Ansaldo Energia, la società genovese di impianti energetici che ha chiuso il 2022 con una perdita per 559 milioni di euro, non ha nuove commesse su cui lavorare fino al 2024. Le ore scoperte sono 180.000.
LE PROMESSE DELL’AD FABBRI
Parlando ai sindacati, con i quali si è riunito nei giorni scorsi, l’amministratore delegato Fabrizio Fabbri, in carica dallo scorso aprile, ha detto che l’azienda “sta attivando ogni canale che possa portare nuove commesse, concentrandoci sulle opportunità a maggiore probabilità di concretizzazione e quindi generando nuovi contratti più velocemente di quanto in media richieda il mercato”. Come riportato dal Secolo XIX, ad oggi Ansaldo Energia ha proposto ai clienti offerte per un valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro.
ANSALDO ENERGIA SI TRASFERIRÀ A TRIESTE?
Le tensioni tra i vertici della società e le segreterie sindacali riguardano anche i piani di trasferimento a Trieste della produzione di micro-turbine, elettrolizzatori e altri macchinari, mantenendo a Genova solamente la parte ingegneristica di Green Tech, l’unità dedicata alle cosiddette tecnologie verdi per la transizione ecologica. Secondo i sindacati Fiom e Film, i piani rischiano di far perdere un centinaio di posti di lavoro alla città. Secondo Ansaldo, invece, l’acquisizione di una parte delle aree di Wärtsilä (gruppo finlandese che realizza motori) a Trieste è “un’opportunità”.
LE DICHIARAZIONI DI FIOM E FIM-CISL
Stefano Bonazzi della FIOM ha detto che “il futuro industriale di Ansaldo” e di Genova è “legato alle attività verdi”, cioè a Green Tech. “Ma se gli investimenti su questo fronte sono previsti a Trieste, mi chiedo: quale futuro abbiamo?”.
Christian Venzano della Fim-Cisl ha commentato invece l’assenza di nuove commesse: “Dove sono finite le centrali nazionali che necessitano di una riconversione?”, alludendo ai progetti di Enel per la conversione a gas delle centrali a carbone di Brindisi, Civitavecchia e La Spezia, sospesi per effetto della crisi del gas. La cancellazione delle commesse per le turbine ha pesato sui conti e sulle prospettive di Ansaldo.
“Le cinque turbine che il nuovo amministratore delegato aveva annunciato che avrebbero potuto essere prodotte […] non si sono viste e non stupisce, visto che i soldi della ricapitalizzazione sono quasi finiti e non ci sono risorse per acquistare i materiali. Il governo deve intervenire per garantire i carichi di lavoro”, aveva spiegato il mese scorso al Secolo XIX Federico Grondona della FIOM.
Fabbri aveva garantito che “fino a tutto il 2024” non si farà ricorso alla cassa integrazione. Solo negli ultimi sei mesi si sono verificate sessanta uscite volontarie di ingegneri e tecnici, preoccupati per l’incerto futuro dell’azienda.
COSA FARÀ CDP (SOCIO PRIVATO IN ARRIVO?)
Cassa depositi e prestiti, che fa capo al ministero dell’Economia, possiede l’88 per cento di Ansaldo Energia. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto che “bisogna portare a termine l’operazione di rilancio” dell’azienda, di cui si è fatta carico CDP con una ricapitalizzazione: l’aumento di capitale sarà di 580 milioni. Completata l’operazione, Giorgetti ha ipotizzato una ridefinizione del ruolo di CDP, forse con l’ingresso di un socio industriale privato.
Il precedente socio privato era la compagnia elettrica cinese Shanghai Electric, che dopo la ricapitalizzazione è passata però da una quota del 12 per cento a meno dell’1 per cento. Shanghai Electric non aveva aderito nemmeno al precedente aumento di capitale dell’azienda genovese, riducendo la propria quota dal 40 al 12 per cento.