Nippon Steel, il più grande gruppo giapponese dell’acciaio, ha annunciato venerdì scorso che rimanderà di tre mesi il processo di acquisizione dell’azienda siderurgica americana US Steel. L’operazione, dunque – diventata un grande caso politico negli Stati Uniti -, verrà ultimata a dicembre, dopo le elezioni presidenziali del 5 novembre.
L’OPPOSIZIONE POLITICA ALL’ACCORDO NIPPON STEEL-US STEEL
A prescindere da chi tornerà alla Casa Bianca, comunque, le prospettive non sembrano essere troppo positive per Nippon Steel: Donald Trump ha promesso che bloccherà l’accordo (dal valore di circa 15 miliardi di dollari), mentre l’attuale presidente Joe Biden si è schierato con i sindacati contrari al buyout. Sono anche state sollevate questioni di sicurezza nazionale, benché Nippon Steel sia un’azienda giapponese e il Giappone sia uno dei principali alleati degli Stati Uniti.
La motivazione di Nippon Steel sembra essere esclusivamente economica: acquisendo US Steel (il terzo maggiore produttore di acciaio del paese), il gruppo giapponese (che è il quarto maggiore produttore di acciaio al mondo) si avvicinerà infatti al raggiungimento di una capacità produttiva globale di cento milioni di tonnellate.
LE RASSICURAZIONI DEL GRUPPO GIAPPONESE
Nippon Steel ha cercato in vari modi di rassicurare gli ambienti politici e l’opinione pubblica statunitensi: ha detto che l’acquisizione permetterà a US Steel di produrre acciaio attraverso processi nuovi e a basse emissioni; ha garantito che la sede centrale rimarrà a Pittsburgh e che non ci saranno licenziamenti; ha specificato che l’accordo migliorerà la resilienza dell’industria americana, permettendole di affrontare meglio la concorrenza della Cina.
La società, comunque, ha precisato che la decisione di rinviare l’operazione non è legata al contesto politico bensì alle tempistiche autorizzative.
COSA FANNO GLI AZIONISTI, COSA FA IL GOVERNO AMERICANO
Ad aprile la maggioranza degli azionisti di US Steel – come i fondi Vanguard, BlackRock, Dimensional e Pentwater – hanno votato a favore dell’acquisizione, che però dovrà essere revisionata dal CFIUS, un’agenzia federale che ha il compito di valutare le implicazioni sulla sicurezza nazionale degli investimenti esteri negli Stati Uniti.
Il giorno prima di notificare il rinvio dell’operazione a dicembre, Nippon Steel ha fatto sapere di aver ricevuto una nuova notifica (second request, in gergo) dal dipartimento di Giustizia, che ha chiesto ulteriori dettagli e documenti nell’ambito di un controllo antitrust.
Dalla Commissione europea, intanto, è arrivata oggi l’approvazione dell’operazione Nippon Steel-US Steel mediante procedura semplificata.