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Carbone

Perché il prezzo del carbone in Cina schizza sempre più

I prezzi dei contratti del carbone in Cina sono vicini a raggiungere la soglia dei 2000 yuan (311 dollari) a tonnellata. Ecco dati, annunci e commenti degli esperti

 

I prezzi dei contratti (futures) del carbone in Cina sono cresciuti fino a quasi 2000 yuan a tonnellata, ovvero 311 dollari. È un valore che Bloomberg definisce “prima impensabile” e che si lega alla crisi energetica in corso nel paese: è dovuta principalmente a una carenza di carbone (il combustibile fossile utilizzato per generare il 70 per cento dell’elettricità) e sta causando razionamenti delle forniture energetiche in diverse regioni o province cinesi.

SCENDONO LE TEMPERATURE, SALE LA DOMANDA

La situazione è resa più grave dalle basse temperature nella Cina orientale, che sta facendo aumentare la domanda di energia (carbone, dunque) per il riscaldamento. Ma i livelli delle scorte sono bassi, e la penuria di combustibile sta impattando sulla produzione industriale: nel terzo trimestre del 2021 l’economia della Cina – la seconda più grande al mondo, dopo quella americana – è peraltro cresciuta del 4,9 per cento, più lentamente di quanto previsto.

COME VA IL PREZZO DEL CARBONE IN CINA

Dalla fine di settembre a oggi i prezzi dei futures del carbone scambiati Zhengzhou Commodity Exchange sono aumentati di più di un terzo. E secondo gli analisti continueranno a crescere nei prossimi mesi, visto l’avvicinarsi della stagione invernale.

cina carbone
Il grafico di Bloomberg mostra l’evoluzione dei prezzi del carbone termico (quello utilizzato per produrre elettricità) in Cina.

IL CARBONE COME IL PETROLIO

Javier Blas, giornalista esperto di energia, ha scritto su Twitter che dal 1 settembre i futures del carbone in Cina sono aumentati del 110 per cento; sul mercato fisico, dove la consegna è immediata, il carbone si scambia a un valore ancora maggiore.

Blas nota anche come i prezzi del carbone termico in Cina si stiano avvicinando a quelli del petrolio. I futures cinesi sul carbone, se misurati in barili di petrolio equivalenti, valgono circa 77 dollari: il greggio West Texas Intermediate si scambia oggi a 82 dollari al barile, il Brent a 85.

LA PRODUZIONE DI CARBONE IN CINA

Secondo i dati ufficiali dell’Istituto nazionale di statistica, a settembre la Cina ha prodotto 334,1 milioni di tonnellate di carbone, lo 0,9 per cento in meno su base annua. Ad agosto la produzione era ammontata a 335,2 milioni di tonnellate.

Una decina di giorni fa le autorità cinesi hanno ordinato alle società che estraggono carbone di aumentare la produzione. Quelle della Mongolia interna – una delle regioni cinesi dove si produce più carbone – hanno chiesto alle aziende di espandere le loro capacità produttive di 100 milioni di tonnellate (quasi il 10 per cento in più dei livelli dell’anno scorso). Nella provincia dello Shanxi il governo locale ha stabilito che le 98 miniere attive dovranno aumentare l’output di 55,3 milioni di tonnellate all’anno.

In precedenza l’ente di regolamentazione del settore bancario aveva imposto alle istituzioni finanziarie nazionali di dare priorità ai finanziamenti alle miniere di carbone.

Il primo ministro cinese Li Keqiang ha anche annunciato una serie di misure volte a sostenere l’output di carbone: tra queste ci sono l’accelerazione nella costruzione di nuove miniere e differimenti fiscali per le centrali a carbone.

La crescita della produzione non renderà immediatamente disponibile più carbone, ma avrà bisogno di tempo per tradursi in realtà. L’anno scorso la Cina ha prodotto 3,9 miliardi di tonnellate di carbone e molto probabilmente nel 2021 ne produrrà di più, sebbene il presidente Xi Jinping abbia detto di voler portare il paese a raggiungere il picco nelle emissioni di gas serra prima del 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060.

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