il 75,4% rientra nelle classi E, F, G e in quest’ultima più di un terzo (35,3%). Il 74% dei nostri immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica.  Secondo i dati dell’Ance 9 milioni dei 12,2 milioni di edifici residenziali non sarebbero in grado di garantire le performance energetiche previste dalle nuove normative.

SULLE CASE GREEN IL GOVERNO CHIEDE GRADUALITÀ

Il governo, dunque, chiede gradualità e che siano riconosciute le peculiarità nazionali. “Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, per come delineati ad oggi, non sono raggiungibili per il nostro Paese’.

LE ESENZIONI PER GLI EDIFICI STORICI

La direttiva sulle case green già prevede delle esenzioni. Rientrano tra gli edifici ai quali la direttiva non si applica quelli qualificati “ufficialmente” come storici, gli edifici tutelati dalle norme dei beni culturali non dovranno essere sottoposti a interventi di efficientamento energetico. Altre esenzioni sono previste per gli edifici di culto, le abitazioni indipendenti inferiori a 50 metri quadrati e le seconde case (a patto che siano abitate per meno di quattro mesi l’anno). La peculiarità italiane risiede, anche, nel fatto che nel nostro paese vi sono molti edifici antichi all’interno dei centri storici e non tutti siano sottoposti al vincolo dalle belle arti.

IL MINISTRO FRATIN CHIEDE OMOGENEITÀ DEGLI ATTESTATI DI PRESTAZIONE

Il ministro è stato molto chiaro nel sottolineare la necessità di “individuare un percorso di azioni realistiche, concrete e realizzabili’. E ha lanciato sul tavolo delle discussioni un altro tema controverso che riguarda l’omogeneità degli Attestati di prestazione per determinare il contingente di edifici sul quale intervenire. “Non vogliamo che per difformità di classi o valutazioni ci possa essere un vantaggio o una penalizzazione nel punto di partenza per gli Stati membri – ha detto il ministro Fratin -. Occorrono parametri omogenei per la fotografia iniziale del parco immobiliare. Questo è il motivo per cui ho dato mandato ad un gruppo di esperti di approfondire la tematica e fornire un quadro chiaro sul punto”.

CASE GREEN: LE PREOCCUPAZIONI DI POLITICA E IMPRESA

La direttiva sulle case green non piace alla maggioranza e alle imprese. Al voto in Parlamento europeo FdI, Lega e FI hanno votato contro mentre il Pd ha votato a favore, così come i Verdi e i quattro rappresentanti del gruppo della Sinistra. “Fratelli d’Italia mette in guardia dal tentativo dell’Unione europea di rifilare all’Italia, con la direttiva sull’efficientamento energetico, una patrimoniale camuffata che va a ledere i diritti dei proprietari“, ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati. Preoccupata per le ricadute sul mercato anche Confedilizia. “I tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti ecc – hanno scritto in una nota -. Nell’immediato, poi, l’effetto sarà quello di una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani e, di conseguenza, un impoverimento generale delle nostre famiglie”.  La presidente Ance Federica Brancaccio ha chiesto un sostegno pubblico per procedere con la “riqualificazione del nostro patrimonio edilizio”.

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