Governo al lavoro per spegnere il caro bollette. Ecco tutti i dettagli.
LE PAROLE DEL MINISTRO CINGOLANI
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto che nel prossimo trimestre (ottobre-dicembre) le bollette dell’elettricità potrebbero aumentare del 40 per cento a causa dei prezzi alti del gas naturale e delle quote di emissione di CO2.
COSA HA FATTO LA SPAGNA
Il rialzo delle bollette non riguarderà solamente l’Italia ma anche altri paesi europei come la Spagna, il cui governo ha annunciato l’imposizione di un limite massimo ai prezzi del gas (in modo da abbassare i costi dell’energia per gli utenti) e la diminuzione della tassa sull’elettricità.
IL PRECEDENTE INTERVENTO DEL GOVERNO
Ci si aspetta, quindi, che anche il governo italiano annunci delle misure simili. L’esecutivo di Mario Draghi è in realtà già intervenuto per contenere l’aumento dei prezzi delle bollette a luglio, stanziando 1,2 miliardi di euro per ridurre gli oneri di sistema. Lo ha fatto perché altrimenti la tariffa dell’elettricità sarebbe cresciuta del 20 per cento: le cause sono le stesse viste prima.
LE PREVISIONI SULLA SPESA PER LE FAMIGLIE
Per la famiglia-tipo, la spesa per l’energia nel terzo trimestre del 2021 è aumentata di circa 50 euro annui. Senza l’intervento del governo, che ha limitato l’aumento delle bollette intorno al 10 per cento, sarebbe stata molto più alta, circa 280 euro.
Stando alle stime riportate da Repubblica, l’aumento del 40 per cento del prezzo dell’energia elettrica nel trimestre ottobre-dicembre potrebbe significare una spesa maggiore per le utenze familiari fino a 500 euro all’anno: 100 euro per l’elettricità e 400 per il gas (consideratone il consumo per il riscaldamento).
COSA FARÀ IL GOVERNO
Il Sole 24 Ore scrive che il governo Draghi sta valutando di procedere nuovamente per ridurre gli oneri di sistema in bolletta. Ma stavolta, visto l’aumento doppio rispetto all’attuale trimestre (40 per cento contro 20), sarebbe necessario stanziare molti più soldi, “come minimo 2 miliardi”.
Repubblica aggiunge che, proprio come fatto a luglio, anche stavolta il governo potrebbe attingere alle entrate delle aste per i permessi di emissione di CO2 e usare questi soldi “per coprire una parte degli incentivi che gli italiani pagano in bolletta per le energie verdi (13 miliardi all’anno)”.
L’opzione principale in fase di studio al ministero dell’Economia, allora, sarebbe quella “di una sterilizzazione dell’Iva in relazione all’incremento tariffario”, riporta il Sole 24 Ore: cioè eliminare l’IVA sulla differenza del costo dell’energia tra l’ultima quotazione e quella del 1 ottobre, quando scatterà il rincaro.
Repubblica aggiunge un possibile “spostamento di una parte degli oneri ‘impropri’ in bollette (incentivi, ma non solo) sulla fiscalità generale”.