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Arena Di Verona

Unicredit, ecco tutti i subbugli su Cariverona

Ecco chi e perché critica le mosse del presidente di Cariverona, Mazzucco, che punta a un rinnovo del mandato. La fondazione è anche azionista di Unicredit

Fibrillazioni politiche e non solo sulla Fondazione Cariverona, azionista con circa l’1,8% di Unicredit (oltre che di Banco Bpm, Cattolica Assicurazioni, Dobank e Snam). Ecco tutti i dettagli.

CHE COSA SUCCEDE SULLA FONDAZIONE CARIVERONA

Sono giorni di tensione, nella città scaligera, quelli che precedono l’elezione, in programma giovedì prossimo, del presidente della Fondazione Cariverona. Per trovare il successore di Alessandro Mazzucco, infatti, si sta apprestando una procedura diversa da quella solita che porterebbe proprio a un rinnovo del mandato all’ex rettore dell’università di Verona. Un iter che sta suscitando diffusi malumori tanto da portare a una protesta da parte del presidente del consiglio comunale veronese, Ciro Maschio (Fratelli d’Italia), sostenuto dai due senatori e colleghi di partito Stefano Bertacco e Adolfo Urso. Quest’ultimo, in particolare, chiede un intervento del ministero dell’Economia e delle Finanze.

CHI CRITICA LE MOSSE DEL PRESIDENTE MAZZUCCO

Come informa il Corriere di Verona, quattro membri del consiglio generale – ovvero Giuseppe Gomiero, Giorgio Morini, Giovanni Pizzolo e Fausto Taras – stanno consultando gli altri 21 componenti per sapere se sono favorevoli a una riconferma di Mazzucco, alla guida della Fondazione dal 2016. In tal modo il presidente uscente e il nuovo board verrebbero eletti dal consiglio generale in carica senza aspettare l’insediamento dei nuovi consiglieri, alcuni dei quali sono stati già indicati come quello che rappresenta il Comune di Verona. Una scelta che pare abbia già portato alcuni enti a consultare dei legali per conoscere eventuali contromisure.

LE PROTESTE DI FRATELLI D’ITALIA

In particolare il presidente del consiglio comunale della città si è scagliato contro questa modalità di rinnovo dei vertici definendola “autoreferenziale e arrogante”. Facendo così, sostiene Maschio, si vuole “calpestare le istituzioni che esprimono i membri del consiglio generale”. Inoltre, “si rischia uno strappo forte tra Fondazione e territori ad essa collegati, da Verona a Vicenza, da Ancona a Belluno, calpestandoli e ignorandone la volontà: una cosa mai vista che avrebbe ripercussioni anche su operazioni importanti previste nel bilancio della stessa Fondazione”. Maschio, Bertacco e Urso hanno pure annunciato ulteriori iniziative sia parlamentari – con interrogazioni al governo – sia amministrative.

LE CRITICHE DI URSO

“E’ questione di correttezza e buona collaborazione tra istituzioni” commenta Urso con Start Magazine. “Credo che sia doveroso che intervenga il Mef che ha la vigilanza sulle fondazioni bancarie – spiega – tanto più alla luce di quanto è accaduto durante gli anni della gestione in scadenza”. Il senatore di Fratelli d’Italia punta il dito contro “le modalità con cui gli azionisti italiani, quindi le Fondazioni, hanno perso il controllo della principale banca di sistema italiana”, Unicredit. A tal proposito Urso ricorda la sua proposta di legge in corso di approvazione a Palazzo Madama che “consentirà a decine di migliaia di veneti di riappropriarsi del proprio debito con modalità di riscatto pattuite dalla legge”. Ad esempio, spiega, “questo è quanto potranno fare tutti coloro il cui credito deteriorato è stato ceduto nel 2017 da Unicredit a un valore inferiore al 13%, molto al di sotto dei valori di mercato”. Per quanto riguarda l’appuntamento di giovedì, Urso rivela il suo auspicio: “Spero che prevalga il buonsenso e la tutela del bene comune”.

COSA SI DICE NELLA FONDAZIONE CARIVERONA

Secondo indiscrezioni del Corriere di Verona, da fonti vicine al vertice della Fondazione filtra “profondo sconcerto per i contenuti e soprattutto per i toni non accettabili di alcune dichiarazioni rilasciate oggi riguardo Cariverona e i suoi organi di governo”. Nel contempo, però, le stesse fonti evidenziano “la totale legittimità di ogni atto in cui si concretizza quotidianamente la vita istituzionale della Fondazione: anche quelli riguardanti le procedure di governance, deliberate anch’esse nel rispetto assoluto della responsabilità trasparente e condivisa degli organi di governo, come previsto dallo statuto dell’ente, a termini di legge”. Ufficialmente la Fondazione non si esprime sulla vicenda e riserbo arriva, come atteso, da parte del presidente.

COSA FA LA FONDAZIONE CARIVERONA

Nata in seguito alla riforma del 1990 dettata dalla legge “Amato Carli”, la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona ha sede a Verona. Nel documento di programmazione per il triennio 2020-2022 ha stabilito quali priorità l’attenzione all’ambiente e ai territori, ai giovani e alle comunità aperte all’innovazione. L’obiettivo di erogazioni nel complesso per i tre anni è pari a 60 milioni di euro mentre – a completamento della programmazione 2019 – sono stati deliberati impegni contributivi per oltre 12,5 milioni a valere sui bandi welfare e famiglia, giovani protagonisti, ricerca di eccellenza, ricerca e sviluppo.

Non di poco conto le partecipazioni azionarie della Fondazione tra cui compare quella in Unicredit, pari all’1,8%, quella in Cattolica Assicurazioni (scesa di recente poco sotto il 3%) e quella in DoBank (1,6%), oltre che in Enav, Snam e Banco Bpm (che ha generato una rilevante perdita come sottolineato nella relazione al bilancio 2018). Da ricordare che nel clima infuocato della compagnia assicurativa veneta – dove alcuni soci dissidenti potrebbero riuscire a far approvare modifiche statutarie tali da minacciare l’attuale governance – Cariverona è alla finestra: non ha gradito la defenestrazione, lo scorso ottobre, dell’amministratore delegato Alberto Minali, che aveva portato ottimi risultati ma pare fosse entrato in rotta di collisione con il presidente Paolo Bedoni, da 13 anni re incontrastato di Cattolica Assicurazioni.

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