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Batterie Stato Solido

Cosa faranno Byd, Catl e non solo sulle batterie allo stato solido in Cina

La Cina ha formato un consorzio di aziende, università e istituzioni governative per favorire lo sviluppo delle batterie allo stato solido, una nuova tecnologia che potrebbe rivoluzionare la mobilità elettrica. Il Giappone, con Toyota, è in vantaggio. Tutti i dettagli.

Il governo cinese ha istituito un consorzio con aziende e istituzioni accademiche per favorire lo sviluppo e la commercializzazione delle batterie allo stato solido, una nuova tecnologia teoricamente più potente, piccola e sicura di quella oggi diffusa.

La Cina è il paese più avanti nella produzione di dispositivi agli ioni di litio, controllandone di fatto l’intera filiera fin dalle materie prime; ma le batterie allo stato solido, in virtù delle loro ottime caratteristiche, potrebbero rivoluzionare il mercato della mobilità elettrica. Volendo evitare di perdere il vantaggio finora accumulato, Pechino si è dunque attivata per assicurarsi una posizione dominante anche sulla tecnologia allo stato solido.

LE AZIENDE, LE UNIVERSITÀ E LE ISTITUZIONI NEL CONSORZIO CINESE

Il consorzio cinese, chiamato China All-Solid-State Battery Collaborative Innovation Platform o CASIP, è stato istituito lo scorso 21 gennaio e punta alla creazione di una filiera per le batterie allo stato solido entro il 2030. Ne fanno parte aziende rivali come CATL e BYD – due delle maggiori società produttrici di batterie al mondo – e università come la Tsinghua University di Pechino. Il consorzio si occuperà di ricerca, sviluppo e assemblaggio di veicoli elettrici dotati di batterie allo stato solido. Lo scopo è produrre, in Cina, dispositivi competitivi a livello globale.

Oltre a CATL e BYD (più precisamente la sua sussidiaria FinDreams Battery), tra le altre aziende cinesi aderenti al consorzio ci sono CALB, EVE Energy, SVolt Energy Technology e Gotion, che producono batterie, e la casa automobilistica Nio.

Al CASIP partecipano anche organismi del governo, come il ministero dell’Industria, il ministero della Scienza, l’Amministrazione nazionale dell’energia e la Commissione per la supervisione e l’amministrazione patrimoniale del Consiglio di stato, un organismo che si occupa di gestire le società statali. Ci sono poi istituiti di ricerca governativi, come l’Accademia cinese delle scienze, e fondi di investimento sostenuti dallo stato.

LE CARATTERISTICHE DELLE BATTERIE ALLO STATO SOLIDO

Per via del carattere disruptive delle batterie allo stato solido, gli Stati Uniti (con QuantumScape e Solid Power) e soprattutto il Giappone (con Toyota e Panasonic) vedono in questi dipositivi il mezzo per raggiungere una posizione di leadership nella mobilità elettrica ed eliminare il vantaggio della Cina.

Come il nome suggerisce, le batterie allo stato solido contengono un elettrolita solido anziché liquido che garantisce sicurezza dagli incendi e una maggiore densità energetica, ossia la possibilità di accumulare più energia in meno spazio: due caratteristiche rilevantissime per i veicoli elettrici.

LA CORSA ALLE BATTERIE ALLO STATO SOLIDO

Toyota prevede di iniziare a vendere auto elettriche alimentate con batterie allo stato solido entro il 2027 o il 2028; Nissan, un’altra casa giapponese, entro il 2028. Anche le società europee come Volkswagen e BMW sono entrate in questo settore, investendo rispettivamente nelle americane QuantumScape e in Solid Power. La Cina conta di arrivare al 2030 con una filiera articolata per questi dispositivi.

Nella corsa alle batterie allo stato solido i giapponesi sembrano essere in vantaggio. Solo Toyota – riporta il Nikkei Asia – ha registrato oltre milletrecento brevetti per questa tecnologia, mentre le aziende cinesi ne hanno meno di cento. La Cina ha dalla sua l’economia di scala sulle attuali batterie per la mobilità elettrica: non è chiaro però se potrà convertire questo vantaggio industriale in una tecnologia molto diversa.

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