Skip to content

acciaio

Acciaio, cosa cambierà con i nuovi dazi Usa per colpire la Cina in Messico

Gli Stati Uniti hanno imposto nuovi dazi sull'acciaio e l'alluminio provenienti dal Messico ma non prodotti nel paese: è una mossa pensata per contrastare le triangolazioni commerciali della Cina. Tutti i dettagli e le conseguenze.

Gli Stati Uniti hanno annunciato nuovi dazi sull’acciaio e l’alluminio provenienti dal Messico ma non prodotti nel paese. Si tratta di una mossa pensata per impedire alla Cina di aggirare le tariffe statunitensi – a maggio sono state alzate dal 7,5 al 24 per cento – attraverso la triangolazione con il Messico, che fa parte del trattato di libero scambio nordamericano. L’amministrazione di Joe Biden ha spiegato che la decisione è stata presa in accordo con il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador.

I NUOVI DAZI SULL’ACCIAIO E L’ALLUMINIO DAL MESSICO

Gli Stati Uniti, dunque, hanno imposto dazi del 25 per cento sull’acciaio importato dal Messico che non è stato fuso e colato in quel paese, in Canada o negli Stati Uniti.

Quanto all’alluminio, si applicano dazi del 10 per cento su quello proveniente dal Messico ma fuso in Cina, Russia, Bielorussia o Iran.

COSA CAMBIA

Come detto, le tariffe sui due metalli servono alla Casa Bianca per evitare che la Cina riversi negli Stati Uniti il suo grande surplus produttivo in modo da compensare il calo della domanda interna a seguito della crisi del settore immobiliare; questo surplus, dato il basso prezzo, danneggerebbe l’industria siderurgica americana.

Nel concreto, tuttavia, le tariffe non cambieranno granché, visto che ad oggi l’America importa solo piccole quantità di acciaio e alluminio dalla Cina.

La decisione di prevenire e colpire le eventuali triangolazioni attraverso il Messico, allora, funge da rassicurazione ai politici e agli elettori, dato che l’industria siderurgica statunitense si concentra in molti swing states, cioè quegli stati dove non esiste una netta maggioranza di votanti del Partito democratico o di quello repubblicano. Non a caso, la direttrice del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, Lael Brainard, ha tenuto a sottolineare che questi nuovi dazi “risolvono un’importante lacuna che la precedente amministrazione non aveva affrontato. L’acciaio e l’alluminio”, ha aggiunto, “rimarranno la spina dorsale della nostra economia mentre costruiamo le industrie del futuro qui in America”.

L’American Iron and Steel Institute, un’associazione di categoria, ha salutato con favore la misura.

I NUMERI DELLE IMPORTAZIONI DI ACCIAIO E ALLUMINIO DAL MESSICO

Nel 2023 gli Stati Uniti hanno importato dal Messico circa 3,8 milioni di tonnellate di acciaio; di queste, il 13 per cento proveniva da fuori il Nordamerica e sarà soggetto ai nuovi dazi. Nello stesso anno, le importazioni dal Messico di alluminio sono state di 105.000 tonnellate, di cui il 6 per cento fuse o colate in paesi terzi.

IL MESSICO COME “PORTA SUL RETRO” PER LE AUTO ELETTRICHE CINESI

Oltre all’acciaio e all’alluminio, a Washington si teme anche che la Cina possa sfruttare il Messico come “porta sul retro” per accedere al mercato automobilistico statunitense, aggirando i dazi del 100 per cento sui veicoli elettrici: in breve, le case cinesi potrebbero produrre le loro vetture in Messico per poi esportarle negli Stati Uniti, approfittando del libero scambio nordamericano. Costruendo automobili in Messico, peraltro, le società cinesi si garantirebbero il rispetto della quota minima di contenuto nordamericano necessaria per accedere agli incentivi dell’Inflation Reduction Act.

La Casa Bianca si è già mossa per scongiurare questo rischio. Ad aprile Reuters aveva infatti dato notizia delle pressioni statunitensi sulle autorità messicane per convincerle a non offrire incentivi ai produttori cinesi di auto elettriche per l’apertura di stabilimenti nel paese.

Torna su