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America

Perché i dirigenti oil & gas gelano Biden sulla cattura della CO2

La maggior parte dei dirigenti delle società petrolifere americane è scettica sulla convenienza della cattura del carbonio, nonostante gli incentivi pubblici. Tutti i dettagli.

Secondo un recente sondaggio della Federal Reserve Bank of Dallas, una delle dodici banche “centrali-regionali” degli Stati Uniti, una grossa fetta dei dirigenti delle società petrolifere americane non pensa che i progetti di cattura del carbonio siano economicamente convenienti, nemmeno dopo l’approvazione dell’’Inflation Reduction Act.

La legge – una delle più importanti della presidenza di Joe Biden finora – prevede infatti un aumento significativo dei crediti d’imposta per gli impianti di cattura del carbonio, con l’obiettivo di rendere competitivi sul piano commerciale anche quelli finora troppo costosi.

TUTTI GLI SCETTICISMI DEI DIRIGENTI OIL & GAS

L’ottimismo dell’amministrazione Biden, tuttavia, si scontra con lo scetticismo del 54 per cento dei manager del settore oil & gas che hanno partecipato al sondaggio della Federal Reserve of Dallas, che copre un distretto tra il Texas, il New Mexico e la Louisiana noto come Oil Patch (“campo petrolifero”), data l’alta concentrazione di riserve di idrocarburi.

cattura del carbonio
Grafico via Axios.

Il 42 per cento dei manager, poi, dice che solo alcuni dei progetti di cattura del carbonio diventeranno proficui grazie ai crediti d’imposta; appena il 4 per cento si dice convinto della redditività della maggior parte degli impianti.

COSA SI DICE SULLA CATTURA DEL CARBONIO

La cattura e lo stoccaggio del carbonio (abbreviata in CCS, in inglese) è una tecnologia che – come suggerisce il nome stesso – permette di assorbire e di immagazzinare l’anidride carbonica emessa dai siti di produzione petrolifera e dalle industrie ad alta intensità energetica prima che possa raggiungere l’atmosfera.

Al di là dei costi, la tecnologia in sé non è sempre apprezzata dagli scienziati e dagli attivisti climatici: alcuni la considerano una distrazione dai piani di transizione alle fonti di energia rinnovabile. Per altri esperti, invece, la CCS avrà un ruolo anche quando la rete elettrica verrà completamente decarbonizzata, perché potrà venire impiegata per ridurre l’impatto emissivo di quelle industrie che non si riesce – almeno al momento – ad alimentare con fonti pulite: gli stabilimenti siderurgici e quelli cementieri, per esempio.

GLI INCENTIVI DEL GOVERNO AMERICANO

Grazie all’Inflation Reduction Act, le tecnologie di cattura convenzionali (quelle cioè che catturano la CO2 delle industrie e poi la stoccano sottoterra) potranno accedere a incentivi fino a 85 dollari a tonnellata. Quelle di cattura diretta dall’aria (DAC), invece, fino a 180 dollari a tonnellata.

L’UMORE DEL SETTORE PETROLIFERO

Nonostante il greggio sia su prezzi attraenti per i produttori – il benchmark americano WTI si scambia intorno agli 80,9 dollari al barile -, la crescita dell’output petrolifero statunitense è debole: tra le cause rientrano la mancanza di investimenti in nuova capacità estrattiva, la carenza di lavoratori e gli aumenti dei costi delle materie prime.

La maggior parte degli imprenditori oil & gas americani teme poi che la recessione economica possa far diminuire la domanda di petrolio e di gas. Le proiezioni di prezzo del greggio americano dicono che arriverà a 89 dollari al barile verso la fine dell’anno; le stime precedenti indicavano un valore ben più alto, di 108 dollari al barile.

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