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Ansaldo

Cosa succederà ad Ansaldo Energia (che applica la mordacchia)

Mentre Marino si appresta a lasciare la carica di a.d., Ansaldo Energia si prepara alla ricapitalizzazione tra qualche dubbio: Cdp ha confermato l'impegno, ma cosa faranno i cinesi di Shanghai Electric? La società genovese, intanto, richiama i dipendenti all'obbligo di riservatezza.

 

Grandi cambiamenti in Ansaldo Energia. Oltre alla ricapitalizzazione – confermata da Cassa depositi e prestiti, che controlla la società di impianti energetici con una quota dell’88 per cento – e un nuovo piano industriale, si procederà anche alla sostituzione dell’amministratore delegato.

GIUSEPPE MARINO LASCIA ANSALDO ENERGIA

Giuseppe Marino lascerà infatti la carica che ricopre dall’ottobre 2019 a fine marzo, tra poco più di un mese, per fare ritorno al gruppo giapponese Hitachi: diventerà amministratore delegato di Hitachi Rail Global, con sede a Londra.

Non ci saranno modifiche, invece, alla composizione del consiglio di amministrazione di Ansaldo Energia.

IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE

Lo scorso agosto la società comunicò una perdita di 442 milioni di euro e un indebitamento netto verso terzi di 787 milioni, spiegando che – per via di questa “situazione di tensione finanziaria”, dovuta anche alla crisi dei prezzi e delle forniture di gas, che hanno fermato alcune commesse – non sarebbe riuscita a raggiungere gli obiettivi economici stabiliti nel bilancio 2022 e a realizzare il suo piano industriale.

Il nuovo piano di Ansaldo Energia, allora, poggia su quattro obiettivi prioritari: la razionalizzazione delle attività dell’unità New Units, dedicata ai nuovi contratti di turbine a gas; l’aumento della quota di ricavi proveniente dall’unità Service; lo sviluppo di Ansaldo Green Tech e Ansaldo Nucleare (le due controllate più allineate al processo di transizione alle fonti low-carbon); la focalizzazione sulle dinamiche di cassa.

CHI PAGHERÀ PER LA RICAPITALIZZAZIONE?

L’aumento di capitale riguarderà i due soci di Ansaldo Energia: ovvero Cassa depositi e prestiti (controllata a sua volta dal ministero dell’Economia), che ha già confermato la sua disponibilità a procedere; e la compagnia elettrica cinese Shanghai Electric, che possiede una quota del 12 per cento e le cui intenzioni non sono chiare.

I CINESI DI SHANGHAI ELECTRIC FARANNO UN PASSO INDIETRO?

Come ricostruisce Repubblica, nel precedente aumento di capitale di Ansaldo Energia, Shanghai Electric non aveva aderito, riducendo la propria quota della società dal 40 all’attuale 12 per cento.

Se Shanghai Electric dovesse tirarsi indietro dalla nuova ricapitalizzazione – scrive il quotidiano – “si potrebbe profilare un nuovo assetto, con soci in ingresso e consiglieri di riferimento pronti a entrare nel cda. Ma chi potrebbero essere? Fondi d’investimento, ma anche aziende private del settore energetico. Non grandi gruppi interessati a partecipazioni di minoranza, ma aziende italiane disponibili a sostenere una realtà come Ansaldo Energia”.

ANSALDO ENERGIA RIBADISCE GLI OBBLIGHI DI RISERVATEZZA

In una nota interna rivolta ai dipendenti datata 7 febbraio, la direzione di Ansaldo Energia ricorda “a tutto il personale […] l’obbligo di garantire sempre la massima riservatezza su ogni notizia ed informazione a qualsiasi titolo ed in qualunque forma appresa in relazione ed a causa del rapporto di lavoro con la società”.

“Si riconferma pertanto”, si legge, “il divieto di divulgare informazioni, la cui diffusione ed utilizzazione possano provocare un pregiudizio o un danno, anche di immagine, per l’Azienda stessa. L’eventuale violazione dei doveri di riservatezza, compromettendo gravemente il rapporto fiduciario con la Società, potrà esporre gli autori, qualora ne venissero accertate le responsabilità, oltre che alle conseguenze disciplinari interne, anche a possibili azioni sul piano penale e civile nelle sedi competenti”.

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