Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scelto Chris Wright per guidare il dipartimento dell’Energia nella sua prossima amministrazione, che inizierà a governare il 20 gennaio 2025.
CHI È CHRIS WRIGHT
Laureato in ingegneria all’Istituto di tecnologia del Massachusetts e all’Università della California-Berkeley, Wright è amministratore delegato di Liberty Energy, un’azienda di servizi petroliferi molto attiva nel ramo della produzione di petrolio e gas naturale dal fracking. Non ha esperienza politica ma condivide la visione di Trump sui combustibili fossili: enfatizza, cioè, il loro ruolo nel progresso economico e sociale dell’umanità, mentre ne sminuisce il contributo al riscaldamento globale.
In un comunicato, Trump parla di Wright come di “uno dei pionieri che hanno contribuito a lanciare la rivoluzione americana dello shale, che ha alimentato l’indipendenza energetica degli Stati Uniti e ha trasformato i mercati energetici globali e la geopolitica”. Gli Stati Uniti, grazie alle tecnologie di fracking che hanno permesso lo sfruttamento dei depositi di scisto, sono oggi i maggiori produttori al mondo di petrolio e di gas.
Nel comunicato viene sottolineata anche l’esperienza di Wright in settori diversi dall’oil & gas e maggiormente allineati alla cosiddetta transizione ecologica: la sua azienda investe infatti nelle batterie al sodio e nell’energia geotermica (un settore affine al ramo di specializzazione tradizionale delle società petrolifere); lui stesso fa parte del consiglio di amministrazione – a presiederlo c’è Sam Altman di OpenAi – di Oklo, azienda californiana che sviluppa piccoli reattori nucleari.
COSA FA IL DIPARTIMENTO DELL’ENERGIA?
Trump vorrebbe incoraggiare l’estrazione di idrocarburi in modo – a suo dire – da far scendere i prezzi dell’energia per i consumatori americani: la produzione oil & gas negli Stati Uniti, comunque, già a livelli record.
Il dipartimento dell’Energia non ha una grande autorità sull’industria petrolifera nazionale, che del resto non è tenuta a rispondere alla Casa Bianca ma agli investitori. Il suo compito principale è piuttosto quello di preservare le testate nucleari americane, di supervisionare la ricerca sui supercomputer e di gestire la riserva strategica di petrolio; sotto l’attuale segretaria Jennifer Granholm, però, il dipartimento si è occupato anche di stimolare la transizione energetica, tra nuove fabbriche e tecnologie emergenti.
Ciononostante, Wright potrà comunque influenzare l’andamento del settore energetico statunitense verso una direzione più gradita a Trump: ad esempio, il dipartimento dell’Energia è un soggetto chiave per quanto riguarda l’autorizzazione dei progetti di esportazione del gas naturale liquefatto, che sono stati messi in pausa dall’amministrazione di Joe Biden per motivi di impatto ambientale. Più in generale, la nomina stessa di Wright è un segnale di vicinanza agli interessi dei produttori indipendenti di petrolio.
COSA PENSA WRIGHT DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E DELL’ENERGIA PULITA
La nomina di Wright è stata criticata dagli ambienti progressisti per via delle sue opinioni sul cambiamento climatico, che ritiene “ben lungi dall’essere la più grande minaccia per la vita umana”.
In un video pubblicato sul suo profilo LinkedIn, Wright affermava che “non c’è nessuna crisi climatica. E non siamo nemmeno nel mezzo di una transizione energetica. La vita degli esseri umani, e quella di tutti gli organismi complessi sulla Terra, è semplicemente impossibile senza l’anidride carbonica, quindi il termine inquinamento da carbonio è oltraggioso”.
Nonostante la sua vicinanza all’industria fossile, Wright – come visto – non è ostile all’energia a basse emissioni.
IL CONSIGLIO DELL’ENERGIA NAZIONALE
Se la nomina al dipartimento dell’Energia verrà confermata dal Congresso, Wright farà parte anche del Consiglio dell’energia nazionale, un nuovo organismo presieduto da Doug Borgum (il probabile nuovo segretario degli Interni) che fungerà da centro di coordinamento delle politiche di stimolo alla produzione di energia.
Trump ha spiegato che il Consiglio “supervisionerà il percorso verso il dominio energetico degli Stati Uniti riducendo la burocrazia, promuovendo gli investimenti del settore privato in tutti i settori dell’economia e concentrandosi sull’innovazione piuttosto che su una regolamentazione di lunga data, ma del tutto inutile”.