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Tutto sulle aziende che producono caffè senza chicchi di caffè

Per il Wall Street Journal, in futuro, la produzione di caffè necessaria a livello mondiale non sarà più sostenibile e dunque tra le aziende c'è chi sperimenta in laboratorio con le nuove tecnologie e chi ricorre a ingredienti naturali alternativi. Fatti, nomi e numeri

 

Sfruttamento dei lavoratori, deforestazione dei polmoni della terra, inquinamento e cambiamenti climatici, carenza di terreni e aumento dei prezzi. Questa sembra la parabola a cui è condannato il caffè che, in futuro, per il Wall Street Journal, potrebbe essere sintetico o, se preferite, artificiale.

Di recente infatti i prezzi del caffè, come quelli del cacao, sono saliti a livelli record e per la banca americana Citi potrebbero aumentare ancora – solo quest’anno il valore dei contratti futures del caffè ha registrato un’impennata di oltre il 120%. Ecco perché se da una parte alcune aziende stanno puntando sulle biotecnologie e coltivano chicchi di caffè sintetici in laboratorio, altre propongono alternative a partire da sostituti naturali come ceci e datteri.

LE AZIENDE CHE PRODUCONO CAFFÈ “ALTERNATIVI”

Problemi ambientali e sociali, per il Wsj, stanno spingendo almeno sei imprese a proporre dei caffè realizzati senza chicchi di caffè ma che, ovviamente, riproducono lo stesso gusto (almeno secondo loro).

Voyage Foods, Minus Coffee, Atomo, Prefer, Stem e Northern Wonder sono le aziende che hanno iniziato a mettere in commercio dei caffè alternativi.

Secondo Adam Maxwell, Ceo di Voyager Foods, il sapore del caffè infatti non si deve al seme ma al processo di tostatura: “L’esperienza che otteniamo dal caffè o dal cioccolato è in realtà guidata dal processo utilizzato per produrli”.

VOYAGE FOODS TRA NATURALE E ARTIFICIALE

La californiana Voyage Foods, che ha avviato la propria attività nel 2021, oggi propone burro di arachidi senza arachidi, crema di nocciole senza nocciole, cioccolato senza semi di cacao e caffè senza chicchi di caffè. Quest’ultimo viene riprodotto con ceci tostati, lolla di riso (usata anche nella produzioni di birre artigianali), caffeina da tè verde, aromi naturali e acqua.

Sul sito raccontano che per ricreare il gusto degli alimenti così come li conosciamo, un team di scienziati studia a livello microscopico la loro struttura molecolare dopodiché ricercano ingredienti presenti in abbondanza (come semi di girasole e ceci), che non hanno un impatto sull’ambiente e che non rientrano tra i 9 principali allergeni ma che possono garantire lo stesso sapore dell’originale.

Ma oltre a queste alternative naturali, Voyage Foods, l’anno scorso ha raccolto 36 milioni di dollari per sviluppare prodotti sintetici a base di arachidi, cacao e caffè e il mese scorso ha chiuso un accordo in esclusiva con l’americana Cargill, una delle multinazionali più grandi al mondo nel settore alimentare, per distribuire alternative ai prodotti a base di cacao.

IL PRIMO CAFFÈ SINTETICO AL MONDO

Un’altra startup statunitense è Atomo Molecular Coffee, la quale nel 2021 è stata la prima azienda al mondo a lanciare un prodotto pronto da bere a base di caffè sintetico fabbricato senza chicchi di caffè.

Atomo afferma di aver esaminato più di 1.000 composti presenti nel caffè a livello molecolare per “decodificare” il chicco e che il suo prodotto riduce dell’83% le emissioni di carbonio e utilizza il 70% di terreno rispetto alla produzione di caffè tradizionale.

L’azienda ha sperimentato una tecnologia innovativa che estrae i composti del caffè da alimenti coltivati in azienda e da fonti alimentari riciclate quali semi di dattero, ramón e girasole, limoni, proteine dei piselli, fieno greco, guava, miglio, caffeina da tè verde, fruttosio e bicarbonato.

Oltre al finanziamento del 2019 da 2,6 milioni di dollari da parte di Horizon Ventures (che sostiene anche Voyage Foods e Beyond Meat), Atomo ha incassato altri 9 milioni di dollari nel 2020 dalla stessa società di investimento con sede a Hong Kong e da S2G Ventures.

UN CONCORRENTE PER ATOMO

Atomo rischierebbe però a concorrenza di Compound Foods, un’azienda fondata nel 2020 a San Francisco, che utilizza la biologia sintetica per produrre caffè senza chicchi attraverso l’estrazione molecolare. Nel 2021 aveva ottenuto finanziamenti per 5,3 milioni di dollari, dal fondo per il clima di Chris Sacca, Lowercarbon Capital, SVLC, Humboldt Fund, Collaborative Fund, Maple VC, Petri Bio e investitori informali.

Minus, il caffè senza chicchi di caffè di Compound Foods, utilizza ingredienti riciclati, radici, semi e legumi – tra cui cicoria, semi di datteri, uva e girasole, carrube e lenticchie – che vengono macinati e fermentati con un risparmio del 94-95% di acqua, 92% di suolo e una riduzione dell’86-87% di emissioni.

Lo scorso dicembre, Atomo ha inoltre ricevuto “un investimento multimilionario” dal gigante giapponese delle bevande Suntory Holdings dopo i 40 milioni di dollari raccolti nel giugno 2022.

FUORI DAGLI STATI UNITI

Lasciando gli Stati Uniti, esistono anche altre realtà che guardano al caffè del futuro come l’olandese Northern Wonder, la francese Stem e la singaporiana Prefer.

Quest’ultima, nata nel 2022, utilizza pane, soia e orzo per poi passare alle fasi di fermentazione, tostatura e macinatura. Lo scorso febbraio ha ottenuto un finanziamento di 2 milioni di dollari per costruire un nuovo impianto di produzione ed espandere la distribuzione del suo prodotto in altri mercati del sud-est asiatico, a partire dalle Filippine.

Northern Wonder offre caffè alternativi con o senza caffeina sia in polvere che in capsule e sta lavorando sul caffè a freddo e in chicchi. Quello in polvere è ottenuto da lupini, ceci, orzo e cicoria, a cui vengono aggiunti aromi naturali, ribes nero, regolatori di acidità. Una confezione da 250 gr sul loro sito costa 5,39 euro, mentre 10 capsule costano 4,59 euro.

Stem, con sede a Parigi, sfrutta invece le biotecnologie, come la coltura con i bioreattori, e ottiene una polvere di caffè verde che, proprio come i chicchi, viene essiccata e tostata.

Infine la Finlandia, che secondo Fortune è il più grande consumatore di caffè al mondo, vista la grande richiesta ha da poco deciso di usare l’intelligenza artificiale per creare “AI-conic”, la prima miscela generata da modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), come già fatto la scorsa estate da Coca Cola.

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