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Algeria

Snam si sfrega le mani per l’accordo Germania-Algeria sul gas?

La Germania inizierà a importare gas naturale dall'Algeria: il combustibile passerà per l'Italia. Ma la notizia è rilevante anche per i piani di Snam sul trasporto di idrogeno dal Nordafrica all'Europa. Tutti i dettagli.

Per la prima volta, la Germania importerà gas naturale via tubo dall’Algeria. È una notizia significativa, sia perché racconta il distacco energetico tedesco dalla Russia, sia perché potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Italia.

COSA SAPPIAMO DELL’ACCORDO SUL GAS TRA GERMANIA E ALGERIA

Qualche giorno fa la compagnia petrolifera statale algerina Sonatrach e VNG Handel & Vertrieb, una sussidiaria della società gasifera tedesca VNG, hanno annunciato la firma di un contratto di medio termine per la fornitura alla Germania di gas algerino tramite gasdotto.

I dettagli dell’accordo, però – il suo valore e la sua durata, per esempio -, non sono stati rivelati. Bloomberg ha scritto che il contratto è “piccolo”, ma VNG sarebbe intenzionata a espanderlo.

GAS E IDROGENO

L’Algeria possiede le seconde riserve di gas naturale più grandi d’Africa, ne produce 106 miliardi di metri cubi all’anno e ne è la principale fornitrice dell’Italia, dopo che anche il nostro paese ha ridotto la forte dipendenza dalla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. A livello comunitario, l’Algeria rappresenta il 14 per cento delle importazioni di gas (sia via tubo che via nave, in forma liquefatta).

Il gas algerino destinato alla Germania arriverà prima in Italia tramite gasdotto, e poi dall’Italia raggiungerà il territorio tedesco. L’economia più grande d’Europa ha rimpiazzato il combustibile russo principalmente con il GNL ma non ha firmato molti contratti a lungo termine, affidandosi agli acquisti sul mercato spot (quello giornaliero e all’ingrosso, esposto alla volatilità di prezzo).

L’accordo sul gas tra VNG e Sonatrach è servito inoltre a gettare le basi per una futura collaborazione algerino-tedesca sull’idrogeno verde, un combustibile a zero emissioni ricavato dall’elettricità rinnovabile. Il ministro dell’Economia della Germania, Robert Habeck – alla guida della delegazione imprenditoriale che ha visitato l’Algeria per la definizione del contratto -, ha dichiarato che Berlino vuole “incoraggiare l’Algeria a produrre più idrogeno verde nel futuro, a investire maggiormente nell’energia solare ed eolica”. Nella delegazione di imprenditori tedeschi che ha visitato l’Algeria era presente anche Michael Lewis, amministratore delegato della società energetica Uniper.

L’Algeria, dunque, potrebbe sfruttare il suo potenziale di generazione rinnovabile per produrre idrogeno verde; la Germania, invece, si posizionerebbe come consulente tecnica e come acquirente del combustibile pulito, garantendo un mercato agli algerini.

L’idrogeno verde può decarbonizzare le industrie pesanti (come la chimica e la siderurgia) che non si riesce a elettrificare, ma è parecchio più costoso sia del gas naturale, sia dell’idrogeno prodotto da fonti fossili (il cosiddetto “idrogeno grigio”): per questo motivo la sua adozione, oggi, è estremamente limitata.

– Leggi anche: Idrogeno e metalli: tutti i piani miliardari della Germania per l’Africa

IL RUOLO DELL’ITALIA

Snam, la società che gestisce la rete italiana dei gasdotti, sta sviluppando un progetto dedicato proprio al trasporto dell’idrogeno tra il Nordafrica, l’Italia, l’Austria e la Germania. Chiamato South H2 Corridor ma conosciuto anche come “corridoio meridionale dell’idrogeno”, si tratta di una rete di tubature lunga circa 3300 chilometri.

Secondo Snam, una volta operativo (entro il 2030, pare) il corridoio permetterà l’importazione di quattro milioni di tonnellate all’anno di idrogeno dal Nordafrica; dal sud Italia, poi, l’idrogeno verrebbe trasportato nel nord della penisola, in Austria e infine in Germania, dove la domanda energetica è più alta per via della presenza di industrie.

Il South H2 Corridor è stato citato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni come uno dei principali progetti energetici del Piano Mattei per l’Africa.

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