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Bielorussia Gas

Come la Bielorussia tiene in scacco l’Ue sul gas

La Bielorussia ha minacciato di chiudere i flussi del gas verso l'Europa in caso di sanzioni per la crisi migratoria. Le conseguenze delle sue parole si sono già fatte sentire. Tutti i dettagli

 

Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha detto che potrebbe interrompere il transito del gas verso l’Europa se Bruxelles dovesse emettere nuove sanzioni verso Minsk per il suo ruolo nella crisi migratoria al confine con la Polonia.

COSA STA SUCCEDENDO, IN BREVE

Secondo l’Unione europea, da quest’estate la Bielorussia sta aiutando migliaia di migranti (provengono principalmente dal Medio Oriente) a raggiungere il confine con la Polonia (che non ha intenzione di accoglierli) con l’obiettivo di creare una crisi e mettere in difficoltà il blocco.

A fine giugno l’Unione europea aveva imposto una serie di sanzioni economiche contro la Bielorussia per il caso del dirottamento del volo Ryanair e dell’arresto del giornalista di opposizione Roman Protasevich. Stando a POLITICO, potrebbe introdurne di nuove – stavolta per la crisi migratoria – già lunedì prossimo.

Bruxelles sostiene che quello di Minsk sia un “attacco ibrido” nei suoi confronti. Di contro, Lukashenko – un dittatore al potere dal 1994, sostenuto dalla Russia – respinge e rimanda le accuse: a suo dire, la crisi migratoria sarebbe alimentata dai governi occidentali.

LA MINACCIA DI LUKASHENKO SUL GAS

Oggi Lukashenko ha minacciato di interrompere i flussi di gas russo che transitano sul territorio della Bielorussia. Si riferiva nello specifico al gasdotto Yamal-Europe, che dalla Bielorussia arriva in Polonia e, da qui, in Germania. È lungo 575 chilometri e ha una capacità di trasporto annuo di 33 miliardi di metri cubi di gas.

“Stiamo scaldando l’Europa, e ci minacciano di chiudere la frontiera. E se interrompessimo lì il gas naturale? Pertanto, inviterei la leadership polacca, i lituani e le altre persone senza testa a pensare prima di parlare”. Sono parole di Lukashenko, riportate dall’agenzia di stampa statale bielorussa Belta.

LE CONSEGUENZE

La chiusura della condotta Yamal-Europe avrebbe serie ripercussioni sul mercato europeo del gas, che sta attraversando un momento di difficoltà: le forniture del combustibile sono scarse, i prezzi sono altissimi e l’avvicinarsi dell’inverno fa temere una crisi energetica.

Il nervosismo è tale che è bastata la minaccia di Lukashenko a far salire ancora il costo del gas europeo: i contratti per il prossimo mese sono cresciuti del 2,1 per cento, arrivando a 71,3 euro al megawattora.

L’IMPORTANZA DELLA BIELORUSSIA PER L’EUROPA

La Russia è nettamente il primo fornitore del Vecchio continente: vale da sola oltre il 40 per cento del totale delle importazioni. Quest’anno circa il 20 per cento di questo gas è arrivato in Europa attraverso la Bielorussia, e in particolare attraverso il gasdotto Yamal-Europe.

Il tempismo delle parole di Lukashenko è pessimo, per l’Europa. Il gas dalla Norvegia è in calo per via di alcuni imprevisti, e le temperature nella parte nordoccidentale del continente dovrebbero scendere sotto la media stagionale a partire da domenica, e rimanerci fino all’inizio di dicembre. La domanda di gas per il riscaldamento, dunque, sembra tendere verso l’alto.

I flussi di gas passanti per lo Yamal-Europe che arrivano a Mallnow, in Germania (è qui che termina la condotta) sono peraltro già molto più bassi del normale.

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