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Cina Gnl

Ecco come la Cina inizia ad accaparrarsi il Gnl

La Cina si è messa alla ricerca di carichi di Gnl per l'estate prossima. La domanda di Pechino potrebbe complicare il riempimento degli stoccaggi in Europa in vista dell'inverno 2023-2024. Ecco perché.

La Cina ha iniziato la ricerca di carichi di gas naturale liquefatto (GNL) per la prossima estate.

LE CONSEGUENZE PER L’EUROPA

È una notizia rilevante per l’Unione europea: il blocco ha infatti bisogno di GNL per compensare il forte calo delle forniture via gasdotto provenienti dalla Russia. Ma se la Cina, prima importatrice di GNL al mondo, dovesse riservare per sé una grossa fetta dell’offerta globale di combustibile, il Vecchio continente rischia di non riuscire a riempire adeguatamente gli stoccaggi in vista della stagione fredda 2023-2024 (i preparativi inizieranno tra non molte settimane); di conseguenza, l’Europa potrebbe poi avere difficoltà a garantire il soddisfacimento del proprio fabbisogno energetico quando i consumi sono più alti.

LA CINA VUOLE CARICHI DI GNL DA GIUGNO 2023 A GIUGNO 2024

Stando alle fonti di Bloomberg, la società petrolchimica statale cinese China National Offshore Oil Corporation (CNOOC) sta cercando di accaparrarsi dei carichi di GNL dal giugno 2023 al giugno 2024. La quantità non è chiara, ma – scrive l’agenzia – CNOOC ne vuole almeno uno con consegna invernale.

LA RIPRESA DEI CONSUMI DI GAS IN CINA

La mossa di CNOOC giunge poco dopo la fine della rigida politica cinese di contenimento dei contagi (nota come “zero-COVID”), fatta di pesanti limitazioni agli spostamenti e alle attività economiche. La sua rimozione dovrebbe portare a un aumento della domanda di gas nel paese, vista la ripresa delle fabbriche. I trader di materie prime, infatti, prevedono proprio una crescita degli acquisti di GNL da parte delle società cinesi.

IL RITORNO DI PECHINO SUL MERCATO

Nel 2022 la politica zero-COVID aveva ridotto del 20 per cento le importazioni di GNL da parte della Cina, permettendo agli altri acquirenti – come i paesi europei, appunto – di approvvigionarsi con maggiore facilità. Il probabile ritorno di Pechino sul mercato, però, potrebbe ridurre la quantità di offerta disponibile per l’Unione europea, che probabilmente non potrà contare nemmeno su abbondanti forniture via tubo.

IL PARERE DEL CSIS

Stando a un’analisi del think tank statunitense Center for Strategic and International Studies (CSIS), l’anno scorso la debole domanda cinese di GNL ha lasciato liberi molti carichi per i mercati europei. “Oltre 4 milioni di tonnellate di GNL destinato alla Cina”, si legge, “sono state rivendute in Europa nella prima metà del 2022, un volume pari al 7 per cento delle importazioni europee totali di GNL”.

Ma “se quest’anno ci sarà una forte ripresa [economica in Cina, ndr], i mercati del petrolio e del GNL si restringeranno, ravvivando le preoccupazioni sulla sicurezza energetica in Europa e altrove”.

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